La numerazione degli anni, nel mondo occidentale, deriva dall'applicazione dei calcoli di Dionigi il Piccolo, un monaco del VI secolo, che cercò di contare, sbagliando, gli anni trascorsi dalla nascita di Cristo, utilizzando come traccia la cronologia dalla fondazione di Roma. Poiché invece appare dimostrato che la nascita di Cristo sarebbe avvenuta circa cinque anni prima di quella inizialmente ipotizzata, essa può considerarsi un sistema semplicemente convenzionale, al punto che si è pensato di attribuire alle sigle BC e AC, in uso nei paesi anglosassoni, il significato di Befor e After Convention (Prima e Dopo la Convenzione) anziché Before e After Christ (Prima e Dopo Cristo).
Poiché il primo anno della nostra era è identificato con il numero 1, è evidente che il terzo millennio inizierà il primo gennaio dell'anno 2001. Ma nonostante la matematica sia abbastanza chiara, molti, il primo gennaio 2000, hanno festeggiato solennemente, anzitempo, l'inizio del "terzo millennio".
Al di là dei casi di palese ignoranza, di acritica imitazione, o di disinformazione finalizzata a un ritorno commerciale, si può spiegare, almeno in parte, come ciò sia potuto accadere. Dal punto di vista matematico il primo anno di un secolo è sempre quello contrassegnato da un "uno", ma la maggior parte delle persone ha una indubbia propensione a considerare i numeri con lo "zero" come elementi di passaggio fra decine, centinaia e migliaia. Questo equivoco è all'origine di un'interpretazione popolare dei cambi di secolo e di millennio discordante da quella colta, matematicamente corretta. In base a questa divergenza, si riaccende puntualmente, da qualche secolo, una querelle su quale sia la data corretta del passaggio di secolo. Mentre all'inizio dell'Ottocento e del Novecento l'interpretazione colta aveva alla fine nettamente prevalso, per l'inizio di questo nuovo secolo quella popolare ha visto crescere notevolmente i suoi sostenitori, e ha conquistato la maggior parte dello spazio mediatico.
Il passaggio di millennio, in questo caso fra il secondo e il terzo nella datazione occidentale, è da molti associato, come tutti i passaggi temporali, a una crisi, che reca con sé avvenimenti funesti. Costoro sembrano presi da una rinnovata febbre millenarista, concetto che peraltro si è alquanto modificato rispetto al suo significato apocalittico originario di durata del regno di Cristo.
Ma non ha alcun senso credere che durante e dopo il vero transito di millennio possa realmente accadere alcunché di funesto; infatti, il nostro computo del tempo è del tutto insignificante rispetto al tempo assoluto dell'universo, e ancora, ciò che per noi può avere un forte significato simbolico passa invece del tutto inosservato a gran parte dell'umanità, alle tante culture che adoperano sistemi di datazione diversi. In fondo, anche la presunta paura dell'anno mille è stata solo un'invenzione dei posteri.
Per saperne di piu:
Poiché il primo anno della nostra era è identificato con il numero 1, è evidente che il terzo millennio inizierà il primo gennaio dell'anno 2001. Ma nonostante la matematica sia abbastanza chiara, molti, il primo gennaio 2000, hanno festeggiato solennemente, anzitempo, l'inizio del "terzo millennio".
Al di là dei casi di palese ignoranza, di acritica imitazione, o di disinformazione finalizzata a un ritorno commerciale, si può spiegare, almeno in parte, come ciò sia potuto accadere. Dal punto di vista matematico il primo anno di un secolo è sempre quello contrassegnato da un "uno", ma la maggior parte delle persone ha una indubbia propensione a considerare i numeri con lo "zero" come elementi di passaggio fra decine, centinaia e migliaia. Questo equivoco è all'origine di un'interpretazione popolare dei cambi di secolo e di millennio discordante da quella colta, matematicamente corretta. In base a questa divergenza, si riaccende puntualmente, da qualche secolo, una querelle su quale sia la data corretta del passaggio di secolo. Mentre all'inizio dell'Ottocento e del Novecento l'interpretazione colta aveva alla fine nettamente prevalso, per l'inizio di questo nuovo secolo quella popolare ha visto crescere notevolmente i suoi sostenitori, e ha conquistato la maggior parte dello spazio mediatico.
Il passaggio di millennio, in questo caso fra il secondo e il terzo nella datazione occidentale, è da molti associato, come tutti i passaggi temporali, a una crisi, che reca con sé avvenimenti funesti. Costoro sembrano presi da una rinnovata febbre millenarista, concetto che peraltro si è alquanto modificato rispetto al suo significato apocalittico originario di durata del regno di Cristo.
Ma non ha alcun senso credere che durante e dopo il vero transito di millennio possa realmente accadere alcunché di funesto; infatti, il nostro computo del tempo è del tutto insignificante rispetto al tempo assoluto dell'universo, e ancora, ciò che per noi può avere un forte significato simbolico passa invece del tutto inosservato a gran parte dell'umanità, alle tante culture che adoperano sistemi di datazione diversi. In fondo, anche la presunta paura dell'anno mille è stata solo un'invenzione dei posteri.
Per saperne di piu:
- "Il millennio che non c'è", di Stephen Jay Gould. Il Saggiatore. Milano, 1999
- "Terzo millennio", a cura di Cristina Pulcinelli. Avverbi, Roma, 2000.
- "Chi ha paura del 2000?", di James Randi. Scienza & Paranormale 11, 1996, pp. 22-27.
- "La leggenda dell'anno mille", di Sergio De Santis. Scienza & Paranormale 11, 1996, pp. 28-31.
- "Catastrofi apocalittiche: false e vere", di Roberto Vacca. Scienza & Paranormale 11, 1996, pp. 32-33.
- "Ma quando inizierà il terzo millennio", di Ennio Peres. Scienza & Paranormale 25, 1999, pp. 48-50.
- "Ultime notizie sul 999", di Umberto Eco. Scienza & Paranormale 28, 1999. pp. 38-39.