Il Cerchio Ifior (http://ifior.altervista.org/cerchioifior.htm ) è uno dei più attivi gruppi medianici italiani. Nato a Genova, dove ha tuttora sede, il Cerchio prende il nome da una parola aramaica che corrisponde al latino “Fiat Lux”. Fondatori del Cerchio sono i coniugi Gianfranco (“Gian”) Salaris e Tullia Bini. Oltre a esserne i fondatori, i due coniugi sono pure i medium che gestiscono le sedute organizzate dal Cerchio.
Come si legge nel sito, «la medianità di Tullia ebbe inizio “per caso” l'8 luglio 1977 in occasione del suo 25° compleanno, allorché degli amici, riuniti per festeggiarla, proposero di fare il “gioco del piattino” per tentare di prendere contatto con l'Aldilà. I risultati furono sconvolgenti, data la serietà e l'importanza dei messaggi ricevuti, al punto che Tullia ne fu spaventata e non volle più ripetere l'esperimento. Dopo varie sofferte vicissitudini, dovette accettare il fatto di possedere facoltà straordinarie e, nel frattempo, si sviluppò anche la medianità del marito Gian. Da quelle prime esperienze, sono passati più di 25 anni e attraverso di loro ci sono arrivati fiumi di insegnamenti spirituali, che sono raccolti negli oltre 25 libri finora pubblicati. Gli insegnamenti etico-filosofici pervenuti non hanno seguito una progressione per quanto riguarda la “qualità”, ma hanno posseduto sin dall'inizio il carattere di “alta medianità”, naturalmente seguendo una logica progressione e sviluppandosi nel tempo a seconda delle esigenze e delle possibilità del gruppo di persone che lo seguiva. Le Guide ci hanno recentemente informati che il “programma” del loro Insegnamento è praticamente concluso, per quanto riguarda i concetti; mentre molto, moltissimo c'è ancora da dire per chiarire quei dubbi, colmare quei vuoti, fare quei collegamenti che permetteranno di riuscire ad avere un quadro abbastanza completo di questo immenso dono che ci viene fatto dai nostri Fratelli Maggiori».
Nel 1988, le “Guide” hanno richiesto, attraverso i medium, che venisse fondata un’associazione (che verrà denominata “Associazione Insieme”) con una sua sede. Scopo dei medium e dei partecipanti del Cerchio Ifior è trovare “un barlume della luce della conoscenza” attraverso l’ascolto delle “Guide”, tra cui spicca Ananda. L’insegnamento del Cerchio si distingue in tre cicli, due di carattere etico-filosofico e un terzo costituito da favole, trasmesse medianicamente e discusse anche in riunioni pubbliche. Tutto l'insegnamento etico trasmesso dalla Guide si basa sull’importanza di “diventare consapevoli che la responsabilità di ciò che si vive è essenzialmente personale”.
A partire dal 2000 il Cerchio Ifior utilizza le moderne tecnologie informatiche. Molti testi e informazioni sono disponibili sul sito Internet ed esiste una mailing-list, dove gli iscritti all’Associazione possono discutere di vari temi. Talvolta anche le “entità” intervengono direttamente nelle discussioni o inviano messaggi di insegnamento.
I coniugi Salaris hanno due figli, Matteo e Fabio, che per molti anni hanno partecipato alle sedute. Da qualche tempo Matteo si è però staccato dal Cerchio e ha sviluppato un atteggiamento critico nei suoi confronti. Qualche mese fa Matteo mi ha contattato e abbiamo avuto una lunga e interessante conversazione in cui mi ha raccontato le sue esperienze e i motivi che lo hanno spinto ad allontanarsi dalle attività dei genitori. Ho chiesto a Matteo di sintetizzare la sua posizione in una nota scritta e lui gentilmente ha accettato. Abbiamo deciso, insieme a Matteo, di rendere pubblica la sua testimonianza perché riteniamo che essa sia utile per evidenziare in che modo le credenze medianiche possano provocare dipendenza e danni psicologici. Ammiriamo il coraggio di Matteo e gli siamo grati per il suo interessante e sincero contributo.
Silvano Fuso
Mi chiamo Matteo, sono il figlio di due medium di un Cerchio medianico di Genova, tale Cerchio Ifior. Vorrei brevemente narrare la mia storia nella speranza che, ascoltandola, le persone che si avvicinano a quel mondo, o ad altri a esso simili, stiano in guardia. Parlo di me perché non mi piace fare discorsi generali; visto che ritengo giusto essere sempre, o quasi, possibilista non ho le prova per affermare che tutto il paranormale sia sbagliato, falso o pericoloso, posso però portare la mia esperienza che, vista la mia particolarissima posizione, è senza ombra di dubbio significativa.
Sono nato e sono cresciuto in quella singolare famiglia che mi ha educato secondo i principi e le idee che il Cerchio insegna ai suoi “discepoli” ed essendoci stato immerso fino da tenera età ho vissuto quei principi con serietà e convinzione, almeno fino a quando alcuni eventi mi hanno fatto aprire gli occhi. Non voglio stare a disquisire sull'esistenza o sulla veridicità dei fenomeni che avvengono negli incontri del Cerchio Ifior, anche perché non ci sono stati quasi mai, o comunque molto raramente, dei fenomeni, ben pochi interventi di persone riconoscibili e in ogni caso le sedute si sono sempre svolte sostanzialmente come una conversazione tra le entità e i presenti, quello che avviene è quindi difficilmente confutabile o dimostrabile con prove concrete.
Personalmente sono comunque convinto che qualcosa di “strano” in qualche modo accada o sia accaduto, ma più di così, francamente, non mi sento di dire; in effetti, a dire la verità, non mi importa poi più che tanto, ritengo si debba scegliere un'ottica completamente differente per giudicare questi fenomeni. Il punto di vista da cui voglio giudicare questi avvenimenti è dunque tutt'altro, ovvero la loro utilità. Quello che il Cerchio propone, alla fin fine, dovrebbe essere un modo diverso, migliore di vivere la vita, affrontando le esperienze con una luce migliore, è proprio in questo senso che secondo me si possono trarre delle conclusioni; qui utilizzo la mia personale esperienza per esprimere la mia opinione perché, purtroppo, penso di essere una sorta di prova vivente dei tristi risultati che quel modo di vivere produce.
Se ripenso alla mia vita fino a poco tempo fa so di aver cercato di applicare gli insegnamenti che mi venivano impartiti nel modo migliore possibile, con impegno e una certa dedizione e, devo dire, il risultato a cui questo mi ha portato è veramente pessimo.
Mi sono ritrovato a essere un trentenne incapace di agire e prendere decisioni, insicuro di sé su qualsiasi argomento o discussione, incapace, quando serve, di far rispettare la mia opinione e le mie idee, incapace, infine, di portare a termine con successo le cose che inizio... e tutto questo senza neanche capire cosa mi stesse succedendo, c'era sempre un altro motivo a essere la causa delle mie mancanze!
Perché sono così? Me lo sono chiesto fin da bambino, una miriade di volte nel corso degli anni, dandomi nel corso del tempo svariate poco convincenti risposte. Solo recentemente ho trovato una risposta che credo corretta, finalmente, a questa mia domanda: sicuramente in me c'è una componente caratteriale insicura, come tante altre persone hanno, ma è stata l'influenza del Cerchio a rendermi definitivamente quello che ero (e in parte sono), con quel continuo porsi domande su domande, quel logorarsi e macerarsi sul perché dei perché dei perché in una catena infinita che alla fine ti lascia con più dubbi e pensieri di quanti ce n'erano in partenza.
Mi hanno reso una persona che ha difficoltà a capire cosa vuole, che non sa bene chi è e per cui anche le decisioni apparentemente più ovvie sono complicate se non impossibili; insomma, come mi avrebbe considerato il buon Italo Svevo, un vero e proprio inetto.
Si tratta di un sistema davvero diabolico, perché tutto può essere esaminato e sviscerato, tutto può essere spiegato dall'insegnamento, dal perché ho mangiato latte invece che tè al mattino, alle questioni più profonde dell'animo umano... peccato però che in realtà non si arrivi mai a una risposta, mai ad avere una qualche certezza. Diventa difficile, tra l'altro, uscire da questo circolo vizioso, perché come già detto gli insegnamenti del Cerchio costituiscono un mondo “chiuso” e autoreferenziale in grado, apparentemente, di rispondere a tutte le domande. Sono numerosi i concetti che il Cerchio insegna ai suoi discepoli e che ritengo abbiano causato la mia instabilità personale/emotiva: tralasciando la parte più prettamanete filosofica, che in questa sede non mi interessa discutere, credo che negli “insegnamenti morali” il concetto più influente sia senza dubbio “conosci te stesso”.
Lungi da me criticare in assoluto questo antico precetto, che ritroviamo anche in molti grandi della filosofia a partire da Socrate, e che ritengo in generale un buon consiglio (la logica comune suggerisce a tutti che sapere perché si sta facendo qualcosa è una buona idea), ma la particolare applicazione che il Cerchio insegna di questo metodo è decisamente estremista e non trova una soluzione, anzi essa si riduce sostanzialmente a questo procedimento: le mie azioni hanno una motivazione, che a sua volta ha delle motivazioni, che a loro volta hanno delle ulteriori motivazioni, e via dicendo... Sarà che ho una mente fondamentalmente matematica, ma direi che dopo tre o quattro passaggi anche l'intelligenza più brillante si perderebbe, arrivando a dire tutto e il contrario di tutto.
Ecco perché ho parlato di una sorta di labirinto: a forza di analizzare tutto quanto fino allo spasmo si arriva ad avere un enorme mucchio di motivazioni in parte anche contrastanti tra di loro. Qual è il risultato di questo procedimento? Oserei dire una gran confusione! Bisogna inoltre considerare che lo scopo dichiarato degli insegnamenti non è mai stato creare una religione o un sistema filosofico di qualche tipo; no, lo scopo fondamentale è sempre stato quello di aiutare le persone a vivere una vita migliore con l'applicazione dei loro metodi, di cui quello che ho citato è sicuramente il più importante. Purtroppo, devo dire, i risultati, o meglio i non-risultati, parlano da soli.
Io sono venuto fuori da tutto questo, anche se a tutt'oggi le conseguenze della mia esperienza non sono del tutto svanite, grazie a una serie di circostanze particolari e grazie all'aiuto di alcune persone; altri potrebbero non avere le mie stesse opportunità e restare incastrati come in una ragnatela, finendo per rivolgersi su se stessi e diventare prigionieri di una sorta di rete invisibile come per tanto tempo io sono stato. Esorto chi sta leggendo le mie parole ad ascoltare con attenzione il campanello di allarme che ho suonato e spero ardentemente che almeno a qualcuno le mie parole possano servire. È in pericolo la sua stabilità emotiva/personale e l' equilibrio della sua personalità.
Ovviamente il lettore potrà anche pensare che abbia scritto una marea di sciocchezze, ma ritengo sia mio dovere far sapere il mio punto di vista: è l’unico modo, questo, che ho trovato per trarre un qualcosa che potrebbe essere positivo per qualcuno, se non per me; sicuramente ci sarà chi non mi ascolterà, ci sarà chi affermerà l'esatto contrario e chi mi darà ragione ma almeno do una possibilità in più a chi si avvicina a questo mondo di stare in guardia: se ci sarà almeno una persona a cui le mie parole saranno utili potrò ritenermi soddisfatto.
Matteo Salaris
Come si legge nel sito, «la medianità di Tullia ebbe inizio “per caso” l'8 luglio 1977 in occasione del suo 25° compleanno, allorché degli amici, riuniti per festeggiarla, proposero di fare il “gioco del piattino” per tentare di prendere contatto con l'Aldilà. I risultati furono sconvolgenti, data la serietà e l'importanza dei messaggi ricevuti, al punto che Tullia ne fu spaventata e non volle più ripetere l'esperimento. Dopo varie sofferte vicissitudini, dovette accettare il fatto di possedere facoltà straordinarie e, nel frattempo, si sviluppò anche la medianità del marito Gian. Da quelle prime esperienze, sono passati più di 25 anni e attraverso di loro ci sono arrivati fiumi di insegnamenti spirituali, che sono raccolti negli oltre 25 libri finora pubblicati. Gli insegnamenti etico-filosofici pervenuti non hanno seguito una progressione per quanto riguarda la “qualità”, ma hanno posseduto sin dall'inizio il carattere di “alta medianità”, naturalmente seguendo una logica progressione e sviluppandosi nel tempo a seconda delle esigenze e delle possibilità del gruppo di persone che lo seguiva. Le Guide ci hanno recentemente informati che il “programma” del loro Insegnamento è praticamente concluso, per quanto riguarda i concetti; mentre molto, moltissimo c'è ancora da dire per chiarire quei dubbi, colmare quei vuoti, fare quei collegamenti che permetteranno di riuscire ad avere un quadro abbastanza completo di questo immenso dono che ci viene fatto dai nostri Fratelli Maggiori».
Nel 1988, le “Guide” hanno richiesto, attraverso i medium, che venisse fondata un’associazione (che verrà denominata “Associazione Insieme”) con una sua sede. Scopo dei medium e dei partecipanti del Cerchio Ifior è trovare “un barlume della luce della conoscenza” attraverso l’ascolto delle “Guide”, tra cui spicca Ananda. L’insegnamento del Cerchio si distingue in tre cicli, due di carattere etico-filosofico e un terzo costituito da favole, trasmesse medianicamente e discusse anche in riunioni pubbliche. Tutto l'insegnamento etico trasmesso dalla Guide si basa sull’importanza di “diventare consapevoli che la responsabilità di ciò che si vive è essenzialmente personale”.
A partire dal 2000 il Cerchio Ifior utilizza le moderne tecnologie informatiche. Molti testi e informazioni sono disponibili sul sito Internet ed esiste una mailing-list, dove gli iscritti all’Associazione possono discutere di vari temi. Talvolta anche le “entità” intervengono direttamente nelle discussioni o inviano messaggi di insegnamento.
I coniugi Salaris hanno due figli, Matteo e Fabio, che per molti anni hanno partecipato alle sedute. Da qualche tempo Matteo si è però staccato dal Cerchio e ha sviluppato un atteggiamento critico nei suoi confronti. Qualche mese fa Matteo mi ha contattato e abbiamo avuto una lunga e interessante conversazione in cui mi ha raccontato le sue esperienze e i motivi che lo hanno spinto ad allontanarsi dalle attività dei genitori. Ho chiesto a Matteo di sintetizzare la sua posizione in una nota scritta e lui gentilmente ha accettato. Abbiamo deciso, insieme a Matteo, di rendere pubblica la sua testimonianza perché riteniamo che essa sia utile per evidenziare in che modo le credenze medianiche possano provocare dipendenza e danni psicologici. Ammiriamo il coraggio di Matteo e gli siamo grati per il suo interessante e sincero contributo.
Silvano Fuso
Mi chiamo Matteo, sono il figlio di due medium di un Cerchio medianico di Genova, tale Cerchio Ifior. Vorrei brevemente narrare la mia storia nella speranza che, ascoltandola, le persone che si avvicinano a quel mondo, o ad altri a esso simili, stiano in guardia. Parlo di me perché non mi piace fare discorsi generali; visto che ritengo giusto essere sempre, o quasi, possibilista non ho le prova per affermare che tutto il paranormale sia sbagliato, falso o pericoloso, posso però portare la mia esperienza che, vista la mia particolarissima posizione, è senza ombra di dubbio significativa.
Sono nato e sono cresciuto in quella singolare famiglia che mi ha educato secondo i principi e le idee che il Cerchio insegna ai suoi “discepoli” ed essendoci stato immerso fino da tenera età ho vissuto quei principi con serietà e convinzione, almeno fino a quando alcuni eventi mi hanno fatto aprire gli occhi. Non voglio stare a disquisire sull'esistenza o sulla veridicità dei fenomeni che avvengono negli incontri del Cerchio Ifior, anche perché non ci sono stati quasi mai, o comunque molto raramente, dei fenomeni, ben pochi interventi di persone riconoscibili e in ogni caso le sedute si sono sempre svolte sostanzialmente come una conversazione tra le entità e i presenti, quello che avviene è quindi difficilmente confutabile o dimostrabile con prove concrete.
Personalmente sono comunque convinto che qualcosa di “strano” in qualche modo accada o sia accaduto, ma più di così, francamente, non mi sento di dire; in effetti, a dire la verità, non mi importa poi più che tanto, ritengo si debba scegliere un'ottica completamente differente per giudicare questi fenomeni. Il punto di vista da cui voglio giudicare questi avvenimenti è dunque tutt'altro, ovvero la loro utilità. Quello che il Cerchio propone, alla fin fine, dovrebbe essere un modo diverso, migliore di vivere la vita, affrontando le esperienze con una luce migliore, è proprio in questo senso che secondo me si possono trarre delle conclusioni; qui utilizzo la mia personale esperienza per esprimere la mia opinione perché, purtroppo, penso di essere una sorta di prova vivente dei tristi risultati che quel modo di vivere produce.
Se ripenso alla mia vita fino a poco tempo fa so di aver cercato di applicare gli insegnamenti che mi venivano impartiti nel modo migliore possibile, con impegno e una certa dedizione e, devo dire, il risultato a cui questo mi ha portato è veramente pessimo.
Mi sono ritrovato a essere un trentenne incapace di agire e prendere decisioni, insicuro di sé su qualsiasi argomento o discussione, incapace, quando serve, di far rispettare la mia opinione e le mie idee, incapace, infine, di portare a termine con successo le cose che inizio... e tutto questo senza neanche capire cosa mi stesse succedendo, c'era sempre un altro motivo a essere la causa delle mie mancanze!
Perché sono così? Me lo sono chiesto fin da bambino, una miriade di volte nel corso degli anni, dandomi nel corso del tempo svariate poco convincenti risposte. Solo recentemente ho trovato una risposta che credo corretta, finalmente, a questa mia domanda: sicuramente in me c'è una componente caratteriale insicura, come tante altre persone hanno, ma è stata l'influenza del Cerchio a rendermi definitivamente quello che ero (e in parte sono), con quel continuo porsi domande su domande, quel logorarsi e macerarsi sul perché dei perché dei perché in una catena infinita che alla fine ti lascia con più dubbi e pensieri di quanti ce n'erano in partenza.
Mi hanno reso una persona che ha difficoltà a capire cosa vuole, che non sa bene chi è e per cui anche le decisioni apparentemente più ovvie sono complicate se non impossibili; insomma, come mi avrebbe considerato il buon Italo Svevo, un vero e proprio inetto.
Si tratta di un sistema davvero diabolico, perché tutto può essere esaminato e sviscerato, tutto può essere spiegato dall'insegnamento, dal perché ho mangiato latte invece che tè al mattino, alle questioni più profonde dell'animo umano... peccato però che in realtà non si arrivi mai a una risposta, mai ad avere una qualche certezza. Diventa difficile, tra l'altro, uscire da questo circolo vizioso, perché come già detto gli insegnamenti del Cerchio costituiscono un mondo “chiuso” e autoreferenziale in grado, apparentemente, di rispondere a tutte le domande. Sono numerosi i concetti che il Cerchio insegna ai suoi discepoli e che ritengo abbiano causato la mia instabilità personale/emotiva: tralasciando la parte più prettamanete filosofica, che in questa sede non mi interessa discutere, credo che negli “insegnamenti morali” il concetto più influente sia senza dubbio “conosci te stesso”.
Lungi da me criticare in assoluto questo antico precetto, che ritroviamo anche in molti grandi della filosofia a partire da Socrate, e che ritengo in generale un buon consiglio (la logica comune suggerisce a tutti che sapere perché si sta facendo qualcosa è una buona idea), ma la particolare applicazione che il Cerchio insegna di questo metodo è decisamente estremista e non trova una soluzione, anzi essa si riduce sostanzialmente a questo procedimento: le mie azioni hanno una motivazione, che a sua volta ha delle motivazioni, che a loro volta hanno delle ulteriori motivazioni, e via dicendo... Sarà che ho una mente fondamentalmente matematica, ma direi che dopo tre o quattro passaggi anche l'intelligenza più brillante si perderebbe, arrivando a dire tutto e il contrario di tutto.
Ecco perché ho parlato di una sorta di labirinto: a forza di analizzare tutto quanto fino allo spasmo si arriva ad avere un enorme mucchio di motivazioni in parte anche contrastanti tra di loro. Qual è il risultato di questo procedimento? Oserei dire una gran confusione! Bisogna inoltre considerare che lo scopo dichiarato degli insegnamenti non è mai stato creare una religione o un sistema filosofico di qualche tipo; no, lo scopo fondamentale è sempre stato quello di aiutare le persone a vivere una vita migliore con l'applicazione dei loro metodi, di cui quello che ho citato è sicuramente il più importante. Purtroppo, devo dire, i risultati, o meglio i non-risultati, parlano da soli.
Io sono venuto fuori da tutto questo, anche se a tutt'oggi le conseguenze della mia esperienza non sono del tutto svanite, grazie a una serie di circostanze particolari e grazie all'aiuto di alcune persone; altri potrebbero non avere le mie stesse opportunità e restare incastrati come in una ragnatela, finendo per rivolgersi su se stessi e diventare prigionieri di una sorta di rete invisibile come per tanto tempo io sono stato. Esorto chi sta leggendo le mie parole ad ascoltare con attenzione il campanello di allarme che ho suonato e spero ardentemente che almeno a qualcuno le mie parole possano servire. È in pericolo la sua stabilità emotiva/personale e l' equilibrio della sua personalità.
Ovviamente il lettore potrà anche pensare che abbia scritto una marea di sciocchezze, ma ritengo sia mio dovere far sapere il mio punto di vista: è l’unico modo, questo, che ho trovato per trarre un qualcosa che potrebbe essere positivo per qualcuno, se non per me; sicuramente ci sarà chi non mi ascolterà, ci sarà chi affermerà l'esatto contrario e chi mi darà ragione ma almeno do una possibilità in più a chi si avvicina a questo mondo di stare in guardia: se ci sarà almeno una persona a cui le mie parole saranno utili potrò ritenermi soddisfatto.
Matteo Salaris