Non sempre naturale fa rima con salutare

Se tutto ciò che è “naturale” va protetto perché è “buono”, in che modo dobbiamo confrontarci con organismi nocivi ma inequivocabilmente naturali come il plasmodio, che causa la malaria, o il virus SARS-CoV-2, responsabile di Covid-19? Da che parte stiamo: da quella del batterio Xylella o da quella degli ulivi che ha devastato?

  • In Articoli
  • 22-06-2023
  • di Roberto Defez
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Esemplare adulto di Philaenus spumarius, l’insetto vettore del batterio Xylella © Tomasz Klejdysz/iStock
Alla radice del termine "natura" c'è la nascita e quindi il divenire, il cambiamento, il rimescolamento tra individui, l’apparire di nuove individualità uniche e diverse da tutte le forme simili. Ogni nuovo essere vivente è unico nel suo assortimento non solo di caratteri, ma anche di esperienze che si intersecano con quei caratteri. Quindi una natura intesa come movimento, non come forma cristallizzata e sempre identica a sé stessa. Nel cambiamento dunque è incluso il concetto di evoluzione, di adattamento, di cambio di generazioni, di un passato usato per andare nel futuro. Ma senza che questo implichi dei concetti che sentiamo troppo spesso, in cui naturale viene declinato in “buono, pulito e giusto”, o in “sano, accogliente, protettivo, fisiologico”. In altre parole, la Dea Natura sa cosa fare e dove andare, mentre l’uomo è l[...]
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