Il confine tra penitenza e impenitenza divide le famiglie e le scuole. Purtroppo, però, non i partiti: o almeno non quelli della povera Italia contemporanea, tutti proni al papa e all’imperatore, in quella sua versione moderna che è il presidente degli Stati Uniti. Perciò, questo libro si apre con una serie di variazioni su «Fatti» e «Opinioni» che coinvolgono l’uno e l’altro: dal referendum sulla Legge 40 allo scandalo della pedofilia ecclesiastica, dalla guerra contro il terrorismo alla presenza delle basi statunitensi nel nostro paese. Una forma di impenitenza è il perseverare nel peccato che va sotto il nome di «scientismo». Ovvero, prendere seriamente la scienza e mostrare la futilità di certa letteratura e certa filosofia: quelle di evasione dal pensiero e di invasione dei media, che fanno bella mostra di sé nelle pagine «culturali» di troppi giornali e nei programmi di «informazione» di troppe televisioni. A queste degenerazioni sono dedicate le variazioni su «Parole» e «Pensieri»: dal poema sulla natura di Lucrezio al romanzo su una tempesta di fuoco di Vonnegut, dalla fisiologia del libero arbitrio alle limitazioni della logica. Ma impenitente è solo un aggettivo aggiunto al più sostanzioso sostantivo matematico. E la critica di certo umanesimo è solo un prodotto secondario del pensiero scientifico, che si caratterizza invece anzitutto per i suoi contenuti intrinseci. Di questi trattano le variazioni su «Calcoli» ed «Esperimenti», che mirano a divulgare particolari aspetti della matematica e delle scienze: dalle curiosità aritmetiche su alcuni numeri alle profondità geometriche sulla struttura del Paradiso dantesco, dai capitoli principali della vera Genesi (quella scientifica) alle parabole salienti del vero Vangelo (quello evoluzionista). UN BRANO "Il mondo è diviso in due, e ognuno fa la sua scelta di campo. Decidendo, ad esempio, di stare dalla parte dei penitenti a testa bassa: come Galileo Galilei, che accettò di abiurare in ginocchio di fronte al tribunale dell’Inquisizione, o Renato Cartesio, che preferì non pubblicare il suo trattato sul mondo per evitare la stessa fine. Oppure decidendo, al contrario, di stare dalla parte degli impenitenti a testa alta: come Giordano Bruno, al quale fu messo il morso sul rogo per impedirgli di continuare a bestemmiare fino all’ultimo, o Benedetto Spinoza, che fu maledetto e radiato dalla comunità ebraica per aver svelato che la Bibbia era soltanto un libro «umano, troppo umano»".
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