Ray Hyman, il famoso scettico dell'Università dell'Oregon, ha recentemente scritto una relazione [1] sugli esiti del programma di ricerca sui "fenomeni mentali anomali " condotto dal 1973 al 1989 presso I'SRl International (già Stanford Research Institute) e continuato dal 1992 a! 1994 presso la SAIC (Science Application International Corporation). Una caratteristica importante delle ricerche di questi centri è stata la segretezza con la quale esse sono state condotte.
Ad Hyman era stato chiesto di valutare il programma sia in termini del valore scientifico intrinseco, sia per le sue potenziali applicazioni nelle indagini di polizia o del controspionaggio.
Qui presentiamo un riassunto del lavoro di Hyman e la traduzione integrale delle sue conclusioni.
Con l'accezione "fenomeni mentali anomali" i ricercatori dell'SRI e della SAIC intendono riferirsi a ciò che i parapsicologi chiamano percezione extrasensoriale (da loro chiamata "percezione anomala") e psicocinesi (da loro chiamata "perturbazione anomala"). Essi hanno dichiarato che i risultati dei loro esperimenti hanno mostrato l'esistenza di percezione anomala, in particolare chiaroveggenza (o visione a distanza: la trasmissione di informazioni da un bersaglio (1) senza l'intervento di un trasmettitore umano) e precognizione. Non sono stati rilevati invece segni dell'esistenza di perturbazione anomala. La valutazione di Hyman si è concentrata sui 10 esperimenti della SAIC sia perché per essi esiste un'adeguata documentazione, sia perché non sono affetti dagli errori metodologici della ricerca presso I'SRI, sia a causa del tempo limitato disponibile per la stesura del rapporto.
Dei dieci esperimenti sei concernevano la visione a distanza, in due si è misurata l'attività del cervello durante la percezione anomala e negli ultimi due si sono verificati fenomeni diversi dalla visione a distanza. Qui descriveremo solo il primo gruppo di sei indicandoli col numero progressivo della SAIC. La descrizione è tratta dal rapporto della parapsicologa Jessica Utts [2].
Esperimento 1: Dipendenza dal bersaglio e dal trasmettitore
Scopo: L'esperimento è stato progettato per verificare se un trasmettitore è necessario per una buona visione a distanza e se i bersagli dinamici possono dare risultati migliori di quelli statici.
Metodo: Hanno partecipato cinque veggenti esperti, tre dei quali (i numeri 009, 131 e 372) erano già membri del gruppo di veggenti dell'SRI. Ciascun veggente ha lavorato dalla propria casa e ha inviato i risultati per fax al ricercatore principale, Nevin Lantz, in Pennsylvania. II veggente non sapeva se il bersaglio era statico o dinamico e se c'era o meno un trasmettitore. II tipo di bersaglio e la presenza o meno del trasmettitore erano scelti a caso. Appena ricevuto il responso, Lantz inviava per posta la risposta corretta ai veggenti.
La risposta originale era inviata al SAIC in California dove i risultati sono stati valutati col metodo dell'ordinamento con punteggio da un giudice "cieco".
Utts ha chiesto al direttore del progetto, May, quali misure erano state prese per assicurarsi che i veggenti avessero spedito la risposta originale alla SAIC prima di ricevere la risposta esatta. May ha risposto che i fax originali sono stati confrontati con i responsi inviati alla SAIC e tutti coincidevano.
Risultati: Ciascun veggente ha effettuato dieci prove per ciascuna delle quattro condizioni possibili (con trasmettitore/senza trasmettitore, bersaglio statico/bersaglio dinamico), per un totale di 40 prove per veggente. C'è stata una differenza moderata (dimensione dell'effetto = 0,121; p=0,08) tra i bersagli statici (foto tratte da National Geographics) e quelli dinamici (un insieme di video-clip) a favore di quelli statici. Non si è trovata alcuna differenza tra il caso con e quello senza trasmettitore. Per tutte le prove la dimensione dell'effetto è stata di 0,124 (p=0.04); per i soli bersagli statici 0,248 (p=0,0073); per i bersagli dinamici 0 (p=0,5). Si osservi che le foto di National Geographics erano le stesse usate negli esperimenti dell'SRI.
Discussione: Lo staff della SAIC ha ipotizzato che i bersagli dinamici non hanno avuto successo perché le possibilità erano troppe. Hanno scelto un nuovo insieme di bersagli dinamici più simili a quelli statici e hanno effettuato un altro esperimento l'anno successivo per confrontare i bersagli statici con i nuovi bersagli dinamici. L'esperimento è descritto più avanti (esperimento 10).
Esperimento 4: Miglioramento della misurazione della percezione anomala con codifica binaria
Scopo: Questo esperimento è stato progettato per verificare se la chiaroveggenza potrebbe essere usata per sviluppare un'abilità di invio di messaggi in presenza o assenza di cinque specifiche caratteristiche di un bersaglio. L'insieme bersaglio è stato costruito in pacchetti di quattro, con possibili combinazioni dell'assenza (0) o della presenza (1) di ciascuna delle cinque caratteristiche scelte per corrispondere ai numeri 00000, 01110, 10101 e 11011. Si tratta di una pratica usuale nella teoria dell'informazione quando si cerca di trasmettere un numero a due cifre (00, 01, 10 o 11); i tre bit restanti sono usati per la "correzione dell'errore". Diversi insiemi di cinque caratteristiche sono stati usati per ciascuno di dieci gruppi di bersagli.
Metodo: Cinque veggenti hanno partecipato con otto prove ciascuno, ma gli stessi bersagli sono stati usati per tutti e cinque. Non si è fatto uso di trasmettitori e i veggenti erano informati che ciascun bersaglio sarebbe stato al suo posto per una settimana. Dovevano usare 15 minuti cercando di disegnare il bersaglio e poi spedire via fax le risposte alla SAIC. I risultati sono stati giudicati da un giudice "cieco" e le caratteristiche binarie erano state codificate sia dai veggenti sia da un analista indipendente.
Risultati: Non è stata rivelata alcuna percezione anomala. Né l'ordinamento dei punteggi, né l'analisi basata su scelte binarie hanno mostrato che questo metodo funziona.
Esperimento 5: Percezione anomala nei sogni lucidi (baseline)
Scopo: Nonostante il suo nome, questo esperimento non ha nulla che fare con i sogni lucidi. E' stato usato per verificare tre veggenti principianti che dovevano poi partecipare all'esperimento riguardante la chiaroveggenza durante i sogni. Quest'esperimento è servito come "base di approvvigionamento" (baseline) e ha verificato il successo dei principianti negli usuali esperimenti di chiaroveggenza.
Metodo: Si è seguito un protocollo comune nel periodo dell'SRI. Per ciascuna prova si è scelto a caso un bersaglio dall'insieme delle 100 foto di National Geographics usate all'SRI e alla SAIC. II bersaglio era posto su un tavolo (anche qui nessun trasmettitore) mentre il veggente, in un'altra stanza, doveva darne una descrizione. I responsi sono poi stati giudicati da un giudice "cieco" con l'usuale procedura descritta nella nota (1).
Risultato: Dei tre principianti uno ha ottenuto una promettente dimensione dell'effetto di 0,265 anche se il risultato non era statisticamente significativo a causa del piccolo numero di prove (8). Non sono stati forniti risultati individuali per gli altri due veggenti, ma la dimensione dell'effetto complessiva è stata 0,088.
Esperimento 6: Percezione anomala nei sogni lucidi (pilota)
Scopo: Un sogno lucido è un sogno in cui ci si accorge di stare sognando e si possono controllare i successivi eventi del sogno. Questa capacità è stata coltivata da Stephen LaBerge del Lucidity Institute, che è stato il ricercatore principale di questo esperimento. L'esperimento serviva a verificare se la chiaroveggenza può essere usata con successo durante un sogno lucido.
Metodo: Sono stati usati sette veggenti; quattro erano veggenti esperti della SAIC e tre erano esperti sognatori lucidi del Lucidity Institute. Questi ultimi erano i veggenti principianti usati nell'esperimento 5. I veggenti del SAIC sono stati a loro volta allenati ai sogni lucidi. II numero di prove per partecipante non si è potuto fissare in anticipo a causa della difficoltà a raggiungere lo stato di sogno lucido. Sono state condotte 21 prove in tutto, con i sette veggenti che hanno contribuito da un minimo di una a un massimo di sette tentativi. II rapporto della SAIC non specifica se sia stato fissato in anticipo un criterio per interrompere le prove, ma secondo May l'esperimento era progettato per procedere per un tempo fissato e per includere tutte le sessioni svolte in quel periodo.
Contrariamente a quanto previsto dai protocolli usuali ben controllati, ai veggenti è stato concesso di portarsi a casa i bersagli. Questi ultimi, selezionati dall'insieme standard di foto di National Geographic, erano sigillati in buste opache con fili coperti per individuare possibili manomissioni di cui non si è trovata traccia. I veggenti avevano istruzioni di porre i bersagli sul comodino e di tentare di indurre un sogno lucido in cui la busta era aperta e il bersaglio osservato. Disegni e descrizioni si dovevano poi produrre al risveglio.
Risultati: Si è usato il metodo usuale descritto in nota (1). Poiché la maggioranza dei veggenti ha contribuito con poche prove un'analisi per individuo non avrebbe avuto senso. Per le 21 prove combinate la dimensione dell'effetto è stata di 0,368 (p=0,046). Non è stata fornita alcuna informazione per distinguere i veggenti esperti dai principianti.
Esperimento 9: Percezione anomala ed elettroencefalogramma
Scopo: Quest'esperimento serviva per verificare eventuali modifiche del comportamento elettroencefalografico durante l'atto della percezione anomala. Qui ci limiteremo a descrivere i risultati della visione a distanza.
Metodo: Hanno partecipato tre veggenti esperti (009, 372 e 389). A causa della natura pilota dell'esperimento il numero di prove per veggente è diverso, perché i tre sono stati esaminati quando erano disponibili. 009 ha fatto 18 prove, 372 24 prove e 389 28 prove. Sebbene non sia un buon metodo quello di permettere un numero di prove non specificato, non sembra che questo fatto possa spiegare i risultati dell'esperimento.
Risultati: Le risposte sono state esaminate secondo la procedura usuale (nota (1)). Le dimensioni dell'effetto per 009, 372 e 389 sono state 0,432 (p=0,033), 0,354 (p=0,042) e 0,177 (p=0,175) rispettivamente. La dimensione dell'effetto complessiva è stata 0,303 (p=0,006).
Esperimento 10: Entropy II
Scopo: Questo esperimento è stato progettato come versione migliorata dell'esperimento 1. Dopo i risultati negativi per i bersagli dinamici nell'esperimento 1, l'équipe della SAIC ha ipotizzato che la "banda passante dell'insieme bersaglio" definita come il numero di "elementi cognitivamente differenziabili" potrebbe essere un fattore importante. Se il possibile contenuto del bersaglio è troppo grande, i veggenti potrebbero avere difficoltà nel filtrare il rumore estraneo. Se l'insieme di possibilità è troppo piccolo, come negli esperimenti a scelta forzata (che di solito danno risultati negativi, N.d.T.), il veggente vedrebbe tutte le scelte insieme e avrebbe difficoltà nel filtrare quella conoscenza. Un insieme intermedio di possibilità, troppo grande per essere percepito in un solo colpo, viene considerato ideale. Il gruppo standard di foto di National Geographic sembra cadere in quest'ultimo caso. Per quest'esperimento si è creato un gruppo di bersagli dinamici con una "banda passante" simile. Sia nell'esperimento 1, sia nell'esperimento 10 i ricercatori hanno predetto che il successo della chiaroveggenza sarebbe stato in correlazione con l'entropia visiva del bersaglio. Si veda a questo proposito "Shannon Entropy: A Possible Intrinsic Target Property" di May, Spottiswoode e James sul numero di dicembre 1994 del Journal of Parapsychology.
Metodo: Quattro dei cinque veggenti dell'esperimento 1 (009, 372, 389 e 518) hanno partecipato. Ciascuno di loro ha preso parte allo stesso numero di sessioni con bersagli statici e dinamici, senza conoscerne il tipo. Non si sono usati trasmettitori e tutte le sessioni si sono tenute al SAIC. Il veggente 372 ha contribuito a 15 prove di ciascun tipo, gli altri a 10. Si è usato il metodo usuale di valutazione (nota (1)).
Risultati: Al contrario dell'esperimento 1 i bersagli statici e dinamici hanno prodotto dimensioni dell'effetto confrontabili. La dimensione dell'effetto per tutte le prove è stata di 0.55, cioè nell'intervallo delle dimensioni medie.
Le conclusioni della Utts e le valutazioni di Hyman
Nel commentare i risultati, la parapsicologa Jessica Utts ha concluso che il funzionamento dei poteri psichici è stato ben provato [2]. Utts ha basato la sua conclusione sulle tre affermazioni seguenti:
1) i risultati statistici degli esperimenti della SAIC e di altri esperimenti parapsicologici (Utts si riferisce soprattutto agli esperimenti "ganzfeld" (2) [3]) sono significativamente incompatibili con ciò che si attenderebbe da una distribuzione casuale degli eventi;
2) gli argomenti che suggeriscono una spiegazione di tale incompatibilità mediante errori metodologici possono essere refutati con certezza;
3) effetti di grandezza simile a quelli degli esperimenti finanziati dal governo condotti all'SRI e alla SAIC sono stati riprodotti in alcuni altri laboratori nel mondo.
Dopo aver indicato quali sono i punti di accordo tra lui e Jessica Utts, Hyman dedica il resto del rapporto a smontare sistematicamente le tre precedenti premesse.
Hyman concorda con Utts nel ritenere che gli esperimenti della SAIC non sono affetti dagli errori metodologici della ricerca dell'SRI e dai più ovvi errori che possono invalidare la ricerca parapsicologica, oltre a concedere che gli effetti riportati dalla SAIC non possono essere spiegati con semplici fluttuazioni statistiche. Come si vedrà nelle conclusioni, Hyman è d'accordo anche sui passi successivi che dovranno essere compiuti per la valutazione degli esperimenti. Tuttavia egli dissente da Utts sulle questioni seguenti:
1) possiamo concludere che questi effetti non casuali implicano l'esistenza di percezione anomala?
2) La possibilità di errori metodologici è stata completamente eliminata?
3) I risultati della SAIC sono coerenti con quelli di altri laboratori sulla chiaroveggenza e l'effetto ganzfeld?
Hyman crede che la risposta a queste tre domande sia no e passa a spiegare le sue motivazioni nelle pagine successive.
Consideriamo la prima delle tre precedenti domande. Hyman osserva innanzitutto che la parapsicologia è l'unica disciplina che reclama lo status di scienza sulla base di uno o più fenomeni la cui presenza può essere osservata soltanto respingendo un'ipotesi nulla, cioè soltanto sulla base di un'inferenza statistica. Per contro lo studio di tutte le altre discipline scientifiche è partito da fenomeni la cui esistenza non è mai stata in forse.
Per esempio nel caso della fisica non sono necessari test statistici per stabilire che i corpi cadono. Nel caso della parapsicologia manca completamente una teoria positiva che preveda in che situazioni vi può essere percezione anomala e in quali altre essa è assente. Per di più studi empirici hanno mostrato che i modelli statistici descrivono la situazione del mondo reale solo approssimativamente. Per esempio le code delle distribuzioni reali contengono più casi di quanto previsto dal modello basato sulla curva di Gauss. In molti casi ciò non ha effetto sui test statistici, ma in alcune situazioni si può respingere l'ipotesi nulla per motivi diversi da una discrepanza con la distribuzione casuale. Tuttavia Hyman vuole concedere che gli effetti presenti negli esperimenti della SAIC non siano dovuti al caso. Anche così però gli effetti statistici di per sé non implicano necessariamente che la percezione anomala sia stata dimostrata o che vi sia un'anomalia di qualche tipo: ci possono essere altre spiegazioni. Infatti, come Boring ha osservato, ogni successo nella ricerca parapsicologica è un fallimento. In altre parole, quando i ricercatori o gli scettici riescono a trovare una spiegazione scientifica accettabile dell'effetto, la spiegazione in termini di percezione extrasensoriale o anomala fallisce.
Siamo così condotti naturalmente da Hyman a considerare la seconda delle tre domande. Hyman ricorda che più volte nella storia della parapsicologia ci si è trovati di fronte a fenomeni apparentemente inspiegabili che dopo un'analisi più accurata sono stati spiegati in modo alquanto mondano. Le tipiche spiegazioni alternative sono state frodi, errori di statistica e artefatti metodologici. Nel caso degli esperimenti della SAIC, se ogni spiegazione alternativa fallisce si può concordare con la conclusione di Utts sul funzionamento dei poteri psichici. Hyman esclude la presenza di frodi o di errori statistici, tuttavia non ritiene che, allo stato attuale della ricerca, si possano escludere spiegazioni basate su errori di metodo. Innanzitutto, a causa della loro novità, gli esperimenti della SAIC non hanno potuto ancora beneficiare di verifiche indipendenti condotte in altri laboratori e, per via della loro segretezza, è mancata l'interazione tra scienziati che nella ricerca pubblica garantisce un controllo di metodologie e risultati.
Oltre a questi, Hyman segnala una serie di altri problemi specifici del programma SAIC. Innanzitutto in molti esperimenti sono stati usati gli stessi veggenti, poi in tutti gli esperimenti si è fatto uso dello stesso insieme di bersagli, infine in tutti gli esperimenti un solo giudice (che coincideva con il ricercatore capo) ha esaminato le risposte dei veggenti.
In mancanza di un insieme di esperimenti ripetuti da gruppi indipendenti con lo stesso protocollo in varie parti del mondo, Utts è stata costretta a confrontare i risultati della SAIC con ricerche di altro tipo nelle quali si sono misurate analoghe deviazioni dalla casualità. Hyman critica la liceità di un simile confronto in quanto le deviazioni dalla casualità dipendono da quale tra le svariate medie possibili viene presa in considerazione. In più dove Utts e altri parapsicologi vedono correlazioni e coerenza, Hyman vede incoerenza e discrepanze. Per esempio Bem e Honorton [3] hanno rilevato come i soggetti estroversi diano i migliori risultati negli esperimenti ganzfeld, mentre il gruppo di Edimburgo (sotto contratto nel programma SAIC) ha trovato risultati migliori per gli introversi. Ma le discrepanze non si fermano qui.
Per esempio gli esperimenti ganzfeld partono dal presupposto che uno stato alterato di coscienza faciliti la percezione anomala, perché aumenta il rapporto segnale/rumore. Nel caso degli esperimenti della SAIC il veggente è sempre in condizioni normali. Già queste differenze dovrebbero mostrare che, anche se la deviazione dal caso degli esperimenti ganzfeld e di quelli della SAIC è della stessa grandezza, non vi è alcuna ragione per credere che esse siano dovute allo stesso fenomeno o alla stessa classe di fenomeni. Di certo, conclude Hyman, è necessaria una teoria positiva della percezione anomala che ci dica quando questa è presente e quando no, per poter confrontare risultati di esperimenti effettuati in condizioni diverse e per poter affermare che siamo di fronte allo stesso fenomeno.
Traduzione a cura di Enrico Scalas