Mariano Equizzi, regista del cinema digitale, si occupa di video arte e cultura di genere su www.ntxt.it. Equizzi ha prodotto molti lavori sull'influenza della forma nella comunicazione. Il suo video Ginevra Report è un esperimento fantascientifico sulla possibilità di influire sul contenuto di verità di un documentario operando sulla forma del lavoro.
La forma dell'informazione può influenzare il contenuto di verità che tendiamo ad attribuirle?
Il sogno del Kyno Eye (corrente della cinematografia sovietica che aveva come scopo quello di mostrare la realtà) secondo me è naufragato in se stesso diventando forma. Millenni di civiltà ci obbligano a elaborare un'estetica connessa all'informazione, e gli eventi artistici sono paradigmatici di come il nostro cervello sia controllato dalla forma più che dal contenuto.
Volendo concentrarci sulla comunicazione "scientifica", ho avuto occasione di vedere le serie dei primi documentari di Cousteau: adesso sarebbero censurati, gli esemplari venivano spesso fiocinati, catturati barbaramente. Adesso sarebbe improponibile, quella forma di approccio alla divulgazione scientifica non offrirebbe un quadro giusto, non mostrerebbe la necessità di instaurare una relazione di rispetto con la natura.
Non solo la forma influenza la percezione della verità, ma questa forma muta nel tempo. La forma si sovrappone quindi alla divulgazione scientifica, e si pone come uno strato di interfaccia con il pubblico. Questo livello che è la forma della comunicazione è determinato da quello strano intreccio fra arte, tecnologia e moda che muove i media.
Come e in che misura?
Basterebbe guardare i primi documentari di Angela e confrontarli a quelli che realizza adesso. L'evento centrale della produzione documentaristica dell'ultimo trentennio è stato il lavoro della BBC di Attemborough, il suo relazionarsi non con il pubblico ma con il singolo fruitore da casa, in un rapporto buon maestro/discepolo, ha segnato tutta la produzione legata alla divulgazione scientifica. L'assenza di uno studio-cornice, il passeggiare insieme alla cinepresa direttamente nel pianeta di cui voleva narrare le meraviglie. Questa osservazione sul prima e dopo Il Pianeta Vivente cerca di evidenziare come un nuovo tipo "acting" del divulgatore-autore influenzi la quantità di verità scientifica percepibile dal fruitore, oltre il contenuto della verità divulgata. Quindi chi non segue questo "nuovo" stile raccoglie meno pubblico, diffonde meno "verità".
Quali sono gli artifici tecnici che si mettono in atto?
Possiamo dividerli in tre grandi masse. La prima dipende dal testo ed è legata agli effetti sonori sulla voce e il modo in cui il suono è registrato (meglio in presa diretta poiché nella percezione del pubblico è più vero, più urgente). Evidenziare il soffione di un geiser mentre il divulgatore spiega fa capire meglio di cosa si tratta, si proietta lo spettatore accanto al "maestro" e crolla lo schermo-scudo televisivo.
La seconda massa riguarda le grafiche, non quella speciali, ma quelle divulgative, operando su quelle si può manipolare l'opinione, facendo leva sulla chiarezza, sulla definizione nitida dei numeri, delle linee, delle immagini digitali incorporate. La nitidezza della grafica statistica avvolge il significato e lo protegge da attacchi provenienti dalla massa di fruitori (non certo dalla minoranza di esperti).
La terza massa concerne gli effetti speciali propriamente detti, in questo caso la quantità di informazione viene persino a ridursi, quasi che si ritirasse come l'acqua durante le maree e lasciasse solo la spettacolarità delle immagini. Attraverso queste forze estetiche si raggiunge molto pubblico e in modo molto efficace, ma paradossalmente la qualità della divulgazione diminuisce.
La fantascienza è un territorio di sperimentazione privilegiato?
Da operatore della fantascienza audiovisiva credo proprio di sì, si può costruire un mosaico immaginario apparentemente vero, a prova di pubblico. La fantascienza permette di manipolare, di creare dal nulla e rendere vera una "verità" scientifica totalmente falsa. Una verità che è scientifica semplicemente perché è narrata scientificamente, secondo i canoni del report scientifico.
Emiliano Farinella
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