I recenti progressi nel campo delle neuroscienze sono riusciti a spazzare via i vecchi pregiudizi sulle differenze biologiche tra uomini e donne? Sembra proprio di no. Benché smentite dalla ricerca, le teorie deterministe, che postulano una «programmazione» dei nostri atteggiamenti intellettuali e dei comportamenti, non accennano a scomparire. Apprezzate dal pubblico per la loro semplicità, fanno la gioia dei mass media e hanno garantito il successo di psicologi autori di bestseller, convinti che i neuroni possano spiegare le incomprensioni, i contrasti e le divergenze tra uomini e donne. «Siete pettegole e avete bisogno di confidarvi? È colpa del vostro cervello, fatto in maniera diversa da quello dell’uomo». «Non siete capaci di leggere una cartina stradale? È normale, il cervello femminile non è adatto a compiti di questo tipo». Questo libro offre un contributo importante alla questione, affrontandola con rigore, chiarezza e un pizzico di humour. L’obiettivo delle autrici è indagare l’esistenza di un fondamento biologico delle disuguaglianze tra uomini e donne, evidenziando l’influenza dell’ambiente sociale e culturale nella costruzione dell’identità.
La conclusione sarà quella sostenuta un quarto di secolo fa dal grande biologo e premio Nobel Francois Jacob: «l'uomo è programmato geneticamente, ma è programmato per apprendere».