"Olà, finiam le dispute: se subito, senz'altro replicar, non te ne vai, Masetto, guarda ben, ti pentirai!" Al contrario che nel Don Giovanni di Mozart e Da Ponte, quando infuria la controversia lo scienziato cerca (almeno) di "restar saldo" (come Lutero a Worms), salvo cedere quando siano in gioco la carriera o la vita. Hal Hellman racconta qui le più importanti polemiche scientifiche della storia: dalla battaglia di Galileo in favore dell' "opinione copernicana" per cui è la Terra a muoversi alla furia con cui venne inizialmente aggredito Alfred Wegener, il Copernico della geologia del Novecento che "fece muovere" i continenti. Austeri matematici e medici sottili, fisici rigorosi e paleontologi (un po') nevrotici, biologi testardi e antropologi (pìù o meno) "etnicamente corretti" non sfuggono al maledetto vizio di litigare. Ma se si fosse trattato di virtù? Il lettore scoprirà un Newton implacabile, un Voltaire un po' presuntuoso e non troppo tollerante, un Darwin timido ma coraggioso, e potrà associare ai nomi famosi che etichettano questa o quella nozione che ha faticosamente appreso a scuola il lato umano della scoperta scientifica. E constaterà che perfino (e soprattutto) nella scienza il dissenso può essere stimolo alla creatività e garanzia di libertà, molto meglio che una concordia imposta dall'alto.
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