Nel precedente numero di questa rubrica sono state fornite indicazioni su come intraprendere la ricerca delle posizioni che vogliamo, o dobbiamo, sostenere in un dibattito. Per rendere più efficace la ricerca, e in vista dell’organizzazione del materiale reperito, è però opportuno distinguere i diversi elementi di cui le argomentazioni si compongono. Comprendere la diversa natura delle informazioni rinvenute e la loro funzione argomentativa permetterà infatti una successiva ed efficace preparazione dei discorsi a sostegno delle nostre tesi.
Il primo gruppo di elementi da individuare nelle informazioni reperite è l’insieme costituito dalle ragioni. Per ragioni si intendono i motivi di carattere logico, psicologico, etico, naturale, etc., che supportano la plausibilità o la verità della conclusione da sostenere nel dibattito. In termini logico-formali esse possono essere identificate con le premesse da cui derivare la conclusione da sostenere nel dibattito. Facciamo alcuni esempi.
Poniamo che il dibattito riguardi la questione «I “braccialetti della salute” hanno effetti curativi?» e la posizione da sostenere sia quella negativa, ossia che i “braccialetti della salute” non hanno effetti curativi. Una delle ragioni che potranno essere avanzate a supporto di tale conclusione potrà essere tratta da studi empirici, sostenendo che studi scientifici compiuti da équipe mediche hanno dimostrato che questi braccialetti non hanno alcun effetto terapeutico significativo. L’argomento si struttura nel seguente modo: studi scientifici compiuti da équipe mediche hanno dimostrato che questi braccialetti non hanno alcun effetto terapeutico significativo, quindi i “braccialetti della salute” non hanno effetti curativi.
Altra ragione potrebbe essere la seguente: i meccanismi secondo i quali questi braccialetti funzionerebbero sono inattendibili. In questo caso il ragionamento prende la seguente forma: siccome i meccanismi secondo i quali questi braccialetti funzionerebbero sono inattendibili, allora i “braccialetti della salute” non hanno effetti curativi.
Un altro e fondamentale elemento da ricercare per sostenere con efficacia la posizione da sostenere in un dibattito è quello costituito dalle prove. Per prove si intendono i fatti, gli esempi, i dati o le fonti che permettono di mostrare la concretezza delle nostre ragioni. Infatti, che senso avrebbe concludere che la battaglia contro gli inceneritori è principalmente ideologica poiché il loro impatto in termini di inquinamento è esiguo rispetto ad altre e più diffuse fonti se non esistessero studi in cui questo è dimostrato? E anche assumendo la verità di queste affermazioni, come potremmo rendere credibile la nostra posizione se alla domanda di provare la veridicità di quanto diciamo non fossimo in grado di presentare alcun dato? Le prove sono un elemento fondamentale per rendere credibile ed evidente la plausibilità di quanto sosteniamo. Riprendendo l’esempio, a favore della ragione secondo cui l’impatto degli inceneritori in termini di inquinamento è esiguo rispetto ad altre e più diffuse fonti potremmo citare Luciano Caglioti, ordinario di Chimica all’Università «La Sapienza» di Roma e delegato italiano presso la commissione CEE per la ricerca ambientale che afferma «rispetto all’inquinamento, stare un mese sotto un inceneritore corrisponde a stare un quarto d’ora in Via del Tritone a Roma» oppure che «i 4 inceneritori della Regione Lazio sono equivalenti – rispetto all’ossido di carbonio – a 9 ciclomotori».
Presentare ragioni e prove a favore della posizione da sostenere non è tutto. Esiste almeno un altro elemento di grandissima importanza e di cui si deve essere consapevoli quando si difende una tesi. Tale elemento è costituito dai principi alla base delle ragioni avanzate. Per principio si intende il valore, la nozione, la regola o il criterio che rende ciascuna ragione addotta rilevante per la conclusione da sostenere nel dibattito. Infatti quando si afferma che la propaganda di chi sostiene la non pericolosità del colesterolo merita d’essere denunciata perché comporta conseguenze negative su chi è in buona salute e su moltissimi malati, implicitamente si afferma che la salute delle persone è un valore importante e che salvaguardarla è giusto. Similarmente, quando si sostiene, ad esempio, che quella del Big Foot è una leggenda poiché nonostante le numerose ricerche fatte non ci sono prove della sua esistenza, si implica che le prove sono un elemento fondamentale per attestare o meno l’esistenza di qualcosa.
Poiché i principi sono spesso l’elemento su cui i dibattiti si focalizzano è opportuno esserne consapevoli e predisporre ragioni e prove anche a favore della loro rilevanza e della loro preminenza rispetto ad altri principi.
A queste componenti delle argomentazioni potremmo affiancare anche i qualificatori, i quantificatori e le eccezioni. Qualificatori e quantificatori sono termini o espressioni che esprimono il grado di certezza e di generalizzazione delle nostre ragioni o conclusioni. Esempi di qualificatori sono «probabilmente», «certamente», «necessariamente», etc. L’affermazione «È possibile che i nuovi avvistamenti di U.F.O. si fondino su illusioni» è differente da quella «È certo che i nuovi avvistamenti di U.F.O. si fondano su illusioni» e richiede, per essere supportata, ragioni diverse, meno categoriche e meno specifiche della seconda. Esempi di quantificatori sono invece «a volte», «sempre», «tutti», etc.
Dire «A volte le informazioni alimentari e dietetiche sono ingannevoli» necessita di minori prove, per essere supportata, dell’affermazione «Spesso le informazioni alimentari e dietetiche sono ingannevoli». Le eccezioni, invece, sono circostanze straordinarie o eccezionali che, qualora non esplicitate, o qualora non considerate ma verificantesi, potrebbero minare la forza delle ragioni o delle conclusioni avanzate. L’affermazione «Tutti i cittadini italiani possono votare» è infatti molto più controversa della relativa affermazione integrata dalle opportune eccezioni «Tutti i cittadini italiani possono votare, a meno che non siano minorenni, incapaci d’intendere e volere o condannati penalmente».
Gli elementi qui introdotti, ossia le ragioni, le prove, i principi e i qualificatori, i quantificatori e le eccezioni, sono indispensabili per formulare argomentazioni solide e complete. Così come sono stati qui esposti, tali elementi rappresentano una semplificazione, non senza divergenze dal modello e lacune, degli elementi che compongono le argomentazioni presentati nel testo Gli usi dell’argomentazione del filosofo americano Stephen Toulmin. Ciononostante, quanto tratteggiato finora permetterà di iniziare a comprendere in modo chiaro, semplice e graduale l’argomentazione intesa sia come prodotto, sia come processo, sia come procedura e di consolidare la propria preparazione al sostegno pubblico di una posizione.
Le ragioni e gli argomenti qui presentati sono esposti nell’articolo Braccialetti della salute: terapia complementare o truffa colossale? reperibile su Query Online e può fornire un esempio di come individuare e isolare da un testo i vari elementi che compongono le argomentazioni.
- Caglioti L. (2004). Il paradosso dei rifiuti. In Battaglia F., Rosati A. (a cura di), Il principio di precauzione, p. 175. Milano: XXI secolo. Cfr. Fuso S. (2009). I nemici della scienza. Bari: Edizioni Dedalo, p. 192.
- Cfr. Swynghedauw B. (2013), Esiste davvero un “grande imbroglio del colesterolo”?, Query, n. 14, anno 4, pp. 33-26 (trad. it. Gualtieri Michela).
- Toulmin S., Rieke R. e Janik A. (1979). An Introduction to Reasoning. New York: Macmillan Publishing.
- Toulmin S. (1975). Gli usi dell’argomentazione, Torino: Rosenberg & Sellier (ed. orig. The Uses of Argument, 1958).
- Wenzel J. W. (1992). Perspectives on Argument. In Benoit . L., Hample D. e Benoit P. J. (a cura di), Readings in Argumentation, pp. 121-143. Berlin: de Gruyter & Co.
Il primo gruppo di elementi da individuare nelle informazioni reperite è l’insieme costituito dalle ragioni. Per ragioni si intendono i motivi di carattere logico, psicologico, etico, naturale, etc., che supportano la plausibilità o la verità della conclusione da sostenere nel dibattito. In termini logico-formali esse possono essere identificate con le premesse da cui derivare la conclusione da sostenere nel dibattito. Facciamo alcuni esempi.
Poniamo che il dibattito riguardi la questione «I “braccialetti della salute” hanno effetti curativi?» e la posizione da sostenere sia quella negativa, ossia che i “braccialetti della salute” non hanno effetti curativi. Una delle ragioni che potranno essere avanzate a supporto di tale conclusione potrà essere tratta da studi empirici, sostenendo che studi scientifici compiuti da équipe mediche hanno dimostrato che questi braccialetti non hanno alcun effetto terapeutico significativo. L’argomento si struttura nel seguente modo: studi scientifici compiuti da équipe mediche hanno dimostrato che questi braccialetti non hanno alcun effetto terapeutico significativo, quindi i “braccialetti della salute” non hanno effetti curativi.
Altra ragione potrebbe essere la seguente: i meccanismi secondo i quali questi braccialetti funzionerebbero sono inattendibili. In questo caso il ragionamento prende la seguente forma: siccome i meccanismi secondo i quali questi braccialetti funzionerebbero sono inattendibili, allora i “braccialetti della salute” non hanno effetti curativi.
Un altro e fondamentale elemento da ricercare per sostenere con efficacia la posizione da sostenere in un dibattito è quello costituito dalle prove. Per prove si intendono i fatti, gli esempi, i dati o le fonti che permettono di mostrare la concretezza delle nostre ragioni. Infatti, che senso avrebbe concludere che la battaglia contro gli inceneritori è principalmente ideologica poiché il loro impatto in termini di inquinamento è esiguo rispetto ad altre e più diffuse fonti se non esistessero studi in cui questo è dimostrato? E anche assumendo la verità di queste affermazioni, come potremmo rendere credibile la nostra posizione se alla domanda di provare la veridicità di quanto diciamo non fossimo in grado di presentare alcun dato? Le prove sono un elemento fondamentale per rendere credibile ed evidente la plausibilità di quanto sosteniamo. Riprendendo l’esempio, a favore della ragione secondo cui l’impatto degli inceneritori in termini di inquinamento è esiguo rispetto ad altre e più diffuse fonti potremmo citare Luciano Caglioti, ordinario di Chimica all’Università «La Sapienza» di Roma e delegato italiano presso la commissione CEE per la ricerca ambientale che afferma «rispetto all’inquinamento, stare un mese sotto un inceneritore corrisponde a stare un quarto d’ora in Via del Tritone a Roma» oppure che «i 4 inceneritori della Regione Lazio sono equivalenti – rispetto all’ossido di carbonio – a 9 ciclomotori».
Presentare ragioni e prove a favore della posizione da sostenere non è tutto. Esiste almeno un altro elemento di grandissima importanza e di cui si deve essere consapevoli quando si difende una tesi. Tale elemento è costituito dai principi alla base delle ragioni avanzate. Per principio si intende il valore, la nozione, la regola o il criterio che rende ciascuna ragione addotta rilevante per la conclusione da sostenere nel dibattito. Infatti quando si afferma che la propaganda di chi sostiene la non pericolosità del colesterolo merita d’essere denunciata perché comporta conseguenze negative su chi è in buona salute e su moltissimi malati, implicitamente si afferma che la salute delle persone è un valore importante e che salvaguardarla è giusto. Similarmente, quando si sostiene, ad esempio, che quella del Big Foot è una leggenda poiché nonostante le numerose ricerche fatte non ci sono prove della sua esistenza, si implica che le prove sono un elemento fondamentale per attestare o meno l’esistenza di qualcosa.
Poiché i principi sono spesso l’elemento su cui i dibattiti si focalizzano è opportuno esserne consapevoli e predisporre ragioni e prove anche a favore della loro rilevanza e della loro preminenza rispetto ad altri principi.
A queste componenti delle argomentazioni potremmo affiancare anche i qualificatori, i quantificatori e le eccezioni. Qualificatori e quantificatori sono termini o espressioni che esprimono il grado di certezza e di generalizzazione delle nostre ragioni o conclusioni. Esempi di qualificatori sono «probabilmente», «certamente», «necessariamente», etc. L’affermazione «È possibile che i nuovi avvistamenti di U.F.O. si fondino su illusioni» è differente da quella «È certo che i nuovi avvistamenti di U.F.O. si fondano su illusioni» e richiede, per essere supportata, ragioni diverse, meno categoriche e meno specifiche della seconda. Esempi di quantificatori sono invece «a volte», «sempre», «tutti», etc.
Dire «A volte le informazioni alimentari e dietetiche sono ingannevoli» necessita di minori prove, per essere supportata, dell’affermazione «Spesso le informazioni alimentari e dietetiche sono ingannevoli». Le eccezioni, invece, sono circostanze straordinarie o eccezionali che, qualora non esplicitate, o qualora non considerate ma verificantesi, potrebbero minare la forza delle ragioni o delle conclusioni avanzate. L’affermazione «Tutti i cittadini italiani possono votare» è infatti molto più controversa della relativa affermazione integrata dalle opportune eccezioni «Tutti i cittadini italiani possono votare, a meno che non siano minorenni, incapaci d’intendere e volere o condannati penalmente».
Gli elementi qui introdotti, ossia le ragioni, le prove, i principi e i qualificatori, i quantificatori e le eccezioni, sono indispensabili per formulare argomentazioni solide e complete. Così come sono stati qui esposti, tali elementi rappresentano una semplificazione, non senza divergenze dal modello e lacune, degli elementi che compongono le argomentazioni presentati nel testo Gli usi dell’argomentazione del filosofo americano Stephen Toulmin. Ciononostante, quanto tratteggiato finora permetterà di iniziare a comprendere in modo chiaro, semplice e graduale l’argomentazione intesa sia come prodotto, sia come processo, sia come procedura e di consolidare la propria preparazione al sostegno pubblico di una posizione.
Note
Le ragioni e gli argomenti qui presentati sono esposti nell’articolo Braccialetti della salute: terapia complementare o truffa colossale? reperibile su Query Online e può fornire un esempio di come individuare e isolare da un testo i vari elementi che compongono le argomentazioni.
- Caglioti L. (2004). Il paradosso dei rifiuti. In Battaglia F., Rosati A. (a cura di), Il principio di precauzione, p. 175. Milano: XXI secolo. Cfr. Fuso S. (2009). I nemici della scienza. Bari: Edizioni Dedalo, p. 192.
- Cfr. Swynghedauw B. (2013), Esiste davvero un “grande imbroglio del colesterolo”?, Query, n. 14, anno 4, pp. 33-26 (trad. it. Gualtieri Michela).
- Toulmin S., Rieke R. e Janik A. (1979). An Introduction to Reasoning. New York: Macmillan Publishing.
- Toulmin S. (1975). Gli usi dell’argomentazione, Torino: Rosenberg & Sellier (ed. orig. The Uses of Argument, 1958).
- Wenzel J. W. (1992). Perspectives on Argument. In Benoit . L., Hample D. e Benoit P. J. (a cura di), Readings in Argumentation, pp. 121-143. Berlin: de Gruyter & Co.