Anche quest'anno in terra piemontese sono apparse alcune figure tracciate nei campi di cereali: a Macello si trattava di un semplice disco; a Roddi di tre cerchi; a Caravino ha l'aspetto di un piccolo sistema planetario, composto da un corpo centrale e da tre orbite esterne; ignota la forma del cerchio di Canove di Govone, avvistato domenica 10 luglio; è una complessa stella a sette punte la formazione di Monteu da Po, anch'essa avvistata il 10 luglio. Lunedì 11 luglio il settimanale La voce del Canavese ha parlato di una formazione che sarebbe apparsa nel mese di giugno a Mazzè e che non sarebbe stata fotografata se non dopo la trebbiatura; secondo la giornalista, la traccia consisteva in tre cerchi disposti a triangolo. La formazione più recente è quella segnalata il 24 luglio ad Alessandria.
I "segni" trovati nel novarese sono i meno significativi perché non mostrano alcuna simmetria o disegno riconoscibile; vengono ricordati in questo articolo soltanto perché qualche giornale li ha legati al fenomeno Crop Circles. L'unica formazione la cui paternità è certa è quella comparsa a Bra (CN) la notte tra il 2 e il 3 luglio e che potete vedere riprodotta sulla copertina di questo numero di S&P.
In quell'occasione il CICAP ha offerto agli allievi del IV Corso di indagine scientifica del presunto paranormale la possibilità di creare un vero crop circle in un campo di grano.Vediamo com'è andata.
Le dichiarazioni di autenticità
Quasi tutti i crop circles comparsi nel corso del 2005 in piemonte sono stati ritenuti opera umana. Fa eccezione il cerchio di Macello, che secondo Giovanna De Liso non sarebbe opera di un burlone. Le prove di quanto afferma sarebbero tre:
Assenza di tracce d'ingresso al campo. Durante l'indagine dell'anno scorso presso il crop circle di Fossano avevamo già dimostrato che è possibile aggirarsi per un campo di grano senza lasciare alcuna traccia di passaggio: è sufficiente camminare lungo le tramlines - ovvero le tracce lasciate dalle ruote dei trattori dove non sono cresciute piante. Rimandiamo dunque all'indagine 2004, dove abbiamo pubblicato anche qualche fotografia dell'esperimento (vedi qui: http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?section= indagini_in&content=cropcircles2004 ).
Intreccio a nido d'uccello. L'intreccio a nido d'uccello è esattamente quanto si produce con la tecnica dell'asse sotto il piede: la pressione meccanica eseguita in senso rotatorio non crea l'effetto domino (che invece è osservabile nei tratti rettilinei dei crop circles) ma l'effetto "nido d'uccello". È sufficiente una prova pratica per rendersene conto.
Allungamento dei nodi delle spighe. Quando si accede all'interno di un crop circle, le spighe coricate che si raccolgono mostrano delle vistose pieghe sui nodi. Se si prova a piegare manualmente una spiga in un nodo, questa si spezza oppure si appiattisce senza allungare il nodo. Ecco un confronto tra un nodo allungato "naturalmente" (a sinistra) e ad uno forzato "manualmente" (immagine a destra).
L'esperienza di ritrovare nodi piegati in quel modo è sorprendente per chi non conosce bene la natura delle spighe e il comportamento che hanno quando vengono "allettate" da una forza meccanica (quale può essere il vento, la pioggia o l'asse di legno di un circlemaker).
Tre di questi quattro campioni sono stati raccolti all'interno di un campo di grano in cui era transitata un'automobile (immagine a sinistra)
Sulle due tracce lasciate dagli pneumatici, le spighe piegate mostravano caratteristiche diverse. Il campione indicato con il numero 3, invece, proveniva da un punto all'esterno delle due tracce, ed è stato piegato manualmente per mostrare la differenza rispetto alle pieghe "naturali".
Cos'ha provocato l'allungamento dei nodi nei campioni 1, 2 e 4 (che nel primo caso ha quasi raggiunto l'angolo di 90 gradi)?
Il fenomeno è noto agli agronomi come fototropismo: molti organismi vegetali tendono a dirigersi naturalmente verso gli stimoli luminosi. Nel caso delle spighe, dopo che una sollecitazione meccanica le ha coricate, queste tendono a rialzarsi facendo forza sui nodi (vedi grafico sotto).
Le spighe che riescono ad alzarsi, si trovano poi sollevate rispetto al piano del terreno. Altre si intrecceranno naturalmente fra di loro, formando degli estetici effetti "canestro". Il tutto senza l'intervento di forze sconosciute.
Il fototropismo non è l'unica causa dell'allungamento dei nodi: esistono anche ragioni patologiche legate alla natura delle spighe coinvolte.
La posizione del CICAP sull'origine dei "Crop Circle"
La distinzione tra genuinità o meno di un crop circle non è ben definita. Non esistendo alcun ente di certificazione di autenticità delle formazioni né un definitivo criterio stabilito per capire se una serie di cerchi nel grano sia opera umana o no, esistono diversi atteggiamenti. Il CICAP ha una posizione ben precisa, e dichiara che la paternità delle formazioni nel grano è umana fino a prova contraria; molti altri gruppi, ufologici o meno, e i sostenitori della misteriosità del fenomeno trovano invece un vantaggio nel non prendere posizione. Il CICAP esprime una propria tesi, accettando il rischio che possa essere contestata; i sostenitori della misteriosità del fenomeno, invece, hanno in genere poco interesse a pronunciarsi sulla genuinità delle singole formazioni perché questo esporrebbe gli eventuali "esperti" a essere smentiti dagli autori delle stesse.
Il CICAP ritiene che la giusta chiave di lettura sia quella di interpretare i crop circles come espressioni artistiche, e che dietro a tutto questo non ci sia nulla di paranormale o alieno, ma un folto gruppo di artisti che approfittano dell'oscurità per dare vita ad una vera e propria forma di "Land Art", seppure avvolta da un affascinante alone di mistero.
Un elemento molto evidente fra gli altri, a riprova dell'origine umana delle formazioni, è l'evoluzione progressiva, da semplici cerchi in disegni via via più complicati. Ciò mostra chiaramente delle abilità umane all'opera.
È infatti possibile riscontrare nell'evoluzione delle formazioni la presenza di idee artistiche che vengono iniziate, esplorate, portate all'esasperazione e poi abbandonate, così come in qualsiasi attività artistica umana.
Quello passato è il terzo anno del fenomeno in Italia; nel corso del 2004 sono state segnalate più di 15 formazioni, alcune delle quali sicuramente più complesse di quelle del 2003. Il fenomeno potrebbe crescere nei prossimi anni ed è facile prevedere che le formazioni diventeranno sempre più articolate. Una delle qualità umane, d'altronde, è proprio cercare di migliorarsi sempre.
L'esercitazione del Corso del CICAP
Ma come si fa ad appiattire il grano per fare un crop circle? Ci vogliono strumenti ad alta tecnologia? Il CICAP continua a dire: "Niente di tecnologico per appiattire il grano, si usano tavole da mettere sotto il piede e da tenere con le corde fissate ai lati delle tavole stesse". Sarà vero?
L'ultima lezione del IV Corso di Indagine Scientifica del Presunto Paranormale, organizzato dal CICAP a Torino, aveva come titolo "UFO e Cerchi nel Grano". I docenti erano i più esperti che si potessero trovare sulla piazza, Marco Morocutti e Francesco Grassi del CICAP, insieme a Edoardo Russo del CISU, ma quello che faceva venire l'acquolina in bocca era l'esercitazione pratica: andare nottetempo su un vero campo di grano, e far comparire un vero cerchio!
Quello che segue è un resoconto dell'avventura...
Martedì 28 giugno 2005
Finalmente abbiamo la conferma: i proprietari di un campo di grano vicino a Bra sono disposti a rimandare la trebbiatura di una striscia grande abbastanza per fare il cerchio che abbiamo in mente. Ci accordiamo per rimborsare la piccola parte di grano danneggiato, e loro ci lasceranno tutta la mattinata di domenica per fotografare il cerchio dall'alto, prima di terminare il lavoro.
Venerdì 1 luglio 2005
Stefano telefona all'Aeroclub di Fossano, per chiedere se è possibile organizzare un breve volo per la mattina di domenica. La segretaria dell'Aeroclub ci chiede dove vogliamo andare.
"A fotografare un campo, vicino a Bra"
"Ma il campo da calcio in costruzione?"
"No, si tratta di un campo di grano"
"Aaaah, eccone degli altri fissati coi cerchi. OK, si può fare, appuntamento alle 10.30 all'aeroporto di Cuneo. Se ce la fate in mezz'ora di volo con il Piper ve la cavate con un centinaio di euro".
Poteva andare peggio...
Dobbiamo inoltre organizzarci per non farci arrestare: avere una dichiarazione firmata dai proprietari del campo, avvertire i carabinieri che saremo lì la notte, cose così. Intanto Sergio Brizio, il nostro "corrispondente" da Bra, ci manda qualche foto del campo fatta dalla forca di un elevatore. Bellissimo! Non vediamo l'ora di disegnarci sopra...
Sabato 2 luglio 2005 mattina
La mattinata trascorre negli ultimi preparativi. Ci sono da comprare corde ed assi (eh sì, proprio loro!), da richiamare per conferma i proprietari del campo e l'Aeroclub, da comprare il necessario per il Coffee Break al corso... ovviamente gli organizzatori (Andrea, Stefano e Mariano) arrivano in ritardo, quando già Francesco Grassi e Marco Morocutti hanno cominciato a far conoscenza con gli allievi. Al pomeriggio, Andrea e Stefano vanno in avanscoperta a Bra, per misurare con cura il campo e capire bene dove si trova, in modo da saperlo ritrovare al buio. Il campo è in fondo ad una stradina sterrata tutta buche, non si vede una casa nei dintorni, certamente nessuno verrà a disturbarci. Andrea e Sergio misurano il campo...
Maledizione! Al manovratore della mietitrebbia deve essere scappata la mano. Il campo è molto lungo, più di cento metri, ma una ventina di metri più stretto del previsto. Andrea telefona immediatamente a Torino per avvisare Francesco e i corsisti: bisogna rifare i conti sul disegno, ed è meglio non doverli fare al buio. Ne approfittiamo anche per rilevare la posizione col GPS: sarà più facile trovare il cerchio dal cielo, domenica.
Sabato 2 luglio 2005 sera
Arriva la sera, e gli allievi del corso raggiungono Bra insieme a Mariano, Francesco e Marco. Ci spostiamo in una pizzeria, dove prendiamo gli ultimi accordi e Francesco mostra finalmente il disegno, con le quote corrette per la nuova dimensione del campo. Mariano, invece, si concentra sul menu della pizzeria. Ma non è poi così lontano dal tema della serata: Grassi ha più volte ricordato che la pizza altro non è che un "cerchio di grano".
Marco Morocutti ha con sé la fida videocamera: spera di immortalare i lavori su nastro, ma qualcosa non va... evidentemente le "energie" che agirebbero all'interno dei crop circle riescono ad agire prima ancora che la formazione venga realizzata e altrove. Siamo ancora in pizzeria, e il comportamento della telecamera è già anomalo; in altre parole, è completamente fuori uso. Si dovrà limitare ad una registrazione audio...
Il cerchio finito avrà una trentina di metri di diametro. Speravamo di poter fare qualcosa di più grande, ma il campo è quello che è (e noi siamo anche tutti principianti assoluti, quindi non vogliamo neanche strafare!).
Sabato 2 luglio 2005 notte
Ci spostiamo sul campo. Per quanto siamo nella più piena legalità, per capire come funzioni e "ricreare l'atmosfera" del vero circlemaking abbiamo deciso di comportarci come se non volessimo farci beccare: abiti scuri, niente luci o quasi. In "tenuta da circlemaker" prepariamo gli attrezzi. È sorprendente come, anche in una notte senza luna, gli occhi si adattino al buio! Per non guastare la visione notturna, poche foto col flash, e chiudendo gli occhi...
Ed eccoci al lavoro, con la famigerata e discussa tecnica "assi e corde!" Non ci vuole veramente altro, ed è sorprendentemente facile e veloce una volta che uno impara qualche trucco (che vi lasceremo scoprire da soli: come i prestigiatori, anche i circlemaker hanno i loro piccoli segreti!).
Siamo assolutamente troppi per un cerchio di queste dimensioni, e molti sono spesso inattivi. Andrea e Stefano ne approfittano per un pisolino prima di rientrare a casa. Domani li aspetta un'altra avventura.
Domenica 3 luglio
Dopo essere andati a letto alle quattro, arrivare all'Aeroporto Internazionale di Cuneo-Levaldigi per le dieci e mezza è un'impresa quasi titanica, ma Andrea e Stefano non si fanno spaventare e fanno conoscenza con il loro prossimo mezzo di trasporto, un eroico Piper Warrior II della fine degli anni '70, pilotato da un signore baffuto con l'aria da cow-boy. Non è un Airbus, ma almeno è di alluminio: meglio dell'ultraleggero di due anni fa, fatto di legno e tela...
Mentre gli allievi del corso, a Torino, sono in visita all'archivio del CISU, si decolla. Dopo una ventina di minuti di volo il GPS, per l'occasione trasformato in "rivelatore di cerchi nel grano" comincia a fare bip: ci dovremmo essere!
E infatti eccolo! Al buio non si capiva assolutamente come fosse venuto, ma non sembrano esserci errori. La notte lo spazio rimasto ci era sembrato molto minore: peccato, forse avremmo potuto farne un secondo nella parte di campo rimasta intatta.
Chiediamo al pilota di avvicinarsi e fare qualche giro intorno al cerchio. L'aereo è veloce, si inclina e balla moltissimo: è difficile fare le foto, ed infatti vengono quasi tutte leggermente mosse, ma il cerchio è regolare e senza difetti.
Bene, siamo assolutamente soddisfatti del risultato ottenuto! Francamente non ci saremmo aspettati un risultato del genere e sui visi di tutti gli allievi si legge una grande soddisfazione nel vedere l'opera realizzata.
Missione compiuta!
Stefano Bagnasco
Fisico, ricercatore - I.N.F.N. e Università di Torino
Socio effettivo CICAP
email
Foto di Stefano Bagnasco, Sergio Brizio, Michele Di Ciolla, Andrea Ferrero, Francesco Grassi, Marco Morocutti, Andrea Salsi.
I "segni" trovati nel novarese sono i meno significativi perché non mostrano alcuna simmetria o disegno riconoscibile; vengono ricordati in questo articolo soltanto perché qualche giornale li ha legati al fenomeno Crop Circles. L'unica formazione la cui paternità è certa è quella comparsa a Bra (CN) la notte tra il 2 e il 3 luglio e che potete vedere riprodotta sulla copertina di questo numero di S&P.
In quell'occasione il CICAP ha offerto agli allievi del IV Corso di indagine scientifica del presunto paranormale la possibilità di creare un vero crop circle in un campo di grano.Vediamo com'è andata.
Una ricostruzione grafica delle tracce ritrovate in Piemonte nel 2005 di cui si ha una testimonianza fotografica.
Le dichiarazioni di autenticità
Quasi tutti i crop circles comparsi nel corso del 2005 in piemonte sono stati ritenuti opera umana. Fa eccezione il cerchio di Macello, che secondo Giovanna De Liso non sarebbe opera di un burlone. Le prove di quanto afferma sarebbero tre:
- l'assenza di tracce d'ingresso al campo;
- l'intreccio a "nido d'uccello", con andamento rotatorio in senso orario;
- l'allungamento dei nodi delle spighe.
Assenza di tracce d'ingresso al campo. Durante l'indagine dell'anno scorso presso il crop circle di Fossano avevamo già dimostrato che è possibile aggirarsi per un campo di grano senza lasciare alcuna traccia di passaggio: è sufficiente camminare lungo le tramlines - ovvero le tracce lasciate dalle ruote dei trattori dove non sono cresciute piante. Rimandiamo dunque all'indagine 2004, dove abbiamo pubblicato anche qualche fotografia dell'esperimento (vedi qui: http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?section= indagini_in&content=cropcircles2004 ).
Intreccio a nido d'uccello. L'intreccio a nido d'uccello è esattamente quanto si produce con la tecnica dell'asse sotto il piede: la pressione meccanica eseguita in senso rotatorio non crea l'effetto domino (che invece è osservabile nei tratti rettilinei dei crop circles) ma l'effetto "nido d'uccello". È sufficiente una prova pratica per rendersene conto.
Allungamento dei nodi delle spighe. Quando si accede all'interno di un crop circle, le spighe coricate che si raccolgono mostrano delle vistose pieghe sui nodi. Se si prova a piegare manualmente una spiga in un nodo, questa si spezza oppure si appiattisce senza allungare il nodo. Ecco un confronto tra un nodo allungato "naturalmente" (a sinistra) e ad uno forzato "manualmente" (immagine a destra).
L'esperienza di ritrovare nodi piegati in quel modo è sorprendente per chi non conosce bene la natura delle spighe e il comportamento che hanno quando vengono "allettate" da una forza meccanica (quale può essere il vento, la pioggia o l'asse di legno di un circlemaker).
Tre di questi quattro campioni sono stati raccolti all'interno di un campo di grano in cui era transitata un'automobile (immagine a sinistra)
Sulle due tracce lasciate dagli pneumatici, le spighe piegate mostravano caratteristiche diverse. Il campione indicato con il numero 3, invece, proveniva da un punto all'esterno delle due tracce, ed è stato piegato manualmente per mostrare la differenza rispetto alle pieghe "naturali".
Cos'ha provocato l'allungamento dei nodi nei campioni 1, 2 e 4 (che nel primo caso ha quasi raggiunto l'angolo di 90 gradi)?
Il fenomeno è noto agli agronomi come fototropismo: molti organismi vegetali tendono a dirigersi naturalmente verso gli stimoli luminosi. Nel caso delle spighe, dopo che una sollecitazione meccanica le ha coricate, queste tendono a rialzarsi facendo forza sui nodi (vedi grafico sotto).
Le spighe che riescono ad alzarsi, si trovano poi sollevate rispetto al piano del terreno. Altre si intrecceranno naturalmente fra di loro, formando degli estetici effetti "canestro". Il tutto senza l'intervento di forze sconosciute.
Il fototropismo non è l'unica causa dell'allungamento dei nodi: esistono anche ragioni patologiche legate alla natura delle spighe coinvolte.
La posizione del CICAP sull'origine dei "Crop Circle"
La distinzione tra genuinità o meno di un crop circle non è ben definita. Non esistendo alcun ente di certificazione di autenticità delle formazioni né un definitivo criterio stabilito per capire se una serie di cerchi nel grano sia opera umana o no, esistono diversi atteggiamenti. Il CICAP ha una posizione ben precisa, e dichiara che la paternità delle formazioni nel grano è umana fino a prova contraria; molti altri gruppi, ufologici o meno, e i sostenitori della misteriosità del fenomeno trovano invece un vantaggio nel non prendere posizione. Il CICAP esprime una propria tesi, accettando il rischio che possa essere contestata; i sostenitori della misteriosità del fenomeno, invece, hanno in genere poco interesse a pronunciarsi sulla genuinità delle singole formazioni perché questo esporrebbe gli eventuali "esperti" a essere smentiti dagli autori delle stesse.
Il CICAP ritiene che la giusta chiave di lettura sia quella di interpretare i crop circles come espressioni artistiche, e che dietro a tutto questo non ci sia nulla di paranormale o alieno, ma un folto gruppo di artisti che approfittano dell'oscurità per dare vita ad una vera e propria forma di "Land Art", seppure avvolta da un affascinante alone di mistero.
Un elemento molto evidente fra gli altri, a riprova dell'origine umana delle formazioni, è l'evoluzione progressiva, da semplici cerchi in disegni via via più complicati. Ciò mostra chiaramente delle abilità umane all'opera.
È infatti possibile riscontrare nell'evoluzione delle formazioni la presenza di idee artistiche che vengono iniziate, esplorate, portate all'esasperazione e poi abbandonate, così come in qualsiasi attività artistica umana.
Quello passato è il terzo anno del fenomeno in Italia; nel corso del 2004 sono state segnalate più di 15 formazioni, alcune delle quali sicuramente più complesse di quelle del 2003. Il fenomeno potrebbe crescere nei prossimi anni ed è facile prevedere che le formazioni diventeranno sempre più articolate. Una delle qualità umane, d'altronde, è proprio cercare di migliorarsi sempre.
L'esercitazione del Corso del CICAP
Ma come si fa ad appiattire il grano per fare un crop circle? Ci vogliono strumenti ad alta tecnologia? Il CICAP continua a dire: "Niente di tecnologico per appiattire il grano, si usano tavole da mettere sotto il piede e da tenere con le corde fissate ai lati delle tavole stesse". Sarà vero?
L'ultima lezione del IV Corso di Indagine Scientifica del Presunto Paranormale, organizzato dal CICAP a Torino, aveva come titolo "UFO e Cerchi nel Grano". I docenti erano i più esperti che si potessero trovare sulla piazza, Marco Morocutti e Francesco Grassi del CICAP, insieme a Edoardo Russo del CISU, ma quello che faceva venire l'acquolina in bocca era l'esercitazione pratica: andare nottetempo su un vero campo di grano, e far comparire un vero cerchio!
Quello che segue è un resoconto dell'avventura...
Martedì 28 giugno 2005
Finalmente abbiamo la conferma: i proprietari di un campo di grano vicino a Bra sono disposti a rimandare la trebbiatura di una striscia grande abbastanza per fare il cerchio che abbiamo in mente. Ci accordiamo per rimborsare la piccola parte di grano danneggiato, e loro ci lasceranno tutta la mattinata di domenica per fotografare il cerchio dall'alto, prima di terminare il lavoro.
Venerdì 1 luglio 2005
Stefano telefona all'Aeroclub di Fossano, per chiedere se è possibile organizzare un breve volo per la mattina di domenica. La segretaria dell'Aeroclub ci chiede dove vogliamo andare.
"A fotografare un campo, vicino a Bra"
"Ma il campo da calcio in costruzione?"
"No, si tratta di un campo di grano"
"Aaaah, eccone degli altri fissati coi cerchi. OK, si può fare, appuntamento alle 10.30 all'aeroporto di Cuneo. Se ce la fate in mezz'ora di volo con il Piper ve la cavate con un centinaio di euro".
Poteva andare peggio...
Dobbiamo inoltre organizzarci per non farci arrestare: avere una dichiarazione firmata dai proprietari del campo, avvertire i carabinieri che saremo lì la notte, cose così. Intanto Sergio Brizio, il nostro "corrispondente" da Bra, ci manda qualche foto del campo fatta dalla forca di un elevatore. Bellissimo! Non vediamo l'ora di disegnarci sopra...
Sabato 2 luglio 2005 mattina
La mattinata trascorre negli ultimi preparativi. Ci sono da comprare corde ed assi (eh sì, proprio loro!), da richiamare per conferma i proprietari del campo e l'Aeroclub, da comprare il necessario per il Coffee Break al corso... ovviamente gli organizzatori (Andrea, Stefano e Mariano) arrivano in ritardo, quando già Francesco Grassi e Marco Morocutti hanno cominciato a far conoscenza con gli allievi. Al pomeriggio, Andrea e Stefano vanno in avanscoperta a Bra, per misurare con cura il campo e capire bene dove si trova, in modo da saperlo ritrovare al buio. Il campo è in fondo ad una stradina sterrata tutta buche, non si vede una casa nei dintorni, certamente nessuno verrà a disturbarci. Andrea e Sergio misurano il campo...
Maledizione! Al manovratore della mietitrebbia deve essere scappata la mano. Il campo è molto lungo, più di cento metri, ma una ventina di metri più stretto del previsto. Andrea telefona immediatamente a Torino per avvisare Francesco e i corsisti: bisogna rifare i conti sul disegno, ed è meglio non doverli fare al buio. Ne approfittiamo anche per rilevare la posizione col GPS: sarà più facile trovare il cerchio dal cielo, domenica.
Sabato 2 luglio 2005 sera
Arriva la sera, e gli allievi del corso raggiungono Bra insieme a Mariano, Francesco e Marco. Ci spostiamo in una pizzeria, dove prendiamo gli ultimi accordi e Francesco mostra finalmente il disegno, con le quote corrette per la nuova dimensione del campo. Mariano, invece, si concentra sul menu della pizzeria. Ma non è poi così lontano dal tema della serata: Grassi ha più volte ricordato che la pizza altro non è che un "cerchio di grano".
Marco Morocutti ha con sé la fida videocamera: spera di immortalare i lavori su nastro, ma qualcosa non va... evidentemente le "energie" che agirebbero all'interno dei crop circle riescono ad agire prima ancora che la formazione venga realizzata e altrove. Siamo ancora in pizzeria, e il comportamento della telecamera è già anomalo; in altre parole, è completamente fuori uso. Si dovrà limitare ad una registrazione audio...
Il cerchio finito avrà una trentina di metri di diametro. Speravamo di poter fare qualcosa di più grande, ma il campo è quello che è (e noi siamo anche tutti principianti assoluti, quindi non vogliamo neanche strafare!).
Sabato 2 luglio 2005 notte
Ci spostiamo sul campo. Per quanto siamo nella più piena legalità, per capire come funzioni e "ricreare l'atmosfera" del vero circlemaking abbiamo deciso di comportarci come se non volessimo farci beccare: abiti scuri, niente luci o quasi. In "tenuta da circlemaker" prepariamo gli attrezzi. È sorprendente come, anche in una notte senza luna, gli occhi si adattino al buio! Per non guastare la visione notturna, poche foto col flash, e chiudendo gli occhi...
Ed eccoci al lavoro, con la famigerata e discussa tecnica "assi e corde!" Non ci vuole veramente altro, ed è sorprendentemente facile e veloce una volta che uno impara qualche trucco (che vi lasceremo scoprire da soli: come i prestigiatori, anche i circlemaker hanno i loro piccoli segreti!).
Siamo assolutamente troppi per un cerchio di queste dimensioni, e molti sono spesso inattivi. Andrea e Stefano ne approfittano per un pisolino prima di rientrare a casa. Domani li aspetta un'altra avventura.
Domenica 3 luglio
Dopo essere andati a letto alle quattro, arrivare all'Aeroporto Internazionale di Cuneo-Levaldigi per le dieci e mezza è un'impresa quasi titanica, ma Andrea e Stefano non si fanno spaventare e fanno conoscenza con il loro prossimo mezzo di trasporto, un eroico Piper Warrior II della fine degli anni '70, pilotato da un signore baffuto con l'aria da cow-boy. Non è un Airbus, ma almeno è di alluminio: meglio dell'ultraleggero di due anni fa, fatto di legno e tela...
Mentre gli allievi del corso, a Torino, sono in visita all'archivio del CISU, si decolla. Dopo una ventina di minuti di volo il GPS, per l'occasione trasformato in "rivelatore di cerchi nel grano" comincia a fare bip: ci dovremmo essere!
E infatti eccolo! Al buio non si capiva assolutamente come fosse venuto, ma non sembrano esserci errori. La notte lo spazio rimasto ci era sembrato molto minore: peccato, forse avremmo potuto farne un secondo nella parte di campo rimasta intatta.
Chiediamo al pilota di avvicinarsi e fare qualche giro intorno al cerchio. L'aereo è veloce, si inclina e balla moltissimo: è difficile fare le foto, ed infatti vengono quasi tutte leggermente mosse, ma il cerchio è regolare e senza difetti.
Bene, siamo assolutamente soddisfatti del risultato ottenuto! Francamente non ci saremmo aspettati un risultato del genere e sui visi di tutti gli allievi si legge una grande soddisfazione nel vedere l'opera realizzata.
Missione compiuta!
Stefano Bagnasco
Fisico, ricercatore - I.N.F.N. e Università di Torino
Socio effettivo CICAP
Foto di Stefano Bagnasco, Sergio Brizio, Michele Di Ciolla, Andrea Ferrero, Francesco Grassi, Marco Morocutti, Andrea Salsi.