Il 29 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Psoriasi (World Psoriasis Day), un’iniziativa che dal 2004 viene promossa dalla International Federation of Psoriatic disease Associations (IFPA) con il patrocinio dell’Onu. Lo scopo della giornata è aumentare la conoscenza di questa patologia che, secondo alcune fonti, colpisce oltre 100 milioni di persone nel mondo, con un impatto non solo fisico, ma anche sociale, economico e psicologico. Le sue manifestazioni consistono infatti nella formazione di placche rosse a rilievo sulla pelle, rivestite da squame biancastre di pelle morta. Un problema medico, ma anche estetico.
Ancora oggi non si conosce la causa esatta della patologia, anche se sono stati identificati alcuni fattori di rischio importanti. Ovviamente esistono specifici protocolli per il trattamento medico della psoriasi. D’altra parte fioriscono (è proprio il caso di usare questo termine) anche innumerevoli “terapie naturali”, basati in genere su un numero impressionante di erbe e fiori, inclusi i fiori di Bach. Ovviamente non può mancare nella lista l’omeopatia.
Una “cura naturale” particolarmente curiosa è quella denominata “ittioterapia”.
Probabilmente questa pratica è nata nella seconda metà del 1800 in Turchia, nel lago Kangal. Questo lago dell’Anatolia Centrale è alimentato anche con acque termali che rendono la temperatura del lago mite. Nel lago vive una specie di pesciolino, il Garra Rufa, che si diletta a mangiare le brutte squame bianche degli ammalati di psoriasi. Il risultato di questa azione è un trattamento esfoliante, quindi estetico più che medico, tuttavia gli abitanti del posto sono riusciti a lanciare un’attività turistica specifica, con buoni risultati economici. Dal lago Kangal l’ittioterapia è poi passata ai centri termali e infine anche ai centri benessere ed estetici di tutto il mondo.
Non ci sono studi scientifici che provino definitivamente i reali benefici dell’ittioterapia e alcuni studi pilota sono stati anche criticati dalla comunità scientifica. Fino a oggi non risulta che alcun ente sanitario ufficiale abbia autorizzato l’ittioterapia come cura per la psoriasi. Anzi, in alcuni casi sono state poste restrizioni di tipo igienico.
Infatti, se a qualcuno può piacere farsi solleticare dai pesci o, come dice la Fondazione Veronesi, “farsi il pedicure con i pesciolini” , all’ittioterapia sono associati numerosi rischi. Ad esempio, la temperatura dell’acqua ideale per la vita dei Garra rufa lo è anche per lo sviluppo di numerosi patogeni. Inoltre, il morso del pesce potrebbe trasmettere germi di malattie o funghi diffondendoli da un “paziente” all’altro.
In attesa che venga emessa una regolamentazione sanitaria specifica, la pedicure è meglio farla in una bacinella pulita o nel bidet di casa, che si soffra di psoriasi o no.
Ancora oggi non si conosce la causa esatta della patologia, anche se sono stati identificati alcuni fattori di rischio importanti. Ovviamente esistono specifici protocolli per il trattamento medico della psoriasi. D’altra parte fioriscono (è proprio il caso di usare questo termine) anche innumerevoli “terapie naturali”, basati in genere su un numero impressionante di erbe e fiori, inclusi i fiori di Bach. Ovviamente non può mancare nella lista l’omeopatia.
Una “cura naturale” particolarmente curiosa è quella denominata “ittioterapia”.
Probabilmente questa pratica è nata nella seconda metà del 1800 in Turchia, nel lago Kangal. Questo lago dell’Anatolia Centrale è alimentato anche con acque termali che rendono la temperatura del lago mite. Nel lago vive una specie di pesciolino, il Garra Rufa, che si diletta a mangiare le brutte squame bianche degli ammalati di psoriasi. Il risultato di questa azione è un trattamento esfoliante, quindi estetico più che medico, tuttavia gli abitanti del posto sono riusciti a lanciare un’attività turistica specifica, con buoni risultati economici. Dal lago Kangal l’ittioterapia è poi passata ai centri termali e infine anche ai centri benessere ed estetici di tutto il mondo.
Non ci sono studi scientifici che provino definitivamente i reali benefici dell’ittioterapia e alcuni studi pilota sono stati anche criticati dalla comunità scientifica. Fino a oggi non risulta che alcun ente sanitario ufficiale abbia autorizzato l’ittioterapia come cura per la psoriasi. Anzi, in alcuni casi sono state poste restrizioni di tipo igienico.
Infatti, se a qualcuno può piacere farsi solleticare dai pesci o, come dice la Fondazione Veronesi, “farsi il pedicure con i pesciolini” , all’ittioterapia sono associati numerosi rischi. Ad esempio, la temperatura dell’acqua ideale per la vita dei Garra rufa lo è anche per lo sviluppo di numerosi patogeni. Inoltre, il morso del pesce potrebbe trasmettere germi di malattie o funghi diffondendoli da un “paziente” all’altro.
In attesa che venga emessa una regolamentazione sanitaria specifica, la pedicure è meglio farla in una bacinella pulita o nel bidet di casa, che si soffra di psoriasi o no.