Questo libro sembra scritto apposta per chi si interessa professionalmente di matematica applicata. Ci sono tutti i maggiori argomenti del settore: da Gauss alla Teoria dei giochi, da Bayes alla Passeggiata dell'ubriaco. Ma non è un saggio di statistica e probabilità, bensì è costruito come un romanzo sulla mitica figura di Sherlock Holmes alle prese con vari casi più o meno giudiziari. Valutando globalmente il testo, non posso eccedere coi voti entusiasmanti: un paio di capitoli (il quinto e l'undicesimo) li trovo farraginosi oltre il necessario, la descrizione dei meccanismi statistici qualche volta è condensata troppo, e non mi aspettavo l'errore sull'inizio dei secoli (p. 19) perfino ribadito. Ho trovato invece utile la postfazione, che in qualche modo riesce a dipanare alcuni ragionamenti che avevano lasciato un po' nell'ignoto il lettore comune.
La scelta letteraria di creare un romanzo come pretesto per dire cose da saggista, mi sembra didatticamente funzionante; eppure Bruce dà l'impressione di non averla onorata del tutto. Trovo, infatti, troppo poco delineate le figure sia di Holmes che di Watson e, tra l'altro, l'aver assegnato a Watson la parte narrante distrae troppo. E poi, avrei evitato certe "americanate", come l'allusione alle passioni proibite del reverendo Charles Dodgson, e il coupe de scene finale, riuscito a metà, quando compaiono nientedimeno che Marx e Lenin. Meglio sarebbe stato intrattenersi di più sulle esperienze di James Randi (citato a p. 282) e magari sforbiciare il testo romanzato per aprire più spazio ai sistemi matematici.
Sul versante dei contenuti, il libro appartiene senz'altro alle opere di autori (Nicholas Falletta,. K.C. Cole, Carl Sagan, solo per citare) mirate a illustrare, e a rivalutare, la potenza della razionalità. Il lettore sprovveduto in temi probabilistici, imparerà un sacco di cose: a ponderare i propri progetti di investimento e le scommesse alla roulette, a stare alla larga dai presunti messaggi criptici celati nelle profezie e nei testi religiosi, a identificare le gerarchie degl'ordini numerici, a utilizzare la potente logica bayesiana (che in Inghilterra viene proibita agli avvocati che la volessero utilizzare nelle loro arringhe!), a interpretare correttamente le manipolabili informazioni statistiche lette sui quotidiani, a capire come possono ingannare i campionamenti, a riconoscere la sorprendente Legge di Benford.
Insomma, questo è un testo da approfondire, non solo da leggere. Adeguatamente rielaborato da un lettore che conosce gli argomenti, riesce a essere uno strumento utile all'interpretazione corretta dell'esistente. Altrimenti, è solo una lettura qua e là piacevole che fa un po' di luce nella baraonda dell'irrazionalità.