Non vogliamo sembrare dei guastafeste, in fondo si tratta solo di un film (che, lo ripetiamo, val la pena di vedere), ma grazie ad esso si è diffusa l'idea che la cosa (riportare in vita dei dinosauri) sarebbe sì difficile ma, prima o poi, si potrebbe fare.
E si potrebbe fare? A questa domanda ha risposto Franco Carlini, biofisico e autore del libro Tornano i Dinosauri. I segreti di Jurassik Park, sulle pagine de Il Venerdì di Repubblica del 1/10/93. "Dna antico", scrive Carlini, "ne circola ormai molto, ma quello che si ricava dagli esemplari di ambra è davvero pochino: due-trecento basi chimiche sul miliardo o più che costituisce l'intero corredo genetico di un animale. Esistono persino dubbi che, nel caso di animaletti più antichi, quello ricavato sia effettivamente Dna, dato che tutto farebbe supporre che quella lunga e delicata molecola si rovini completamente nel giro di alcune migliaia di anni. Così l'ultimo record dichiarato, il Dna di un coleottero libanese del Cretaceo, è ancora in attesa di conferma. In ogni caso si trattava di un animale vegetariano e perciò non c'è alcuna speranza che abbia punzecchiato un dinosauro dell'epoca.
"Anche avendo a disposizione un pezzo di corredo genetico di un caro dinosauro, anche 'rammendandolo' al computer con quello di animali simili, resterebbe poi una difficoltà pressoché insormontabile, per chi volesse fabbricare un Velociraptor. Occorrerebbe infatti impiantare quelle istruzioni genetiche in un embrione di un animale d'oggi, diciamo un coccodrillo. E il risultato sarebbe un coccodrillino con qualche gene fuori posto."
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