La mappatura del genoma è stata una delle più ambiziose avventure intraprese dall'uomo moderno. L'obbiettivo era così imponente da lasciare sconcertati: migliaia di geni da decifrare e milioni di basi chimiche da ricostruire. Ma a poco a poco intorno al progetto è cresciuta una tensione simile a quella che accompagna i grandi eventi. Oggi, dopo che un ente pubblico e una multinazionale guidata da un ex surfista si sono sfidati senza esclusione di colpi per svelarne i segreti e la sfuggente bellezza, il genoma è diventato una celebrità. A lui sono dedicate riviste e siti Internet come una star del cinema. Conoscere il nostro codice genetico ci ha messo di fronte a un nuovo modo di fare scienza, di affrontare le malattie, di comparare gli organismi e di ripensare le nostre origini.
Districandosi tra passato e futuro, storia e prospettive, Matt Ridley ci conduce per mano nei meandri dei sistemi biologici complessi, preoccupandosi fin dall'inizio di eliminare un equivoco diffuso: "I geni non esistono per provocare malattie". La conoscenza del "corredo" che ereditiamo dai nostri antenati non è una condanna, ma sempre e comunque una possbibilità.
Ventidue capitoli più uno per raccontare l'autobiografia di una specie, la nostra, saltando da un cromosoma all'altro. Una lucida guida per superare gli allarmismi e i fraintendimenti che circondano uno dei temi più avvincenti del panorama scientifico contemporaneo, e capire, infine, quanto siamo liberi e quanto determinati dal DNA.