Che ne è stato dei vecchi cari robot dalle fattezze umane che avrebbero dovuto servirci il pranzo con i loro movimenti impacciati e il procedere traballante?"
Non sono mai spariti, ci dice Edoardo Boncinelli, e hanno molto da insegnarci anche ora che assistiamo alla rivoluzione delle nanotecnologie. Le macchine non sono più fuori di noi ma parte di noi, hanno cambiato il nostro modo di vivere, hanno potenziato ed esteso le nostre facoltà mentali permettendoci di raggiungere risultati un tempo impensabili. Sono "macchine invisibili", scandagliano il nostro organismo alla ricerca di imperfezioni e malattie, e costituiscono uno dei "primi esempi di tecnica quasi interamente figlia della scienza", in cui naturale e artificiale si avvicinano sempre di più. A cavallo di un ippogrifo, creatura fantastica che incarna la straordinaria e spiazzante umanità dei marchingegni di cui ci circondiamo, Boncinelli ripercorre la storia del rapporto tra l'uomo e la tecnica svelandoci il legame profondo tra l'invenzione e il miracolo ingegneristico alla base del nostro corpo. E ci ricorda che l'unica alternativa possibile all'uso delle macchine è quella di ritirarsi in se stessi e limitarsi a contemplare il mondo, rinunciando ai propri sogni e alle proprie aspirazioni per un futuro migliore.