Rane che volano, mantelli che rendono invisibili chi li indossa, fluidi che scorrono senza attrito, particelle che si scambiano telepaticamente le proprietà fisiche e studi su macchine che viaggiano verso il passato.
Anche questo è la fisica, oggi. Anzi, la Scienza non è mai stata così audace come adesso, e ci sono perfino teorie che ammettono l’esistenza di universi paralleli al nostro, ciascuno con le sue leggi fisiche e la sua storia.
Molto di quello che la fantascienza aveva immaginato nello scorso secolo, sta sorprendentemente diventando realtà.
Dalle vicende vissute in prima persona nel corso degli esperimenti di levitazione magnetica di rane e altri esseri viventi ai numerosi argomenti che ha trattato per la rivista Focus, l’autore affronta con un linguaggio semplice molti dei temi più affascinanti e dibattuti della fisica contemporanea.
Gli autori
Andrea Parlangeli è fisico e giornalista del mensile Focus. Si è laureato in fisica presso l’Università di Pisa e ha conseguito il diploma della Scuola Normale Superiore. Ha ottenuto il dottorato di ricerca presso l’Università di Nijmegen, nei Paesi Bassi, dove ha vissuto in prima persona l’“esperimento delle rane volanti” raccontato in questo libro, ed è stato ricercatore presso i laboratori di ricerca della Philips a Eindhoven. Come giornalista, ha vinto due premi nazionali di divulgazione scientifica.
Dalla Prefazione di Mauro Gaffo
Era la primavera del 1999 quando Andrea Parlangeli entrò per la prima volta nella redazione di Focus.
A quell’epoca la rivista era già considerata un fenomeno editoriale di prima grandezza: una pubblicazione scientifica che non si limitava a sopravvivere stentatamente, ma era arrivata addirittura a vendere più di mezzo milione di copie! Una conseguenza di quel successo era che in redazione si presentavano di tanto in tanto scienziati incompresi, teorici del moto perpetuo e sedicenti scopritori del sistema sicuro per vincere al Lotto.
Sulle prime, vedendo Andrea, mi chiesi a quale delle tre summenzionate categorie appartenesse quel visitatore inatteso.
Ma, dopotutto, che male c’era ad ascoltare quel che aveva da proporre? Al massimo, avrei perso qualche minuto.
Ben presto, però, mi accorsi che quella chiacchierata non era una perdita di tempo.
Anzi, si stava dimostrando molto interessante: Andrea Parlangèli (non Parlàngeli, come avevo dato per scontato) era infatti un fisico e in quel periodo stava svolgendo il dottorato di ricerca presso un’università olandese.
Proprio la stessa università che in quei mesi era finita sui giornali di tutto il mondo per un bizzarro esperimento: sfruttando una forma di magnetismo poco conosciuta (il diamagnetismo) e utilizzando campi magnetici di elevatissima intensità, avevano fatto levitare alcune rane.
Andrea Parlangeli non aveva esperienza giornalistica ma era intenzionato a entrare nel mondo della divulgazione ed era per questo che si era presentato alla redazione di Focus.
Così gli proposi di scrivere un articolo sulla sua esperienza in quel laboratorio (il Laboratorio per gli Alti Campi Magnetici di Nijmegen, nei Paesi Bassi) e sul curioso esperimento delle rane volanti.
Lui accettò.
Poi, se non ricordo male, devo aver cominciato a insistere sull’uso di un linguaggio semplice: non devi usare nessuna equazione, sono vietati i termini specialistici, devi ricorrere il più possibile a esempi e similitudini… Probabilmente temevo di ricevere un incomprensibile trattato sul magnetismo, lontanissimo dagli articoli giornalistici che venivano (e vengono tuttora) pubblicati sulla rivista.
Invece no.
Il giovane scienziato che voleva diventare giornalista si diede da fare per procurare, oltre alle indispensabili interviste, anche le foto della povera rana che galleggiava nell’aria, sorretta da un’invisibile forza magnetica.
E per buona misura aggiunse la foto di una fragola volante e di una goccia d’acqua sospesa a mezz’aria< Aveva capito subito che nella comunicazione di massa le immagini sono tanto importanti quanto le parole.
E che il linguaggio di chi fa divulgazione non può essere identico a quello di chi fa ricerca.
Non mi stupisco, quindi, che quel primo articolo si sia oggi arricchito fino a diventare un libro, estendendosi ovviamente a molti altri argomenti, ma partendo proprio da quel primo giorno in cui Andrea Parlangeli intraprese una carriera che l’avrebbe portato a diventare, negli anni successivi, l’autore dei più importanti servizi scientifici pubblicati da Focus.
Senza fargli perdere, fortunatamente, la curiosità per gli argomenti apparentemente semplici: sulla rivista, Andrea Parlangeli non ha infatti firmato soltanto articoli sulla quarta dimensione, sul Big Bang o sulla fisica delle particelle, ma ha scritto anche brillanti testi su come si cuoce scientificamente un uovo alla coque e su quanti modi diversi esistono per asciugare i panni o essiccare il pesce.
Questo libro mi sembra sia stato scritto nello stesso spirito, cioè con l’idea che i laboratori scientifici non siano luoghi riservati a pochi iniziati, dove si svolgono riti esoterici e incomprensibili, ma che, a saperli raccontare nel modo giusto, siano invece luoghi dove persone molto intelligenti cercano di capire meglio come funziona il mondo.
Solo che, siccome sono troppo concentrate sul lavoro per spiegarci a che punto sono arrivate, questo compito tocca a qualcun altro.
Per saperne di più, voltate pagina.