L'occasione era veramente imperdibile e, sfidando il caldo tropicale dell estate torinese e dotati di inviti rub... ehm, presi in prestito da altri, ci siamo trovati tutti vestiti bene in via Po davanti alla sede del Rettorato. Vi state chiedendo tutti chi? Oltre a me c'erano Andrea Ferrero, Mariano Tomatis e Claudio Dati, che da bravo infiltrato CICAP è anche riuscito a pranzare con Angela! Vi dico subito che se già le lauree normali sono un po' una messa in scena, be', questa ne è l'apoteosi, ma veniamo al racconto...
La sede prescelta è l'Aula Magna del Rettorato, un salone non enorme, con una platea da 180 posti (più o meno), un lungo tavolone per gli oratori e una specie di scalinata alle spalle del tavolone con altri posti a sedere. Ai lati del tavolone ci sono due statue un po' pacchiane e sulle pareti dei grossi quadri un po' cupi a carattere religioso. Insomma, la sala non è meravigliosa, però il palazzo in sé è molto bello e merita una visita.
L'aula era strapiena e tra il pubblico c'erano i soliti professoroni, le solite autorità militari, purtroppo poche autorità civili (non si sono visti né il sindaco, né i presidenti di regione e provincia né i più noti assessori), diversi giornalisti, tra i quali abbiamo individuato Piero Bianucci e Silvia Rosa Brusin del TG-Leonardo, alcuni amici del CICAP (tra cui Fabio Pennacino con altri cuneesi e il prof. Rossati), molti studenti e un gruppo di goliardi.
La cerimonia è iniziata con l'ingresso degli accademici togati, con il Rettore da solo al comando, Preside e vice-Preside di Scienze ad inseguire, un gruppone formato da tutti gli altri Presidi e per ultimo Piero Angela e noi tutti in piedi. Tutti si sono seduti compostamente al tavolone, tranne Piero Angela che è stato collocato su una specie di trono ai piedi del tavolone.
Il Rettore ha fatto un discorso un po' oscuro, basato sul fatto che ci sono gli uomini di cultura (come lui) isolati sulla torre d'avorio e poi ci sono i Piero Angela (che non sapeva mai se chiamare dottore, signore, Piero, o cos'altro...) che fanno il lavoro sporco e cercano di valicare la torre.
Poi ha preso la parola il Preside di Scienze Enrico Predazzi per la Laudatio e non se l'è cavata male. Ha fatto una breve (per quanto possibile) biografia di Angela e poi ha spiegato perché avessero deciso di dargli una laurea Honoris Causa qui a Torino in Fisica. Predazzi ha definito Angela un profondo conoscitore della fisica, che con i suoi programmi (che ha chiamato per tutto il tempo Quork, Super Quork, Quork in pillole, e così via) ha contribuito a spiegare alla gente comune ciò che veniva scoperto nei laboratori di ricerca. Ha parlato del metodo scientifico e delle sue applicazioni e ha citato il CICAP. Ha anche detto una cosa che a me non è piaciuta tanto (e nemmeno ad Angela... piccola soddisfazione personale), cioè che bisognerebbe definire Angela diffusore e non divulgatore, termine che avrebbe ormai assunto una connotazione negativa, perché ormai i divulgatori spuntano come funghi, mentre lui è diverso... va beh, piccolezze.
Ha concluso (bene) raccontando della facciata in legno di un tempio giapponese, che è incantevole ma ha una piccola imperfezione visibile solo all occhio attento per non suscitare l'invidia degli dei... in altre parole "nessuno è perfetto, neanche Piero Angela... è astemio!"
Risate e applausi...
Riprende la parola il Rettore, Angela va al tavolone, noi tutti in piedi e il Rettore legge la formula di conferimento della laurea (in latino) e alla fine parte un applauso così lungo ed intenso come non se ne devono essere sentiti molti in quell aula. Angela ritira medaglia, pergamena e una serie di altri oggettini che rifila alla sorella non appena torna al trono... eh sì, perché non era ancora il suo turno.
C è stato ancora un intermezzo musicale, con una pianista molto giovane e brava che ha suonato due pezzi un poco tristi (uno di Debussy e uno di Schubert), cosa che ha un po' deluso quelli come me che speravano che in onore di Angela si suonasse del jazz... Comunque, fiori per la pianista e applausi.
Finalmente Angela prende i suoi appunti e visibilmente accaldato se ne va sul pulpito; vi assicuro che sentire dal vivo la sua voce, che avevo sempre e solo sentito in televisione, mi ha dato non poche emozioni... prima era una specie di entità, adesso era lì davanti a me, vero!
Ha fatto i doverosi ringraziamenti all'università e alla città e poi ha detto che la cosa più bella della giornata (naturalmente dopo la laurea...) era stato il coretto con la sigla di Super Quark (pardon, Quork) improvvisato al suo arrivo dagli studenti di fisica... gli studenti erano palesemente commossi e felici...
Poi ha iniziato il discorso ed è stato bravissimo, è riuscito a metterci dentro tutto, l'entusiasmo del ricercatore, il desiderio di conoscenza, la necessità di trovare le parole adatte per spiegare le cose a tutti (perché siamo tutti bravissimi nel nostro piccolo campo, ma ignoranti in tutti gli altri) e la sua passione per la scienza e per il metodo scientifico che permette finalmente di distinguere tra ciò che si crede e ciò che si sa (e se non lo applichi vai a finire nelle pseudoscienze... battuta sulle medicine alternative di una signora che gli ha detto che si curerà con una medicina alternativa, quando le verrà una malattia alternativa).
Si è molto lamentato del fatto che in Italia ormai si tenda a non produrre più conoscenza perché non vengono investiti soldi nella ricerca (e qui ha tutto il mio appoggio di giovane aspirante ricercatrice squattrinata) e, da bravo divulgatore, ha paragonato questo comportamento a contadini che si mangiassero tutti i semi invece di seminarne una parte e assicurarsi il futuro. Ha rivendicato l'orgoglio di fare una (in realtà tantissime, più di Pippo Baudo) trasmissione culturale in un momento in cui regnano le cinque S (sesso, soldi, salute, sport e speranza) e la preoccupazione per la RAI e per il progetto di fare una rete culturale (Raitre), senza pubblicità che però rischierebbe di non essere sostenibile.
E ad un certo punto ha concluso e noi abbiamo molto applaudito, in piedi, ma questa volta lo volevamo noi. Poi è storia di autografi, tentativi di incontrarlo di persona, interviste e buffet, ma non conta...
Beatrice Mautino
Direttore de La voce scettica, Bollettino del CICAP-Piemonte
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