Il Piemontese, secondo quanto scrive Umberto Eco nel Pendolo di Foucault, si riconoscerebbe dal suo scetticismo. Lo scettico della varietà Piemontese, per istinto, non tratta con troppa deferenza i fenomeni misteriosi e straordinari, affrontandoli con un certo distacco che a quanto pare confina con la familiarità di chi sa di vivere nella regione che ospita la Città Magica per eccellenza.
Deve essere per questo motivo che in Piemonte, più che in altre regioni, è fiorita una letteratura che affronta i fenomeni misteriosi non con ponderose riflessioni teoriche o approfonditi studi multidisciplinari (scettici o meno) ma da un punto di vista, si potrebbe dire, turistico.
Si sono così negli anni accumulate numerose pubblicazioni; da pur mediocre collezionista ne ho raccolte una dozzina, dalle inchieste più o meno giornalistiche (come i due Torino città magica di Giuditta Dembech, ormai un classico del paranormale) a quelle che, con lodevole intento tassonomico, classificano le curiosità, i luoghi insoliti o affascinanti, i personaggi misteriosi in base alla provincia in cui si trovano, arrivando a quello che vanta di includere la mappa e quattordici visite guidate.
Questa gran quantità di guide, cataloghi, inchieste non sempre di qualità eccelsa ha un importante tratto comune: nessuno, mai, si pone un dubbio sulla verità o meno dei fenomeni che descrive. Certo, molte sono guide a luoghi affascinanti, non trattati scientifici: sarebbe probabilmente fuori luogo rompere l'incanto del mistero e si lascia perciò implicitamente al lettore la scelta tra sospendere il giudizio e lasciarsi coinvolgere dall'atmosfera, oppure farsi prendere dalla curiosità e cercare di approfondire.
Molto pratiche per gli emuli di Martin Mystère desiderosi di trascorrere un fine settimana in Langa, tra masche (le streghe locali) e Nebbiolo d'annata, in maggioranza si presentano come documenti attendibili, senza tuttavia che vi si possa trovare alcun rigore nel verificare le informazioni riportate o nell'esercitare un po' di spirito critico.
È con un certo sollievo, perciò, che possiamo accogliere l'ultimo libro sul Piemonte magico? No, il primo. Il primo a chiedersi se questo Piemonte esiste davvero.
Con serrato ritmo giornalistico ed un certo senso del ridicolo, Bassignana percorre Torino ed il Piemonte alla ricerca di personaggi curiosi, luoghi tradizionali del mystero piemontese come il monte Musinè e tradizioni in odore di esoterismo, come quella che vuole Nostradamus in visita a Torino a metà del XVI secolo.
Ognuna delle 24 schede include unintervista ad un testimone ed il punto di vista del Bastian contrari, lo scettico di turno che porta la voce della ragione.
La varietà è massima: il simpatico e sgangherato mago Franko, veggente di sinistra, l'esegeta di Nostradamus Renucio Boscolo, maghi e guaritori di varie denominazioni, l'immancabile Gustavo Rol (la voce del Bastian contrari è, in questo caso, quella del nostro Mariano Tomatis in una lunga intervista), fino ai più inquietanti gruppi di magia cerimoniale ispirati all'occultista Aleister Crowley. Insomma, un istruttivo viaggio tra gli operatori dell'occulto di una regione che probabilmente, a dispetto della sua fama, rispecchia quello che succede nel resto d'Italia.
La scelta editoriale, ribadita in ogni capitolo, è netta: Bassignana rifiuta di accettare acriticamente l'autenticità dei tanti presunti misteri che affollano il libro, a rischio di scontentare la parte di pubblico in perenne ricerca di rivelazioni sensazionali, ma decide di essere onesto con i suoi lettori nella convinzione che si possa apprezzare il fascino del Piemonte magico senza rinunciare allo spirito critico. Come scrive l'autore stesso nell'introduzione, la vita è già così magica che "per dargli significato, non cè bisogno di credere anche nelle fate". Purtroppo capita sovente che la voce critica, a causa della ristrettezza dello spazio, non riesca a presentare con sufficiente chiarezza il proprio punto di vista. Come ben sa chi si è trovato ad argomentare in pubblico su questi temi, è spesso molto più facile buttare lì un'affermazione straordinaria che smontarla pezzo per pezzo e dimostrarne l'insostenibilità. Probabilmente da questo problema deriva una frazione non indifferente delle accuse di superficialità mosse talvolta al CICAP, generalmente da parte dei suoi avversari più smaliziati: semplificare troppo le argomentazioni scettiche può banalizzarle e renderle inefficaci.
Nonostante questo limite, il libro di Bassignana è una lettura gradevole che non mancherà di interessare i simpatizzanti del CICAP (più volte citato nel testo come punto di riferimento per una informazione che riporti laltra campana sui fenomeni paranormali).
Le tre interviste che concludono il volume cercano infine di dare punti di vista alternativi su questo tipo di fenomeni: un ufologo di stretta osservanza (Gianni Settimo, fondatore del CISU e decano dell'ufologia italiana), uno scettico militante (Andrea Ferrero, segretario del Gruppo Regionale Piemonte del CICAP) ed un sociologo di estrazione cattolica (Massimo Introvigne, studioso dei nuovi movimenti religiosi e presidente del CESNUR).
Non si può che sperare che l'esempio di Bassignana venga seguito in futuro anche da altri autori: che si parli finalmente in modo critico di argomenti di questo genere senza avallarne acriticamente la soprannaturalità né guastarne il fascino.