Vampyr. Storia naturale della resurrezione
di Francesco Paolo de Ceglia
Einaudi, Torino, 2023
pp. 416, euro 34,00
Dicembre 1731. Nel piccolo villaggio serbo di Medvedja, ai confini sudorientali dell’impero asburgico con quello ottomano, una serie di morti avvenute in poco tempo angoscia la popolazione, che le attribuisce all’azione di vampiri, o “succhiasangue”. Temendo per l’ordine pubblico, le autorità inviano prima una piccola commissione guidata dal medico Glaser, esperto di infezioni e quarantene, e poi un gruppo di ufficiali, tra cui il chirurgo militare Johann Fluckinger, con il compito di eseguire rigorose autopsie su alcune salme “sospette” e identificare le cause della morte.
Ma oltre alle salme - eseguirà ben 13 autopsie in un solo pomeriggio - Fluckinger riesuma una storia risalente a qualche anno prima, quella di un uomo “morto due volte”, una sorta di “paziente zero” dell’epidemia di vampirismo. Ne conclude così che i vampiri esistono, e comunque bisogna rassicurare la popolazione: le teste di quelli riconosciuti come tali saranno tagliate e poi bruciate insieme ai corpi. Il caso di Medvedja poteva rimanere isolato, ma Fluckinger scrive un lungo e dettagliato resoconto, che viene ripreso e rilanciato da stampa, libri e riviste, dando così origine a un fitto dibattito intellettuale e teologico.
Vampyr di Francesco Paolo de Ceglia, docente di storia della scienza presso l’Università degli Studi di Bari, inizia con questo episodio, da cui si sviluppò il fortunato personaggio del vampiro, consegnato poi definitivamente al nostro immaginario moderno da Bram Stoker con Dracula. Quella che viene raccontata da de Ceglia però è un’altra storia. O, più precisamente, è l’inizio della storia. Come mai l’episodio di Medvedja fece così scalpore? Come è nata la figura del ritornante in corpo, e dove? Quali sono le sue caratteristiche più antiche, quali si sono mantenute nel tempo e quali sono cambiate?
Scopriamo così che la storia dei corpi incorrotti è molto lunga e diffusa, tanto che de Ceglia ipotizza che non abbia un’origine geografica unica. Vari tipi di ritornanti si possono infatti rintracciare non solo nella cosiddetta “cintura europea dei vampiri” - che va dalla Germania orientale alla Grecia passando per Polonia, Romania e Serbia, che all’epoca dell’episodio di Medvedja potevano essere considerate aree ai limiti del mondo civilizzato - ma anche in tempi ben più remoti e in Inghilterra: dove le cronache riportano più di un caso, a cominciare dalla fine dell’XI secolo, quando troviamo la vicenda dei due pastori defunti di Drakelow, nello Staffordshire, che iniziarono a «importunare la gente dabbene, combinandone di ogni» finché i loro corpi non vennero riesumati, decapitati e i cuori bruciati. Oppure nella Norvegia medievale e in Islanda, dove i draugar si facevano strada tra la neve durante i lunghi e bui mesi invernali. Per esempio, nella Saga degli uomini di Eyr, risalente al XIII secolo, incontriamo il caso di Thorolf: che era talmente bellicoso in vita che quando morì si giudicò poco sicuro far uscire il suo corpo dalla porta, a rischio che volesse ritornare, e si preferì aprire un buco nel muro: ma non bastò, perché tornò altre due volte, trasformando in draugar le sue vittime.
La credenza nella possibilità di ritornare in corpo dopo la morte è dunque più diffusa di quanto siamo portati a pensare, sia cronologicamente sia geograficamente, tuttavia sembra non interessare alcune aree, come la Francia, la Spagna e l’Italia.
Le ragioni di questa assenza che de Ceglia esplora nel suo libro sono complesse e molteplici, ma un elemento potrebbe essere quello religioso. Il cattolicesimo, infatti, da una parte ha esercitato un controllo maggiore sul mondo dopo la morte, anche grazie all’introduzione del Purgatorio come luogo di destinazione per le anime inquiete, dall’altra ha dato un’accezione positiva al corpo incorrotto, associandolo alla santità della persona. I popoli di cultura germanica e slava, invece, avevano un accesso più diretto ai corpi della comunità, in particolare quando le epidemie imponevano un aumento delle sepolture con il rischio di riaperture anche involontarie di tombe già esistenti.
Il lettore potrà trovare in Vampyr molti episodi riguardanti corpi incorrotti e ritornanti, provenienti da varie parti del mondo e appartenenti a diverse epoche, raccolti con un massiccio e accurato lavoro di documentazione storica. Ma de Ceglia non si ferma qui. Si troveranno infatti anche puntuali analisi storiche, sociali, teologiche e filosofiche di un fenomeno complesso e multiforme, noto ai più solamente dalle rappresentazioni letterarie e cinematografiche, ma che nasconde sotto la superficie un fascino oscuro.