Il rapporto tra ricercatori, giornalisti scientifici e blogger è al centro del dibattito sulla comunicazione della scienza. I blog e i social network stanno diventando strumenti sempre più pervasivi della comunicazione delle scoperte scientifiche sia al pubblico sia fra gli stessi scienziati. Tradizionalmente, il risultato di un lavoro scientifico è descritto in un articolo che, dopo essere stato sottoposto a un processo di peer review, è pubblicato su una rivista scientifica. I luoghi del dibattito, fino a poco tempo fa, erano quindi le pagine delle riviste stesse e i congressi scientifici. Da qualche anno ormai succede che gli scienziati commentino sui loro blog gli articoli dei colleghi. I colleghi chiamati in causa spesso rispondono nei commenti e il dibattito, che un tempo era chiuso all'interno della comunità scientifica, si sposta su canali più veloci e accessibili a un pubblico più vasto.
In una situazione come quella dei paesi anglosassoni, dove il blogging è attività diffusa e molti ricercatori/blogger non hanno nessun timore a confrontarsi in tempo reale con un vasto pubblico di lettori attenti e molto spesso esperti, il controllo sui contenuti è forte, la discussione è animata e nasce a volte dall’interno dei centri di ricerca.
In Italia siamo un po' indietro: il numero di ricercatori che getta in rete le proprie considerazioni è molto basso e lo spazio alla critica dei lavori è di conseguenza ridotto. Ma l'influenza degli anglosassoni inizia a farsi sentire anche qui e ci si è resi conto che, molto probabilmente, è arrivato il momento di dotarsi degli strumenti necessari per selezionare anche in Italia i contenuti su cui confrontarsi con il mondo della ricerca accademica, sperando che anche da quel lato qualcuno senta la voglia di buttarsi in questa rete di chiacchieroni.
Grazie all’interessamento di Peppe Liberti, fisico e blogger di Rangle (http://peppe-liberti.blogspot.com/ ), è ora disponibile anche per i blogger italiani uno dei più popolari aggregatori di blog scientifici, ResearchBlogging. L’idea è selezionare e aggregare i post che discutono di ricerca, lasciando ai blogger la libertà di rilassarsi e parlare sui loro blog anche di argomenti più frivoli. Per vederli collegatevi a http://researchblogging.org/ e nella colonna di destra selezionate “Italiano” come lingua principale.
In una situazione come quella dei paesi anglosassoni, dove il blogging è attività diffusa e molti ricercatori/blogger non hanno nessun timore a confrontarsi in tempo reale con un vasto pubblico di lettori attenti e molto spesso esperti, il controllo sui contenuti è forte, la discussione è animata e nasce a volte dall’interno dei centri di ricerca.
In Italia siamo un po' indietro: il numero di ricercatori che getta in rete le proprie considerazioni è molto basso e lo spazio alla critica dei lavori è di conseguenza ridotto. Ma l'influenza degli anglosassoni inizia a farsi sentire anche qui e ci si è resi conto che, molto probabilmente, è arrivato il momento di dotarsi degli strumenti necessari per selezionare anche in Italia i contenuti su cui confrontarsi con il mondo della ricerca accademica, sperando che anche da quel lato qualcuno senta la voglia di buttarsi in questa rete di chiacchieroni.
Grazie all’interessamento di Peppe Liberti, fisico e blogger di Rangle (http://peppe-liberti.blogspot.com/ ), è ora disponibile anche per i blogger italiani uno dei più popolari aggregatori di blog scientifici, ResearchBlogging. L’idea è selezionare e aggregare i post che discutono di ricerca, lasciando ai blogger la libertà di rilassarsi e parlare sui loro blog anche di argomenti più frivoli. Per vederli collegatevi a http://researchblogging.org/ e nella colonna di destra selezionate “Italiano” come lingua principale.