Londra. I fenomeni paranormali spesso sfuggono alle spiegazioni della scienza e sono relegati al regno dell'irrazionale. Talvolta, però, contengono un seme di verità, seppure difficile da evidenziare. Questo, forse, è il caso dell'aura, cioè dell'alone luminoso che secondo alcuni sensitivi circonderebbe cose e persone. Una nuova ricerca svolta da Jamie Ward, psicologo della University College di Londra, sembra gettare nuova luce su questo argomento.
Ward ha studiato una donna, G.W., con una caratteristica detta sinestesia, che consiste nel mischiare sensazioni diverse: per esempio, nell'associare colori a una melodia, o nel vedere luci attorno a parole, persone e oggetti. G.W., in particolare, vede la parola amore di colore rosa o arancione, perché le dà un significato positivo. Allo stesso modo, vede di colore rosa i nomi delle persone che ama (come James). E non si tratterebbe di una semplice suggestione, ma di qualcosa di emotivo e simile a uno stimolo sensoriale.
Ward lo ha verificato con alcuni esperimenti. Ha osservato, per esempio, che quando la parola James era scritta con un colore diverso dal rosa, come il blu, G.W. faceva più fatica a riconoscerla. La donna, cioè, si confondeva, proprio come capiterebbe a chiunque di confondersi di fronte alla parola rosa scritta in blu, se dovesse dichiararne il colore (un test chiamato "test di Stroop").
Non si sa ancora il motivo per cui alcune persone sono sinestetiche, ma si suppone che sia a causa del collegamento tra aree diverse del cervello. Nulla di magico, dunque, anche se Ward nota: "Si può immaginare che persone di questo tipo, nate in un'altra epoca, potessero considerarsi capaci di vedere stati spirituali".
Tutto chiaro, dunque? No, perché non ci sono prove definitive ed è forse impossibile dimostrare l'esperienza di ogni persona. Se Ward avesse ragione, inoltre, rimarrebbe inspiegata un'altra caratteristica (presunta) dell'aura: "Secondo la tradizione" nota infatti Ward, "sarebbe possibile allenarsi per leggere l'aura. Ma non credo che le cose stiano così".
La sinestesia, piuttosto, sarebbe scritta nelle connessioni nervose e sarebbe impossibile da apprendere.
Andrea Parlangeli