Roma, agosto 1996
L'appartamento è in un ampio e silenzioso quartiere di nuova costruzione, alla periferia sud di Roma. E' un pomeriggio di sole, molte famiglie sono ancora in ferie; il canto delle cicale è disturbato soltanto da qualche bambino che gioca nel cortile, oltre che dalle rare automobili di passaggio. I signori Aldo e Teresa sono cordiali; mi hanno invitato ad andarli a trovare ed io ne ho approfittato, sperando di trovare qualche interessante "voce dall'aldilà".
La stanza in cui il signor Aldo raccoglie i suoi materiali è una cameretta a due letti, apparentemente simile a quella di qualsiasi altra famiglia con due figli. Sui mobili, gli oggetti di sempre: libri di scuola, pupazzi, una piccola raccolta di Dylan Dog. Appese ai muri diverse fotografie ritraggono Maddalena ed Andrea; prima bambini, poi più grandicelli. Le immagini di Maddalena sono in maggioranza, ma si sa: le ragazze sono sempre le più vanitose.
In un angolo, su una piccola scrivania, c'è un computer, e lì vicino un gran numero di audiocassette: più di centoventi, conservate e catalogate con cura. Il signor Aldo le ha ascoltate e riascoltate, solo lui sa quante volte. Ha trascritto tutto quello che è riuscito a percepire: sono centinaia e centinaia di parole, spezzoni di frasi, brevi pensieri. Tutto è memorizzato nel computer e stampato su fogli che stanno racchiusi in tre faldoni, sulla cui costa si legge un nome: Maddalena. Il signor Aldo racconta che le voci registrate su quei nastri sono di sua figlia. E racconta di come Maddalena, nei fiore dei suoi diciassette anni, se ne sia andata per sempre. Una storia tristissima: una vacanza in montagna, come tante altre; poi l'incidente fra due automobili, e lei, la più grave, in rianimazione con fratture multiple. Prima il coma, poi il risveglio e i diversi interventi chirurgici, ma alla fine una imprevista infezione opportunista, contro la quale i medici non hanno saputo trovare rimedio. Tre settimane di sofferenza. Restano solo i ricordi, le foto e qualche oggetto, tutto ben ordinato sugli scaffali di una piccola camera con due letti ed un solo ospite.
Dopo il racconto non ci resta che ascoltare qualche nastro: vengono scelti quelli che contengono le voci migliori. Il signor Aldo manovra il registratore con una sicurezza che tradisce le ore passate ai comandi dell'apparecchio. Il volume è al massimo. Nel fruscìo quasi assordante che esce dagli altoparlanti si percepiscono, talvolta, suoni e voci in lontananza. Ogni tanto irrompe una serie di fortissimi colpi, la cui sonorità suggerisce all'orecchio del tecnico che probabilmente l'apparecchio utilizzato per registrare aveva come minimo qualche problema di falsi contatti. Il signor Aldo mi conferma che oggi quel registratore è andato in pensione, e che ora ne adopera altri (anche se non lo soddisfano più come il primo). Ad uno sguardo attento, nella stanza ci sono infatti ben dieci registratori di vario tipo, tutti accomunati da una caratteristica: quella di non essere apparecchi di particolare qualità. Tutti tranne uno, che però non possiede il microfono e perciò non viene usato per registrare, ma solo per ascoltare i nastri ottenuti con gli altri apparecchi.
Vengo a sapere che ciò che abbiamo ascoltato non è stato registrato in quell'appartamento, ma in due altri luoghi: la vecchia abitazione di viale Trastevere, dove la famiglia ha abitato per venticinque anni, e la casa di montagna. Per ottenere questi nastri il registratore veniva avviato e lasciato in una stanza, talvolta (ma non sempre) a porte chiuse. Qualche volta la famiglia restava nei locali adiacenti e proseguiva nelle sue occupazioni. Nei nastri registrati in quel modo si sentono le voci ed i suoni di varie persone, sebbene lontane, più un discreto campionario di rumori di strada. Non sembrerebbe nulla di interessante, ma improvvisamente il signor Aldo blocca il nastro, lo riavvolge e lo riavvia, portando - se possibile - il volume a livelli ancora più alti. Fra i rumori e le voci ne ha percepita una speciale: quella inconfondibile di Maddalena. Altre volte invece si tratta della voce di qualche differente entità non identificata, che però parla di Maddalena o si rivolge ad un altro componente della famiglia. In altre occasioni invece i messaggi parlano del fratello Andrea, o di altri parenti.
Ecco quello che i coniugi Matano sentono sui loro nastri considerati migliori:
"Madalen ... Magda". (segue risata)
"Andrea è vivo qui".
"Ciao Alberto mamma e papà".
"Campare bisogna, è".
"Vado un attimo giù"... "Vieni qui"... "No, vado"... "Vieni qui"... "Io vado"... "Maddalena Matano".
"Sto nella sala abbracciata con te".
"Ciao, Magda lì sta troppo bene".
"Papà, la voce grossa non sta bene".
"Tuo padre è riuscito ad entrare in contatto, tua madre no. Affetto io do".
Non sempre la signora Teresa concorda sull'interpretazione del marito. Ma è lui lo "specialista" delle voci: ne trova letteralmente a centinaia. E più ascolta i nastri, più si allungano gli elenchi con le trascrizioni. Lei invece non è così abile e ne distingue solo alcune, quelle più forti o dove il timbro di voce è quello giusto.
Talvolta il signor Aldo percepisce una parola o una frase, dove invece l'orecchio del tecnico sente un normale rumore. In effetti, molte volte si tratta davvero di una voce: ma è una persona che si sapeva essere nei paraggi, anche se in un'altra stanza, oppure qualcuno che parla all'esterno. Nastro dopo nastro gli altoparlanti ci fanno ascoltare diversi esempi, registrati con la sola precauzione, se così si può dire, di uscire dalla stanza dove si trova il registratore. Ma mentre l'ascoltatore comune sente emergere dal forte fruscìo solo vaghe ed indistinguibili voci di persone in sottofondo, gli occhi del genitore, a due anni dal tragico evento, si illuminano: quella voce è la sua. Ecco, questa è Maddalena.
A quel punto la tentazione di ringraziare per la cordialità e di lasciar perdere tutto è veramente forte. Non ci sono argomenti da opporre a due genitori che nei fruscii, nei rumori e nelle voci di fondo, sentono distintamente la voce della loro figlia che non c'è più. Inutile cercare ragioni, davvero non serve. E forse per loro è meglio così.
Nonostante tutto, decidiamo di passare ad alcune sperimentazioni. Lo scopo è quello di realizzare, in condizioni di controllo, una registrazione dove si spera che compaia una voce paranormale. Prepariamo uno dei registratori del signor Aldo, un piccolo dittafono a microcassetta che utilizza abitualmente in questo periodo. Ora però, a differenza del solito, per eseguire un confronto ci sarà un secondo registratore che funzionerà in contemporanea. Useremo un mio apparecchio di alta qualità, dotato di un microfono adeguato, e posizionato vicino al dittafono. In questo modo i due apparecchi registreranno gli stessi suoni. Il nastro della microcassetta dura quindici minuti, durante i quali nessuno di noi rimarrà nella stanza. Ci spostiamo perciò su un ampio terrazzo, che è esposto ad una leggera brezza, e che ci consente di chiacchierare tranquillamente mentre la registrazione procede.
Al termine dell'esperimento, per controllare cosa abbiamo ottenuto si comincia ad ascoltare per prima la microcassetta del signor Aldo. L'apparecchio riproduce un forte fruscìo (è naturale, dipende dal tipo di registratore), in cui a volte si percepiscono rumori e deboli voci in sottofondo. Sono le nostre voci, provenienti dalla vicina terrazza. Per diversi minuti non succede nulla di significativo, poi... ecco! Il signor Aldo blocca il registratore, riavvolge ed ascolta nuovamente. Si sente qualcosa di diverso dal solito. Sembra una voce più forte, ma incomprensibile, forse è un lamento, chissà... Dopo diverse ripetizioni il signor Aldo è sicuro: questa è lei, è Maddalena!
Ma ora abbiamo la possibilità di controllare. Porto il mio nastro nella stessa posizione in cui si trova la microcassetta, ed ecco che anche qui si ascolta lo stesso suono. Con una differenza, però: grazie al mio apparecchio è possibile ascoltarla meglio. E così la "voce" si rivela per quello che è: il suono di una delle sedie del terrazzo, trascinata sul pavimento! Non ci sono dubbi, perché oltretutto mentre ci trovavamo all'aperto avevo già notato il prodursi di quel suono, ma opportunamente non lo avevo fatto notare ai presenti. Per fortuna, se così si può dire, la sedia ha prodotto proprio quello che serviva: un suono inaspettato, qualcosa come un segno di cui non si conosce il significato.
Ed ecco allora che scatta il meccanismo tipico della psicofonia. Abbiamo una persona in buona fede che si pone in uno stato di attenzione, di attesa per un evento significativo, sapendo che prima o poi accadrà. Ad un tratto capita qualcosa di inaspettato: uno stimolo che l'esperienza non è in grado di associare immediatamente ad una causa precisa. Ma la nostra mente è abituata ad interpretare tutto ciò che percepisce e a non rimanere mai troppo a lungo senza spiegazioni, così fa rapidamente il classico due più due. La persona cercava fortemente qualcosa di ben preciso: ecco che accade quello che potrebbe essere qualsiasi cosa... e per chi attende diventa proprio quella cosa!
L'evidenza dei fatti disorienta non poco gli sfortunati genitori di Maddalena. Accade addirittura un fatto inaspettato: ad un tratto il signor Aldo è preso da un dubbio, e si rende quasi conto di cosa sta realmente accadendo. Ma la prospettiva di una realtà crudele, di un mondo dove Maddalena oramai non c'è più, è insopportabile e dura solo un breve istante. E' vero, mi dice il signor Aldo: questa volta si è sbagliato, ma non è possibile che tutte le centinaia di altre voci siano solo errori di interpretazione. No, conclude: non è proprio possibile.
Ascoltando le voci considerate migliori, delle quali ho avuto copia, resta comunque un aspetto interessante. Nella maggior parte degli esempi, sui nastri non c'è solo quello che viene attribuito alla figlia, ma vi sono altre voci e rumori sia prima che dopo la "voce dall'aldilà". Però chi si dedica alla psicofonia riferisce sempre e solo quello che ritiene significativo, come se sul nastro si trovassero misteriosamente solo quelle frasi, e non anche tutto il resto. Invece, ascoltando liberamente le registrazioni si trova che non è così. E non si capisce affatto perché solo quella specifica frase debba essere paranormale, mentre quelle che seguono o che precedono possano tranquillamente essere attribuite a chi si trovava nei paraggi. Nonostante sia evidente che nel raggio di azione del microfono vi fossero altre persone, questo non intacca minimamente le certezze di chi cerca le voci dei propri cari scomparsi. Non resta che constatare come l'interpretazione soggettiva, soprattutto se unita all'uso di apparecchiature inadatte, sia anche in questo caso il fattore determinante nelle manifestazioni attribuite alla psicofonia.