La visione attraverso superfici opache è stata da sempre il sogno di sedicenti medium e sensitivi. Molti emuli di Superman hanno cercato, senza successo, di convincere gli scettici di possedere tale facoltà paranormale. Il giovane spagnolo Joaquin Maria Argamasilla, nel 1924, sosteneva di riuscire a leggere biglietti chiusi in una scatola e venne sbugiardato niente meno che da Houdini. Lo stesso faceva Uri Geller e gli strategemmi da lui utilizzati furono individuati da James Randi. Più recentemente la spagnola Monica Nieto Tejada si esibiva in performances simili, ma all'occhio critico di Massimo Polidoro appariva chiaramente che anche in questo caso veniva utilizzato un semplice quanto ingegnoso trucco (S&P 4, 1994).
Da qualche tempo l'idea della vista a raggi X è stata riproposta da una ragazza russa di 17 anni di nome Natasha Demkina. I giornali di tutto il mondo hanno parlato delle sue incredibili prestazioni e soprattutto in Gran Bretagna la ragazza ha acquisito una grande notorietà. Il tabloid The Sun è stato il primo a parlarne e la trasmissione televisiva This Morning dell'emittente ITV le ha dedicato una puntata ospitandola nei suoi studi.
La ragazza sostiene di possedere da circa 10 anni la straordinaria capacità di vedere gli organi interni delle persone e di riuscire, di conseguenza, a diagnosticare le eventuali patologie di cui sono affette. Della ragazza si sono interessati anche i ricercatori dello CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal), e la rete televisiva Discovery Channel ha realizzato un documentario dal titolo The Girl with the X-Ray Eyes, che mostra i risultati dei test che i membri dello CSICOP hanno realizzato sulla ragazza. Durante la prima prova cui è stata sottoposta, Natasha ha dovuto esaminare visivamente un gruppo di persone che avevano descritto in precedenza i loro problemi di salute. Nella seconda prova, Natasha è stata fatta sedere di fronte a sette pazienti, ciascuno con un problema medico diverso, e le sono state consegnate sette cartelle cliniche anonime, ciascuna appartenente a uno dei pazienti. Per superare il test, la ragazza doveva attribuire correttamente almeno cinque cartelle cliniche ai relativi proprietari.
Nonostante sostenesse di avere un'accuratezza pressoché perfetta, Natasha è stata in grado di individuare solo quattro pazienti su sette e non ha quindi superato l'esame.
In un'intervista a The Guardian si è giustificata dicendo che "L'atmosfera non era amichevole. Lo stato di salute dei pazienti in alcuni casi era dubbio". Resta il fatto che le condizioni del test e il risultato minimo necessario per considerarlo valido erano stati approvati dalla ragazza prima di cominciare la prova.
Al di là del fallimento della prova, la notorietà della ragazza è certamente cresciuta. Come ha commentato il professor Richard Wiseman, psicologo dell'Università di Hertfordshire: "Se lo fa per i soldi penso che i guadagni potenziali siano più importanti di quello che ha guadagnato finora. Basti pensare a quanti malati nel mondo non conoscono le cause della loro malattia. Si tratta di un mercato enorme, che potrebbe trasformarsi in un grande business".