Spesso le patologie psichiatriche possono apparire misteriose e distanti dalla nostra vita quotidiana, e molti sono portati istintivamente ad allontanare chi ne è affetto. Domenica 10 ottobre si celebra la giornata mondiale della salute mentale, ricorrenza nata per contrastare i numerosi pregiudizi verso chi soffre di disturbi che colpiscono il cervello.
Secondo il rapporto redatto dal Sistema informativo per la salute mentale (Sism) del Ministero della Salute e riferito al 2018, gli utenti seguiti dai servizi specialistici, a livello nazionale, ammontano a 837.027 unità (mancano i dati della provincia autonoma di Bolzano) con tassi standardizzati che vanno da 96,7 per 10mila abitanti adulti in Sardegna fino ai 227,2 della Calabria (il valore nazionale si attesta sulle 166,6 unità). Innumerevoli sono gli sforzi di medici e associazioni per combattere l’emarginazione dei pazienti psichiatrici.
A tal proposito, non tutti sanno che da uno di questi tentativi ebbe origine, agli inizi degli anni Duemila, una curiosa teoria secondo cui ogni personaggio del mondo di Winnie The Pooh rappresenta un disturbo mentale. Tutto nacque da uno studio del Canadian Medical Association Journal, che rilegge in chiave del tutto nuova le storie dello scrittore britannico A. A. Milne (che sembra soffrisse di disturbo post traumatico da stress).
Christopher Robin soffrirebbe di schizofrenia, Winnie di deficit dell’attenzione, il maialino Pimpi sarebbe affetto da disturbi d’ansia, Tigro da Adhd, disturbo neurologico comportamentale tra cui l’iperattività. L’asinello Ih Oh sarebbe affetto da depressione, il gufo mostrerebbe invece segni di un disturbo narcisistico della personalità e così via... Insomma, nessuno è risparmiato.
A seguito della diffusione di questa teoria, Sarah Shea, responsabile del progetto, ha più volte sottolineato il carattere “scherzoso” della ricerca, ovvero usare personaggi fantasiosi per mostrare che chiunque, pur vivendo all’apparenza in un mondo innocente e piacevole, possa soffrire di disturbi mentali e che, se ben affrontati clinicamente, la vita possa migliorare. Shea ha confermato che le sue osservazioni, così come quelle del suo team, sono umoristiche e non elaborate con intento serio. (fonte: Bufale.net ).
Secondo il rapporto redatto dal Sistema informativo per la salute mentale (Sism) del Ministero della Salute e riferito al 2018, gli utenti seguiti dai servizi specialistici, a livello nazionale, ammontano a 837.027 unità (mancano i dati della provincia autonoma di Bolzano) con tassi standardizzati che vanno da 96,7 per 10mila abitanti adulti in Sardegna fino ai 227,2 della Calabria (il valore nazionale si attesta sulle 166,6 unità). Innumerevoli sono gli sforzi di medici e associazioni per combattere l’emarginazione dei pazienti psichiatrici.
A tal proposito, non tutti sanno che da uno di questi tentativi ebbe origine, agli inizi degli anni Duemila, una curiosa teoria secondo cui ogni personaggio del mondo di Winnie The Pooh rappresenta un disturbo mentale. Tutto nacque da uno studio del Canadian Medical Association Journal, che rilegge in chiave del tutto nuova le storie dello scrittore britannico A. A. Milne (che sembra soffrisse di disturbo post traumatico da stress).
Christopher Robin soffrirebbe di schizofrenia, Winnie di deficit dell’attenzione, il maialino Pimpi sarebbe affetto da disturbi d’ansia, Tigro da Adhd, disturbo neurologico comportamentale tra cui l’iperattività. L’asinello Ih Oh sarebbe affetto da depressione, il gufo mostrerebbe invece segni di un disturbo narcisistico della personalità e così via... Insomma, nessuno è risparmiato.
A seguito della diffusione di questa teoria, Sarah Shea, responsabile del progetto, ha più volte sottolineato il carattere “scherzoso” della ricerca, ovvero usare personaggi fantasiosi per mostrare che chiunque, pur vivendo all’apparenza in un mondo innocente e piacevole, possa soffrire di disturbi mentali e che, se ben affrontati clinicamente, la vita possa migliorare. Shea ha confermato che le sue osservazioni, così come quelle del suo team, sono umoristiche e non elaborate con intento serio. (fonte: Bufale.net ).