I controlli che il Mendeleev riteneva fossero da applicare nell'esame dei soggetti "medianici" venivano ritenuti superflui dalla maggioranza dei suoi colleghi scienziati e, da alcuni, considerati addirittura offensivi. Mendeleev ritiene questo atteggiamento "pura superstizione" e lo dimostrerà individuando nei medium i veri responsabili degli inganni.
Nell'illustrare le sue considerazioni sull'operato dei niedium, Mendeleev dà al lettore l'impressione di provare un certo imbarazzo, dovuto probabilmente al fatto che le sue constatazioni lo pongono in aperto contrasto con un caro amico, anch'esso uomo di scienza e frequentatore di sedute spiritiche. Si tratta dello stesso amico che lo aveva convinto a costituire, presso la Società di Fisica dell'Università di Pietroburgo, una commissione per lo studio dell'attendibilità dei fenomeni spiritici.
Mendeleev illustrò i risultati ottenuti dalle ricerche condotte dalla commissione in tre conferenze riportate integralmente nel libro. In esse, si legge che Io studioso avrebbe preferito lasciare un sia pur tenue varco alla possibilità di una qualche realtà paranormale per ottenere così "un considerevole ridimensionamento sia del materialismo più grossolano che dello spiritismo bacchettone". D'altro canto, però gli esperimenti condotti lasciano chiaramente intendere la natura fraudolenta dei fenomeni. Mendeleev smentisce anche l'ipotesi che i comportamenti truffaldini dei medium possano essere espressione di forze esterne (spiritiche, appunto) che li "costringerebbero" a ricorrere a dei trucchi per sollevare i tavoli, e spostare sedie e armadi.
Il messaggio che il Mendeleev lancia, in sostanza, agli studiosi suoi contemporanei è il seguente: la natura truffaldina dei fenomeni spiritistici è ormai provata e poco convincente è l'ipotesi che i medium agiscano inconsciamente, determinando fenomeni paranormali. Dunque, lo spiritismo non desta alcun interesse, almeno dal punto di vista scientifico. L'unica indagine che resta al ricercatore può essere quella antropologica, psicologica o sociologica sul diffusissimo fenomeno della credulità popolare.
Apprezzabile, infine, anche il saggio introduttivo del prof. Silvano Tagliagambe, filosofo della scienza all'Università di Cagliari, il quale ricostruisce, in chiave storico-biografica, il mondo accademico in cui visse Mendeleev a San Pietroburgo e, retrocedendo nel tempo, illustra la progettazione e la nascita della città russa affacciata sull'Europa, attratta dalla sua civiltà e dalle sue emancipazioni.