Nello spiritismo si parla di apporti con riferimento a oggetti o sostanze che arriverebbero in maniera apparentemente misteriosa nel mezzo di una seduta spiritica. Normalmente, gli apporti si verificano al buio, per cui non esistono documentazioni attendibili che dimostrino la natura paranormale di tali eventi; piuttosto, molto spesso è capitato di sorprendere il medium nell'atto di prelevare un oggetto dalla tasca o da altro nascondiglio nella casa per fingere un apporto.
Una fotografia pubblicata nell'enciclopedia L'uomo e l'ignoto (vol. 1, pag. 87), documenta una possibile simulazione, sebbene non riconosciuta come tale dagli autori dell'enciclopedia, messa in atto dal medium Roberto Setti nel tentativo di creare l'illusione di un apporto. Nella foto (probabilmente scattata al buio con il flash o alla luce ma pochi minuti prima di spegnerla) si vede il medium seduto su una poltrona, mentre mostra le mani vuote; tuttavia, sotto la poltrona, nonostante il medium tenga le gambe strette, si vede chiaramente una piccola lampada di ottone che, di lì a poco, sarebbe stata "apportata" nel corso di una seduta al buio.
Setti è rimasto famoso proprio per i suoi apporti "luminosi": nella sala buia si sviluppava dalle dita del medium una luminosità che poi si estendeva alle mani in continuo movimento, come a manipolarla; questa luminosità è descritta come informe e vaporosa, altre volte come una materia mobile che sembrava in qualche modo coprire le mani del medium. I fenomeni luminosi erano accompagnati da un odore simile all'ozono. Poi, da questa massa luminosa il medium sembrava plasmare un oggetto che, al termine della seduta, si scopriva essere una medaglietta o un monile che veniva in genere regalato ai presenti. Il chimico del CICAP, Luigi Garlaschelli, è riuscito a riprodurre con una soluzione al 3% di fosforo di toluene tutti i fenomeni luminosi di Setti in maniera pressoché identica, come alcune persone che avevano assistito alle sedute di Setti hanno potuto confermare. Il fatto che Garlaschelli abbia riprodotto i fenomeni di Setti con un trucco, naturalmente, non dimostra che anche Setti usasse lo stesso trucco ma, sicuramente, dimostra che una spiegazione scientifica per il fenomeno esiste (contrariamente a quanto per anni affermato in certe pubblicazioni di parapsicologia) e, poiché Setti non fu mai, in alcun modo, sottoposto a controlli, fornisce la più probabile e semplice spiegazione alternativa a quella paranormale.
Per saperne di piu:
Una fotografia pubblicata nell'enciclopedia L'uomo e l'ignoto (vol. 1, pag. 87), documenta una possibile simulazione, sebbene non riconosciuta come tale dagli autori dell'enciclopedia, messa in atto dal medium Roberto Setti nel tentativo di creare l'illusione di un apporto. Nella foto (probabilmente scattata al buio con il flash o alla luce ma pochi minuti prima di spegnerla) si vede il medium seduto su una poltrona, mentre mostra le mani vuote; tuttavia, sotto la poltrona, nonostante il medium tenga le gambe strette, si vede chiaramente una piccola lampada di ottone che, di lì a poco, sarebbe stata "apportata" nel corso di una seduta al buio.
Setti è rimasto famoso proprio per i suoi apporti "luminosi": nella sala buia si sviluppava dalle dita del medium una luminosità che poi si estendeva alle mani in continuo movimento, come a manipolarla; questa luminosità è descritta come informe e vaporosa, altre volte come una materia mobile che sembrava in qualche modo coprire le mani del medium. I fenomeni luminosi erano accompagnati da un odore simile all'ozono. Poi, da questa massa luminosa il medium sembrava plasmare un oggetto che, al termine della seduta, si scopriva essere una medaglietta o un monile che veniva in genere regalato ai presenti. Il chimico del CICAP, Luigi Garlaschelli, è riuscito a riprodurre con una soluzione al 3% di fosforo di toluene tutti i fenomeni luminosi di Setti in maniera pressoché identica, come alcune persone che avevano assistito alle sedute di Setti hanno potuto confermare. Il fatto che Garlaschelli abbia riprodotto i fenomeni di Setti con un trucco, naturalmente, non dimostra che anche Setti usasse lo stesso trucco ma, sicuramente, dimostra che una spiegazione scientifica per il fenomeno esiste (contrariamente a quanto per anni affermato in certe pubblicazioni di parapsicologia) e, poiché Setti non fu mai, in alcun modo, sottoposto a controlli, fornisce la più probabile e semplice spiegazione alternativa a quella paranormale.
Per saperne di piu:
- Garlaschelli, L. "Indagine su Roberto Setti", Scienza & Paranormale 7, 1995, pp. 12-18.
- Garlaschelli, L. e M. Polidoro. "Il caso di Sai Baba: il santone… prestigiatore", in: I segreti dei fachiri, 1998, pp. 85-93. Contiene la spiegazione per materializzare la "vibuthi", o sabbia sacra.
- Prencipe, M, A. Fronte e M. Tribaudino. "Indagine sulla Vibuthi: la cenere sacra di Sai Baba", in: Atti del VI Convegno Nazionale del CICAP, 1999, pp. 113-115.
- Polidoro, M. "Roberto Setti e il Cerchio Firenze 77", in: Viaggio tra gli spiriti, Sugarco 1995, pp. 282-293.
- Polidoro, M. "Materializzazioni e apporti", in: L'illusione del paranormale, Muzzio 1998, pp. 198-201