Una giornata con l’Homo sapiens; Come acchiappare un asteroide


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Una giornata con l’Homo sapiens
Jean-Baptiste de Panafieu
Espress Edizioni, 2020
pp. 202, € 14,00


Recensione di Mattia Paparo

Una giornata con l’Homo sapiens è un piacevole e appassionante libro scritto dal Professor Jean-Baptiste de Panafieu, che ha alle spalle una miriade di libri che trattano argomenti biologici ed evolutivi, oltre a essere scrittore di romanzi e sceneggiature per cartoni animati. In effetti, anche prima di leggere le sue esperienze lavorative, il libro si dimostra un piacevole racconto della durata di 8 milioni di anni: si viaggia dal probabile antenato tra gli umani e gli altri ominini come gli scimpanzé, passando alla comparsa delle specie del genere Homo e dalle ibridazioni che sono avvenute tra neanderthal, sapiens e denisova, fino ad arrivare alle questioni presenti e future legate alla genetica e ai cambiamenti climatici e ambientali, in quanto questi, così come hanno modificato e cambiato la nostra specie, continueranno a farlo anche in futuro.

Il libro non annoia e proietta, pagina dopo pagina, in ogni ambiente che abbia ospitato i vari ominidi e le specie appartenenti al genere Homo e nei laboratori in cui si fa ricerca. Alcune volte mi sembrava di ritrovarmi nella savana o in Europa con i neanderthal o assieme ai genetisti alle prese con la ricostruzione dei DNA antichi.

Il “problema” della paleontologia e della paleoantropologia è che avvengono continue scoperte che rivoluzionano le precedenti ipotesi e teorie, facendole risultare obsolete. Del resto, è così che funziona il metodo scientifico. Quindi, risulta difficile scrivere un libro incentrato sull’evoluzione che risulti valido a lungo termine, in quanto ogni volta si dovrebbero aggiornare i libri in base alle ultime scoperte. Il saggio in questione, però, riesce a superare questo limite costruendo una sorta di manuale che aiuta il lettore a ragionare e ad addentrarsi nell’intricato mondo dell’evoluzione umana. Infatti, la caratteristica è che le specie citate non vengono descritte nei particolari (del resto, non si tratta di un testo universitario), ma sono introdotte per dare indicazioni al lettore sull’evoluzione biologica e sui meccanismi evolutivi; si spiega, inoltre, come funziona una scoperta paleoantropologica, come lavora uno scienziato e cosa potrebbe accadere nei capitoli successivi.

Infatti, il capitolo precedente funge da chiave di lettura per quello successivo, fino alla fine del libro, in cui ci si trova di fronte a un Homo sapiens moderno, noi, che possiede così tante informazioni sul passato da essere capace di capire cosa potrebbe riservare il futuro.

Ciò che rende questo libro diverso dagli altri saggi divulgativi sull’evoluzione umana è il fatto che ogni argomento è accompagnato da brevi riquadri che spiegano determinati fenomeni o concetti, che aiutano un lettore profano ad addentrarsi in capitoli che risulterebbero pesanti da affrontare senza qualche conoscenza di base. Chi è già appassionato e conosce qualcosa in merito, troverà queste finestre una piacevole pausa tra un argomento e l’altro, in quanto ricche di curiosità. Inoltre, alla fine del libro è presente anche un glossario dei vari termini utilizzati, che spiega brevemente le parole del lessico tecnico, così da non dover sfogliare di nuovo le pagine in cerca di una spiegazione.

I primi capitoli sono una veloce introduzione a ciò che si sta per affrontare, ed è qui che facciamo la conoscenza delle specie del genere Australopithecus, per addentrarci, dal terzo capitolo in poi, in tutte le questioni che riguardano il nostro genere. Infatti, nel quarto e nel quinto capitolo, facciamo la conoscenza con le specie più antiche fino ad arrivare alle migrazioni che hanno portato varie specie, come quella erectus o heilderbergensis, fuori dall’Africa per popolare terre inesplorate. Negli ultimi capitoli si parla delle ibridazioni tra i vari gruppi e delle questioni genetiche ed ereditarie che hanno caratterizzato la nostra specie e che ci hanno anche aiutato a sopravvivere in ambienti estremi. Poi la lettura si focalizza specificatamente su Homo sapiens e sullo sviluppo delle varie culture che si sono susseguite, dal Paleolitico fino al Neolitico. L’ultimo capitolo si focalizza su una serie di importanti argomenti, in quanto vengono affrontate tematiche etiche che ancor oggi fanno discutere. Si parla, per esempio, del concetto di “razza” (che, come la scienza ha dimostrato in modo chiarissimo e inequivocabile, smentendo categoricamente le affermazioni dei razzisti, non si può applicare alla specie umana) e di quali siano state le gravissime conseguenze del fatto di credere, erroneamente, di poter classificare popolazioni appartenenti alla stessa specie in base al fenotipo, colore della pelle in primis.

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Come acchiappare un asteroide
Adrian Fartade
Rizzoli, 2020
pp. 432, € 17,00


Recensione di Denise Trupia

«Le comete sono dei piccoli meravigliosi scrigni pieni di tesori scientifici, circondati da ogni sorta di pericolo o sfida mortale, come tutti i tesori che si rispettano.»

Periodicamente, sui giornali si legge di presunti asteroidi in rotta di collisione con il nostro pianeta e spesso, pensando alla fine che hanno fatto i dinosauri, qualcuno abbocca a questi titoloni da clickbait e, di conseguenza, le fake news al riguardo prolificano. Per questo e per tanti altri motivi che vi saranno chiari leggendo il libro, è necessario fare chiarezza: in queste 432 pagine troverete tantissime informazioni su questi sassi che vagano all’interno del nostro sistema solare. L’autore del testo è Adrian Fartade: laureato in storia e filosofia, si occupa di astronomia e astronautica sulla pagina Facebook e sul canale YouTube Link4Universe. Dopo aver scritto i libri A piedi nudi su Marte e Su Nettuno piovono diamanti, la sua trilogia sul sistema solare si conclude trattando i corpi minori.

Se siete appassionati di classificazioni ed elenchi puntati, questo è il libro che fa per voi: al fine di comprendere al meglio la vastissima varietà di asteroidi e comete esistenti, il testo esordisce con un’ampia e dettagliata classificazione di questi oggetti.

In poche parole, il materiale avanzato dalla formazione del Sole e dei pianeti si è aggregato dando origine ad asteroidi e comete. Essi possono quindi essere considerati come gli “scarti” della formazione del nostro sistema solare: questo implica che in tali oggetti è possibile trovare tracce della composizione primordiale della nebulosa da cui il nostro sistema solare si è generato quattro miliardi e mezzo di anni fa, e ciò costituisce un tassello fondamentale per gli studi sulla formazione del nostro pianeta e, in generale, dei sistemi planetari nell’intero Universo.

Superato lo scoglio della carrellata iniziale, lasciatevi trasportare dall’abilità di Adrian di parlare di storia dell’astronomia, appassionandovi sempre di più alle (dis)avventure dell’esplorazione spaziale.
La narrazione prosegue, non sempre in maniera lineare e con l’intermezzo di diversi off-topic, raccontando i passaggi che hanno portato gli astronomi all’attuale comprensione dei pianeti minori: dalla scoperta dei pianeti nani alle missioni per esplorarli, passando per la loro mappatura e le superstizioni legate a questi oggetti.

Leggendo vi accorgerete che non si tratta di un classico libro divulgativo: vi sembrerà di seguire uno dei video di Link4Universe, con tanto di stream of consciousness dell’autore. Consiglio, pertanto, questo testo a tutti coloro i quali apprezzano lo stile colloquiale di Adrian, senza la pretesa di una trattazione del tutto accurata dal punto di vista astronomico degli argomenti.

«Parla tanto di asteroidi, ogni tanto Godzilla e poi comete» commenta l’autore e infatti vi ritroverete, tra le altre cose, a dovervi immaginare un «Godzilla spaziale in tutù».

Fanno sorridere le continue similitudini tra questi oggetti e i gatti come «Le comete sono come i gatti, con le code e dannosamente imprevedibili», che riprende una frase di David H. Levy. L’autore fa notare, inoltre, che numerose scoperte sono state fatte da semplici appassionati, e, riferendosi a un curioso aneddoto presente nel libro, afferma che «L’astronomia è di tutti, anche delle galline».

Adrian sa come coinvolgere il suo pubblico e, nonostante la lunghezza del testo, con la sua tipica verve da youtuber riesce a trovare espedienti sempre nuovi.

Ad esempio: il racconto della missione Hayabusa (una sonda dell’agenzia spaziale giapponese, la JAXA) servito in portate; la Comete Greatest Hits, una cassetta musicale con le comete al posto delle canzoni, con tanto di lato A e B e divisa in ben 4 volumi; una playlist Spotify con la musica ascoltata durante la stesura del libro per controbilanciare il livello di morte e distruzione del capitolo 6; inoltre, l’autore ha creato un apposito spazio in cui inventare un nome per un determinato asteroide, invitando a postare sui social la foto del nome con l’hashtag #asteroidecaldissimo.

Il libro induce a porsi delle domande sull’origine di questi oggetti, su come sfruttarli in futuro, su quanto impreparati siamo in tema di diritto spaziale, su cosa accadrebbe se ne trovassimo uno che si sta dirigendo verso la Terra, ma anche su “quale dinosauro sarebbe adatto per ogni principessa Disney?” – sì, c’è scritto davvero.

Molto gradevole è la presenza di una serie di immagini a colori di asteroidi, comete, satelliti e tanto altro, posta a metà del libro.

Un piccolo suggerimento per addolcire (letteralmente) questa lettura: provate a mangiare un cioccolatino o una caramella ogni volta che l’autore afferma che ha troppe poche pagine a disposizione per trattare un determinato argomento. Io credo di aver preso qualche chilo!

Se i primi due libri della trilogia vi hanno appassionato, il terzo è una degna conclusione del viaggio attraverso la storia di come l’uomo si è avventurato nel sistema solare.
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