Fare scienza è anche comunicare scienza. Gli autori indagano le caratteristiche del linguaggio scientifico, affrontando il problema della comunicazione della scienza. Il libro è diviso in due parti. Nella prima si raccontano sette storie di scienziati e idee, da Lavoisier a Gell-Mann, da Claude Shannon a René Thom. Le parole di questi protagonisti della scienza moderna servono poi a introdurre i grandi temi – metafora, linguaggio, bellezza – analizzati nella seconda parte. Il linguaggio della scienza non può prescindere da un grado di rigore (tipico di ogni formalizzazione) sul quale si innesta però un grado di ambiguità, chiamato “poetico”, che ne assicura la stabilità. Una comunicazione efficace recupera l’aggancio con l’esperienza quotidiana e con l’immaginario collettivo; il grado poetico in questo senso è esemplificato dalle metafore di cui la scienza, e quindi la sua comunicazione, sono ricche: buchi neri, sapore e colore dei quark, numeri abbondanti e gemelli, solo per fare qualche esempio. Il rigore, la razionalità, l’efficienza, che tutti riconosciamo come caratteristiche peculiari della scienza e della sua formalizzazione vengono dunque ripensati dall’intervento eclatante di intuizione e poesia.
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