Qualcuno dice di lui che è stato il più grande maestro della storia del cinema. Non certo il pur bravo Zemeckis, sto parlando di Alfred Hitchock: un numero enorme di epigoni e imitatori starebbe a confortare tale affermazione.
Ed ecco questo Le verità nascoste che viene ancora oggi a dimostrarci come sia possibile, dopo tanti anni, confezionare un ottimo film attraverso un abile collage di citazioni hitchcockiane: La finestra sul cortile, Il sospetto, La donna che visse due volte, Psycho, per citare solo i più famosi che i cinefili potranno individuare nel lavoro ultimo di Zemeckis. E non c'è solo l'omaggio all'incontrastato maestro del giallo: i più competenti potranno trovare anche, per esempio, che l'assassino di turno uccide come La tarantola dal ventre nero, e via di questo passo.
Indubbiamente, in questo riproporre tante scene e situazioni già viste sta il suo maggior limite, ma l'ho già detto, si tratta di un ottimo film: le sue qualità stanno in una trama molto ben congegnata, una regia serrata e meticolosa, colpi di scena di grande efficacia e magistralmente supportati dalla musica di Alan Silvestri che a sua volta omaggia il compositore più amato dal maestro inglese, vale a dire Bernard Hermann (Psycho soprattutto).
A sconvolgere l'illusoria amorevole quiete della famiglia Spencer sono fenomeni di apparente poltergeist che si manifestano sempre in presenza della sola Claire (M. Pfeiffer), ma non si tratta, come potrebbe sembrare, di misteriose minacce, bensì di ripetuti richiami alla sua memoria inconscia che finiranno con l'ottenere lo scopo desiderato.
Siamo di fronte ancora una volta ad una rappresentazione delle paure e dei fantasmi che ognuno di noi porta in sé e degli effetti devastanti che questi hanno nel momento in cui qualche avvenimento ce li riporta alla coscienza. Questo anche quando lo spirito giungerà a interagire drammaticamente con i protagonisti fino a rivelarsi, determinando la svolta del film dal thriller all'horror. E che non si tratti di "veri fantasmi" lo dimostra il fatto che Claire "vede" le prime volte lo spirito della persona sbagliata (viva e perfettamente sana in realtà). Per di più durante la seduta spiritica con la tavola oujia la meno convinta sembra essere l'amica, simpatica new ager frequentatrice di veggenti ("Non è una veggente, è uno spirito illuminato") e di oroscopi, che fuggirà spaventata da niente.
Insomma il film funziona anche a un esame razionale, la suspense non ha bisogno più di tanto di rimandare al paranormale per tenerci incollati alla sedia. Il finale, un po' "chiamato" e un po' grottesco, non è forse all'altezza del resto, ma la lunga sequenza precedente nella vasca da bagno è eccellente e ci rimanda ai fasti del genere.
Gli/le innamorati/e di Michelle e Harrison saranno contenti: i due conservano intatto il proprio fascino nonostante la non più giovanissima età e sono due bravi attori.
Qualche parola in più la merita il regista: Zemeckis ci ha abituati a film d'intrattenimento di ottimo livello (All'inseguimento della pietra verde 1984, Ritorno al futuro I 1985 -II 1989 -III 1990, Chi ha incastrato Roger Rabbitt? 1988, La morte ti fa bella 1992, Forrest Gump 1994) e anche stavolta non delude. Solo apparentemente nuovo al genere (vedi due poco noti film a episodi: Storie incredibili 1986 e Incubi 1990) dimostra ancora di essere un bravo mestierante. Non vado oltre nel giudizio solo perché si tratta di un americano: di qualunque altra nazionalità sarebbe un fenomeno.