Il libro di Michael Drosnin "The Bible Cod" (già tradotto in italiano come Codice Genesi) ripropone un tema non certo recente ma sicuramente interessante e stimolante poiché mette in gioco considerazioni assolutamente non banali in diversi campi della scienza che spaziano dalla teoria dell'informazione e della complessità alla filosofia della scienza.
Nella trasmissione Misteri del 16 giugno scorso è stato dato ampio spazio alla fatica letteraria di Drosnin, ma come al solito tale spazio è stato utilizzato per enunciare quel connubio di banalità e luoghi comuni che, purtroppo, ha contraddistinto il programma di Lorenza Foschini. Ancora una volta si è persa l'occasione di parlare di problemi interessanti presentandoli in maniera corretta ad un vasto pubblico.
In breve, l'idea principale nel libro di Drosnin è di partire da una stringa di testo (ovvero una sequenza di lettere), che si suppone di lunghezza "sufficiente", e di applicare su di essa un certo algoritmo più o meno complicato che selezioni un certo sottoinsieme ditale stringa. Quando l'algoritmo ha finito di "girare" (si suppone infatti che tale procedimento si realizzi tramite computer) si spera che la stringa ottenuta fornisca una qualche frase significativa. Nella fattispecie Drosnin ha cercato di ricavare, a partire dai primi cinque libri della Bibbia nella versione originale in ebraico, indicazione sui più salienti (secondo Drosnin !!) episodi presenti e futuri nella storia dell'umanità. L'algoritmo utilizzato da Drosnin è stato in realtà inventato da Eliyahu Rips, un matematico israeliano, e si basa su un metodo assai semplice chiamato Equi-Distant Letter Sequencing (ELS): tale algoritmo parte da una lettera base della siringa e salta gli n caratteri successivi, dove n è un intero arbitrario. Come si può notare l'algoritmo è uno dei più semplici che possano venire in mente per trattare una stringa di testo. Il punto cruciale è che si può applicare l'algoritmo a qualunque testo di lunghezza sufficiente, dove statisticamente ci aspettiamo di poter trovare abbastanza "messaggi nascosti". Un testo come "Guerra e pace", per esempio, si presta notevolmente all'applicazione del metodo ELS. Dobbiamo forse pensare che anche in "Guerra e pace", come nella Bibbia, siano codificati messaggi straordinari per l'umanità. La risposta a questa domanda è: probabilmente sì. La cosa interessante è che la risposta a questa domanda è sempre positiva qualsiasi sia il testo che sottoponiamo al nostro procedimento. Ogni decrittatore sa infatti che quella che a prima vista appare come un'ammuchiata di lettere priva di senso potrebbe essere, in realtà, un messaggio strutturato; per stabilire se lo sia ho bisogno di un codice, ovvero di un algoritmo che operi sul testo. Ma il numero di tali algoritmi è infinito!
Il problema è capire dove risiede il significato di un messaggio. Utilizzando la metafora del juke-box ci chiediamo se i suoni siano codificati esclusivamente o nel disco di vinile o nel dispositivo di codifica, ovvero nel giradischi. In realtà i suoni sono il risultato non solo dell'interazione tra disco e giradischi ma anche dell'interazione, assai complessa, con il nostro cervello. Queste considerazioni ci portano a capire come sia assai sfuggente la definizione di dove risieda il significato e come significati che ci appaiono come assolutamente naturali e immediati siano frutto di complesse dinamiche cerebrali, che in ultima analisi dipendono profondamente dalla nostra storia personale e dall'evoluzione della nostra civiltà. In altri termini la scelta di un algoritmo di codifica è determinata da considerazioni di gusto personale, o meglio dal nostro desiderio di rintracciare in un testo qualcosa che parli di noi, della nostra vita.
A questo punto risulta chiaro come sia perlomeno limitante il voler cercare presunte rivelazioni divine solo sulla Bibbia. Bisognerebbe, per questioni di correttezza andare a guardare anche il Corano o perché no i Veda indiani. Ritengo tuttavia che esistano "posti" molto più interessanti per cercare messaggi nascosti.
Per capire cosa intendo dire, c'è un punto di vista matematico molto interessante su questo tipo di problemi: la teoria algoritmica dell'informazione (Chaitin, Kolmogorov) che è largamente utilizzata in computer science per definire i limiti di compressione algoritmica di un messaggio qualsiasi. Detto in soldoni la teoria si propone di definire la complessità di un oggetto come la lunghezza della sua più breve descrizione possibile. Una delle possibili conseguenze della teoria, riguarda curiosamente tematiche cabalistiche, che lo stesso Chaitin si è divertito a mostrare. Egli ha definito un numero non computabile (ovvero non generabile tramite un algoritmo finito) OMEGA come la probabilità che un computer si fermi se il suo input è una stringa casuale di numeri binari. Charles Bennet ha mostrato che OMEGA racchiude una quantità enorme di saggezza in pochissimo spazio, dato che le sue prime migliaia di cifre, che si possono scrivere su un pezzettino di carta, contengono le risposte a più domande matematiche di quelle che si potrebbero scrivere nell'universo!
Purtroppo OMEGA non essendo computabile, non potrà mai, per quanto ci lavoriamo, esserci rivelato da mezzi costruttivi. Anche se Dio ce lo trasmettesse non lo riconosceremmo perché ci apparirebbe solo come un accozzaglia di cifre senza uno schema apparente.
Penso che Drosnin rimarrebbe affascinato dinanzi a OMEGA, ma probabilmente proverebbe a cercare al suo interno qualche banale e ripetitiva previsione per il futuro, utilizzando il suo algoritmo alla ricerca di schemi "evidenti", perdendosi una, letteralmente infinita, profondità di significato. I suoi messaggi nascosti, quindi, si trovano solo la superficie di un iceberg assai profondo e non rivestono certamente un interesse superiore alle solite previsioni astrologiche. Drosnin quindi potrà convincerci dell'efficacia del suo algoritmo se le sue previsioni per il futuro supereranno il controllo dell'esperienza. La ricerca di regolarità non è certo la cosa più interessante. Ciò che vogliamo è anche un forte potere predittivo.
Come insegna la scienza e come molto probabilmente non insegnerà il libro di Drosnin.
Andrea Lionetto