I fuochi fatui sono misteriose luminosità, simili a deboli fiammelle, che si vedono molto raramente di notte, all'aperto, sul terreno.
Noti in tutto il mondo, da almeno duecento anni sono considerati un fenomeno naturale, dovuto ai gas prodotti dalla decomposizione di materiale biologico nel terreno.
Essi dovrebbero quindi essere relativamente più comuni in prossimità dei cimiteri o nelle paludi.
Una teoria è che essi siano generati dal metano, uno dei gas prodotti dalla putrefazione, mescolato a tracce di fosfina, un composto che si autoincendia a contatto dell'aria, a sua volta incendiando il metano.
Contro questa ipotesi si pongono le rare testimonianze oculari, che parlano spesso di luminosità fredda. Si potrebbe in tal caso trattare non di combustione, ma di chemiluminescenza - o fosforescenza - della fosfina.
Nessuno, fino ad oggi, ha mai catturato, analizzato o riprodotto in laboratorio un fuoco fatuo, e la letteratura scientifica sull'argomento è quasi nulla.
Segnalazioni di avvistamenti recenti possono essere riportate al CISU ([email protected] ) o a Luigi Garlaschelli, chimico dell'Università di Pavia ([email protected] ).