Angeli e ministri di grazia, difendeteci!

Marta Luisa di Norvegia e la sua scuola New Age: gli studiosi Dyrendal e Kalvig a confronto.

"Angeli e ministri di grazia, difendeteci!": questa l’invocazione del principe Amleto all’apparizione dello spettro del padre[1]. Più di quattro secoli dopo la creazione della tragedia di Shakespeare, sembra che almeno una rappresentante della nobiltà scandinava intrattenga un rapporto altrettanto diretto con entità angeliche e spettrali. Un rapporto forse meno drammatico, e non privo di risvolti commerciali, ma che, per certi versi, solleva ugualmente qualche dilemma. La principessa Marta Luisa[2] di Norvegia, che dichiara di essere dotata della capacità di comunicare con gli angeli (oltre ai cavalli e ai defunti), ha aperto a Oslo una scuola per condividere tali doni, dapprima chiamata Astarte e poi ribattezzata Soulspring. La controversa istituzione, già contestata all’epoca dell’inaugurazione, di recente ha suscitato nuove critiche, avendo ospitato una medium che afferma di potersi mettere in contatto con gli spiriti dei trapassati.

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Famiglia Reale Norvegese
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Si tratta di una storia per lo meno curiosa, che dimostra come la credenza nel paranormale possa affermarsi (ed essere sfruttata) anche in un Paese comunemente considerato come un baluardo della laicità e del progresso sociale e materiale, e per di più da parte di una persona che non soffre di problemi economici e che ha avuto accesso a un’istruzione di alto livello. Per i lettori di Query ho pensato di ricostruire i fatti, dalla fondazione della scuola alle vicende più recenti, di inquadrarli nel contesto culturale-religioso della Norvegia contemporanea con riferimento ad alcuni studi accademici, ed infine di interpellare al proposito due studiosi concittadini di Marta Luisa, entrambi esperti di religioni, versati nel caso specifico, e tuttavia caratterizzati da opinioni abbastanza contrastanti[3].

La Norvegia conta attualmente 5 176 998 abitanti. Il Paese, il secondo meno densamente popolato d’Europa, è passato da condizioni di estrema povertà negli anni immediatamente successivi all’indipendenza dalla Svezia (1905) all’estrema ricchezza dovuta alla scoperta del petrolio e del gas naturale (nonché alla buona gestione di tali risorse)[4]. È una monarchia costituzionale; il sovrano attualmente regnante è Harald V, incoronato nel 1991. Il re ha studiato storia, economia e scienze politiche a Oxford. È sposato dal 1968 con Sonja Haraldsen, figlia di un commerciante in tessuti. Il re e la regina hanno due figli: la principessa Marta Luisa (1971) e il principe ereditario Haakon (1973). Le funzioni del re sono soprattutto simboliche, ma il suo titolo comporta alcuni notevolissimi privilegi, come l’appannaggio reale, l’esenzione dal pagamento delle tasse, e la segretezza dell’ammontare del patrimonio personale, estesi ai membri della famiglia reale.

La monarchia è un’istituzione formalmente secolare, ma la chiesa nazionale, protestante, e il sovrano tradizionalmente si legittimano a vicenda. Fino all’approvazione di un emendamento costituzionale (21 maggio 2012) il re è stato il capo formale della Chiesa Norvegese. Parte essenziale della cerimonia di incoronazione fu una benedizione, e il re è tuttora obbligato per legge a essere di confessione protestante[5].

La principessa Marta Luisa è nata a Oslo. Fino al 1990 non ha goduto di alcun diritto alla successione, a causa della legge salica che escludeva le donne; quell’anno un emendamento costituzionale ha sancito l’estensione del diritto di successione alla prole di sesso femminile, ma quello di primogenitura non è stato applicato retroattivamente; così Maria Luisa attualmente è quarta dopo il fratello e i suoi due figli. Poiché tra i suoi trisnonni conta il re d’Inghilterra Edoardo VII, è anche settantasettesima nella linea di successione al trono britannico. È sposata dal 2002 con lo scrittore Ari Behn, con cui ha tre figlie.

Marta Luisa ha studiato fisioterapia nella capitale norvegese e a Maastricht. Dal 2002 il suo titolo è stato "ridotto" da "altezza reale" ad "altezza" e al tempo stesso ha cominciato a pagare le tasse, essendosi impegnata in imprese commerciali per le quali si è ritenuto più corretto un allentamento dei legami con la famiglia del sovrano. Mantiene comunque il diritto alla successione e continua a rivestire incarichi di rappresentanza. È abilitata ad esercitare la terapia Rosen (una forma alternativa di fisioterapia inventatata dalla tedesca-statunitense Marion Rosen, 1914-2012), inoltre ha studiato presso l’Accademia Olistica di Oslo (non più esistente). Tra le sue imprese spicca la commercializzazione di un CD con le registrazioni di fiabe tradizionali, ma ha anche cantato in TV con cantanti nazionali. È inoltre una cavallerizza provetta. Marta Luisa presiede una fondazione, creata nel 1972, che finanzia progetti a sostegno di bambini disabili in Norvegia, e mantiene il patronato di varie organizzazioni connesse a iniziative e problemi di tipo medico (e non "alternativo")[6].

Nel tardo luglio 2007 Marta Luisa suscitò una tempesta mediatica con le sue dichiarazioni e iniziative. La principessa sostenne pubblicamente di essersi accorta della propria capacità di comunicare con gli angeli fin da piccola, quando si prendeva cura dei cavalli. Questa capacità l’avebbe resa in grado di comprendere i sentimenti più reconditi di altri esseri umani, come quando comprese che una donna aveva problemi con il marito nonostante non la conoscesse, e intuì che quegli stessi problemi si sarebbero risolti[7]. A trentacinque anni, con la fondazione di un centro chiamato Astarte Education (poi Inspiration) a Oslo, la principessa si apprestava a condividere tale dono, insegnando agli iscritti come "creare miracoli" e canalizzare i poteri degli angeli, descritti come "forze che ci circondano e che sono di risorsa e di aiuto in tutti gli aspetti della nostra vita[8]". Sia la compatibilità delle credenze della principessa con la cristianità della sua famiglia, sia l’uso stesso del titolo "principessa" sono stati criticati da esponenti politici e religiosi[9].

All’epoca un ciclo triennale di lezioni presso Astarte costava 24 000 corone norvegesi, circa 3000 euro[10]. Il nome Astarte si richiamava a una antichissima divinità femminile mediorientale, connessa alla fecondità e alla guerra. In seguito la scuola è stata ribattezzata Soulspring, "primavera dello spirito" (settembre 2014). Tra le ragioni del cambiamento di nome è stato indicato un "cambiamento dell’energia sulla terra dal 2012[11]." Socia della principessa è la sua connazionale Elisabeth Nordeng (già Samnøy), che incontrò all’epoca degli studi presso l’Accademia Olistica e con cui ha pubblicato libri sugli angeli. Marta Luisa ha parlato delle sue capacità e della scuola anche alla televisione nazionale norvegese e alcuni video relativi alle sue attività possono essere visti su YouTube[12]. I libri della principessa e della sua socia sono stati tradotti in italiano[13], e le stesse sono state intervistate da Licia Colò nel febbraio 2011 nella trasmissione Alle falde del Kilimangiaro[14].

Il sito di Soulspring (attualmente proposto solo in norvegese[15]) presenta l’impresa come "creata in libertà e per cambiare il mondo." Offre diversi corsi, e i contatti con vari "coach" certificati, a Oslo e in altre città. Si offrono in particolare "reading" con Elisabeth: una attività attraverso cui si può "entrare in contatto con la propria password (passord) spirituale e trasformare la propria vita in sintonia con l’angelo." Si offrono anche "viaggi spirituali" (il più recente ha avuto luogo in Sud Africa), libri e audiolibri, corsi online. Si può pagare direttamente attraverso il sito con carta di credito e il costo del "reading" con Elizabeth è di 1 400 corone norvegesi, al cambio attuale circa 150 euro (non mi è chiaro per quante sessioni). Il titolo "principessa" è costantemente usato quando nel sito si fa riferimento a Marta Luisa. È importante notare che le pratiche della scuola sono formulate in modo abbastanza vago. Inoltre la principessa non è indicata come "leader spirituale", ossia non le è attribuita alcuna invenzione o innovazione in modo evidente, né il suo ruolo organizzativo e didattico appare come centrale o fondamentale al punto da incoraggiarne la percezione come una specie di guru. Soulspring è anche descritto come un "terreno di gioco" (lekeplass) per lo sviluppo del sé con una dimensione spirituale." Si parla di "strumenti spirituali unici" per Soulspring e attualizzati secondo il tempo. Non si promette "una risposta" ma la capacità di trovare "la tua propria verità." L’iconografia del sito, come pure il suo linguaggio, non fanno insistito riferimento agli angeli (ho letto solo due riferimenti, quello citato sopra, e nella biografia di Elizabeth, che sostiene di essere stata in contatto con gli angeli fin dall’infanzia, ma nessuno nella biografia della principessa). Si parla piuttosto di "piani spirituali", sviluppo interiore, e così via. Predominano soprattutto le foto delle fondatrici, entrambe vestite in modo sobrio, e su sfondi naturali o relativamente neutri (per esempio in una stanza con fiori e candele).

Marta Luisa ed Elisabeth si riferiscono agli angeli in termini di "energie"[16] ma parlano anche di apporti soprannaturali che caratterizzano e confermano la loro presenza, come una pioggia di piume materializzate dal nulla[17]. Nel settembre 2014 le polemiche attorno a Marta Luisa si sono nuovamente acuite, in occasione di un seminario di Lisa Williams ospitato da Soulspring[18]. La britannica Williams (n. 1973) si definisce "medium, autrice, conferenziera, e insegnante internazionale" e sostiene di comunicare con i morti. Il suo sito oltre a descrivere le sue attività medianiche presenta una pagina che mostra i cambiamenti della sua pettinatura nel tempo[19]. La principessa avrebbe preannunciato, prima del seminario, che non avrebbe evocato i parenti defunti di persone del pubblico; tuttavia avrebbe narrato di essersi accorta di sentire la presenza della nonna defunta del marito, oltreché di avere percepito l’abbandono della salma da parte dell’anima della stessa donna, durante la veglia funebre[20]. Dopo le dichiarazioni piuttosto seccate di autorità religiose norvegesi sullo spiritismo, sul sito di Soulspring si è potuta leggere la seguente dichiarazione: "Noi di Soulspring non comunichiamo, nel nostro lavoro, con gli spiriti dei trapassati. Su questo il nostro lavoro differisce da quello di Lisa. Ad essere completamente onesti, non vediamo l’utilità di contattare i morti. C’è una ragione se sono approdati nell’aldilà e dovrebbe essere loro permesso di rimanerci[21]." La casa reale non ha ufficialmente commentato né questa iniziativa né le precedenti.
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Marta Luisa di Norvegia
©wikiwand.com


Oltre che della stampa popolare, la storia di Marta Luisa ha attirato l’attenzione anche degli studiosi universitari. Ingvild Sælid Gilhus, storica delle religioni che insegna presso l’Università di Bergen, si è occupata del tema nel contesto della credenza negli angeli in Norvegia. La studiosa parte dalla constatazione, supportata da precisi dati statistici, secondo cui al declino delle credenze religiose in senso stretto, in Norvegia, non corrisponde un abbandono della chiesa nazionale, che rimane un punto di riferimento importante per il senso di appartenenza al proprio Paese; è l’istituzione a cui i norvegesi continuano a rivolgersi in occasioni esistenzialmente rilevanti come i funerali (il 93% sono ancora celebrati in chiesa). A questa "appartenenza senza credenza" si affianca un altro dato: il 15% dei norvegesi crede in dottrine New Age come astrologia, reincarnazione, karma, chiaroveggenza e spiritismo; questo a fronte di un 20% che considera Gesù Cristo come proprio salvatore. È in questa cornice che occorre comprendere l’iniziativa della principessa, nonché nel contesto più generale di un "revival angelico." È dagli anni Novanta del secolo scorso, rileva Gilhus, che gli angeli, originariamente una credenza medievale e solitamente relegata a rappresentazioni infantili o natalizie, vengono promossi dalla chiesa di stato e sono parte delle credenze popolari. Sul tema sono stati scritti libri da teologi accademici (con particolare attenzione a sottrarre il tema appunto a discorsi più New Age) e la celebrazione dell’Arcangelo Michele (Michaelmas, 29 settembre) è stata reintrodotta nel 1999. Vari lavori etnografici hanno confermato la diffusa credenza negli angeli anche tra esponenti della chiesa, pur mancando una "angelologia ufficiale." Nei vari racconti gli angeli sono esseri non necessariamente dotati dei classici attributi come le ali ma che esercitano una funzione di aiuto e salvezza in momenti particolarmente rischiosi. Gilhus osserva anche che i giornali ricorrono molto spesso a espressioni facenti riferimento agli "angeli custodi" quando si tratta di raccontare di persone scampate per un pelo ad un incidente, e che analogamente si usa spesso il riferimento a "piccoli angeli" nei necrologi infantili (anche se la dottrina ufficiale della chiesa è lungi dal sostenere che una persona defunta, bambino o no, diventa un angelo). Alla luce di queste osservazioni Gilhus conclude che la religiosità rappresentata e promossa dalla principessa è un sintomo della situazione spirituale norvegese contemporanea[22].

Siv Ellen Kraft è una storica delle religioni che insegna presso l’università di Tromsø. Kraft si è soprattutto concentrata sulla rilevanza dello "scandalo Astarte" per trarne delle osservazioni sulla società norvegese. A suo dire, in occasione del polverone mediatico sollevato sul caso di Marta Luisa e della sua socia, si sono evidenziati tre fenomeni. Il primo è la separazione, a livello di percezione popolare, tra religioni considerate apprezzabili e altre disprezzabili e strane. Il secondo è il legame tra religiosità e identità nazionale. Il terzo è la cesura tra i telegiornali e i mezzi di informazione in generale, che tendono a presentare la spiritualità New Age come marginale e bizzarra, e i rotocalchi che invece presentano tale spiritualità come basata su fatti o comunque come forma accettabile di intrattenimento. Kraft sottolinea in particolare che, laddove il trattamento mediatico di una religione come l’Islam è molto migliorato grazie all’accresciuta competenza dei giornalisti, la spiritualità New Age è ancora poco conosciuta, il che ha contribuito notevolmente a gonfiare lo "scandalo". Oltre ovviamente al fatto che la principessa appartiene a una famiglia che, pur sussistendo precise limitazioni formali al suo ruolo, è comunque percepita come al cuore della "norvegesità" e della religiosità. Kraft lamenta insomma un trattamento mediatico non paritario e non rispettoso rispetto ad altre religioni. Kraft osserva per esempio che la consapevolezza dello status economicamente privilegiato della principessa, invece di indurre a considerare la sua impresa come disinteressata, ha piuttosto fatto sì che alcuni commentatori la criticassero come avida. Altri ancora hanno descritto la principessa come semplicemente fuori di testa, e probabilmente inadatta a prendersi cura dei figli. Infine, osservatori religiosi hanno stigmatizzato Marta Luisa e la sua religione come sataniche, infernali ed eretiche[23].

Asbjørn Dyrendal è professore di Storia delle Religioni presso la NTNU (Università Tecnico-Scientifica Norvegese, a Trondheim). È specializzato in religioni contemporanee. Ma è anche scettico militante da lungo tempo e più precisamente direttore di Skepsis, rivista dell’omonima organizzazione norvegese, omologa del CICAP. Anne Kalvig è professore associato di studi religiosi all’Università di Stavanger. È specializzata nello studio della spiritualità alternativa, della religiosità e della cultura popolare, nonché delle pratiche culturali e spirituali riguardanti la morte. Ha contribuito come opinionista indipedente a due quotidiani: Klasskampen, dall’orientamento politico di sinistra, e il regionale Stavanger Aftenblad, oltre che a dibattiti su vari quotidiani, alla radio, e alla TV.

Le speciali facoltà della principessa erano note prima dell’apertura della scuola, o i norvegesi sono stati presi di sorpresa?

Dyrendal: Alcune delle sue affermazioni erano già note agli "addetti ai lavori" (per esempio chi si interessava di terapie alternative). Altre sono venute dopo la fondazione della scuola: per esempio che potesse comunicare con i morti. Mi pare di ricordare che le dichiarazioni sulla comunicazione con gli angeli siano state simultanee alla fondazione della scuola. I norvegesi in generale sono stati presi del tutto di sorpresa.

Kalvig: Sì, erano noti, ma fino all’apertura di Astarte interessavano di più agli specialisti e agli accademici che al pubblico. Per esempio Marta Luisa aveva parlato, con il marito, delle sue riflessioni e pratiche spirituali in una pubblicazione intitiolata Da cuore a cuore, nel 2002, che celebrava il loro matrimonio. In quello scritto combinava idee e pratiche cristiane e neospirituali. Ha praticato salto ostacoli per vari anni, anche come membro della squadra nazionale, e da tempo comunicava con i cavalli: afferma che in parte questa comunicazione ha portato a quella con gli angeli. Dal 1997 è fisioterapista diplomata e in seguito è diventata una terapeuta Rosen. È stato durante i corsi Rosen che ha incontrato Marianne Behn, madre di suo marito. Marianne Behn è una terapeuta spirituale, specializzata in cristalli[24].

Chi è la principessa? Una outsider ribelle che va incontro a tanti problemi causati dal suo status per qualcosa in cui crede veramente, o una cinica imprenditrice del paranormale che sfrutta una visibilità preesistente?

Dyrendal: Ritengo che la principessa sia completamente sincera. Crede in ciò in cui crede da lungo tempo, e questo si è visto riflesso anche nelle sue scelte di studio. Comunque sincerità e idealismo non escludono l’abilità negli affari e la capacità di servirsi delle carte che ti sono toccate in sorte. Entrambi i lati sono presenti. Uno è quello delle credenze, l’altro è quello dell’azione. Non saprei se è una "ribelle": direi in parte. I problemi a cui è andata incontro sono abbastanza trascurabili. A parte le critiche mediatiche non ne ha avuti. Anzi, a volte questo le ha dato lo spunto per sostenere che "in altri tempi quella gente l’avrebbe condannata al rogo." Una risposta piuttosto tipica. In questo senso è del tutto conforme alla cultura alternativa.

Kalvig: La risposta ovviamente dipende da chi la fornisce e dalla sua prospettiva. Io rispondo dal punto di vista di una studiosa specializzata in spiritualità alternativa e facendo riferimento alle leggi nazionali e internazionali che tutelano la libertà di credenza e di parola. Non giudico le persone che comunicano con Dio, gli angeli, i goblin o i morti. A me interessano il processo di costruzione del significato, i costrutti culturali e le pratiche sociali, le relazioni di potere che si producono e riproducono in questi discorsi. Quindi per me quella contrapposizione è poco sensata, tutto è coinvolto in tutto e in strutture complesse. Essere un’"outsider" non è necessariamente un sinonimo di eroismo, e non c’è una contraddizione o cesura essenziale tra essere religiosi e fare soldi. Anzi, in un mondo materiale la religione deve esistere in forme materiali, e l’imprenditoria religiosa ha origini antiche.

Non posso esprimermi come studiosa sulla sincerità della principessa. L’ho incontrata, ho parlato con lei, conosco chi la circonda, ma posso valutare solo la "sincerità" di quello che appare in pubblico, e sembra molto sincera. Comunque quando si studiano idee e pratiche religiose la sincerità per me non è uno strumento utile. Per esempio, se chi pratica la spiritualità la prende "alla leggera" con umorismo e ironia, può avere effetti molto potenti sulle vite delle persone, e viceversa.

Come ha reagito il pubblico in Norvegia, e perché?

Dyrendal: Dipende da che cosa si intende per pubblico. All’inizio i media sono stati piuttosto critici. E lo sono tuttora, con la notevole eccezione di quelli religiosi ma liberali. La "gente", se consideriamo i rilevamenti statistici nel tempo, sembra condividere le critiche, ma non è proprio unanime. Anzi direi che si divide in due. La principessa e suo marito hanno i più bassi indici di popolarità della famiglia reale. Solo il 15% dei norvegesi (anche se potrebbero essere considerati una fetta ampia della popolazione) ritiene che abbia i poteri su cui si basa la scuola. Quindi potrebbe esserci del vero nell’idea, sostenuta da vari commentatori pubblici, secondo cui c’è un declino di popolarità della famiglia reale causato dalla sua impresa. Ovviamente però sulla scena alternativa è considerata un’eroina.

Kalvig: Il più grande rotocalco scandalistico norvegese, Se og Hør (Vedi e ascolta), ha coperto per primo la parte relazionata agli angeli dell’impresa Astarte, nell’estate 2007. In certa misura lo shock e lo scandalo che dominarono i media, e che in parte perdurano, sarebbero stati inevitabili, ma probabilmente hanno contribuito anche il tono della rivista e la scarsità di notizie tipica dell’estate. Il discorso si è stratificato su più livelli, e la comunicazione con gli angeli da parte della principessa ha finito con l’essere considerata la parte peggiore o più biasimevole. Ma il "pacchetto Astarte" comprendeva altre cose: aveva a che fare con il più ordinario sviluppo personale in termini di mente, corpo, e io, organizzato in tre pacchetti di "terapia", "lettura", e "tocco soave" di cui la comunicazione angelica era solo una parte. Come sai l’impresa è poi cambiata. Quando la principessa, in una intervista nel settembre 2010 (nel quotidiano locale Stavanger Aftenblad) , affermò en passant che sapeva anche parlare con i morti, si sollevò una vera tempesta mediatica. Ma questo si spiega con il carattere controverso delle pratiche spiritistiche, che tuttavia sono molto richieste tanto in Norvegia quanto in altri Paesi occidentali, e altrove.

Quale è stato l’impatto sulla famiglia reale, visto anche il suo ruolo religioso?

Dyrendal: Rispetto alla domanda se queste vicende hanno danneggiato l’immagine della famiglia reale la popolazione è divisa esattamente a metà. Secondo un sondaggio solo il 4% ha però sostenuto che l’impatto è stato positivo. Che ci sia un danno, come sostengono alcuni commentatori bene informati, sembra verosimile. Quanto esteso sia il danno, e quanto protratto nel tempo, è un’altra questione. Il ruolo religioso della famiglia reale non ne è stato influenzato, e al tempo stesso, il fatto che la famiglia appunto abbia un ruolo religioso può spiegare la reazione in sordina da parte della Chiesa vera e propria. Le autorità religiose non sono solite commentare le affermazioni della principessa in chiave critico-teologica, con l’unica eccezione di quelle sulla comunicazione con gli spiriti. E anche in quel caso non calcano troppo la mano. Questo è un cambiamento affascinante. Negli anni Settanta e Ottanta la Chiesa Norvegese criticava aspramente la spiritualità New Age.

Kalvig: La famiglia reale si è sempre stretta alla principessa, e ha anche fornito "prove" delle sue capacità terapeutiche. La principessa Mette-Marit (moglie del principe ereditario) sostiene che Marta Luisa l’abbia guarita da una forma di infiammazione renale con l’imposizione delle mani. Marta Luisa non ha mai ripudiato la sua identità cristiana ed è ancora membro della Chiesa Norvegese. La famiglia norvegese, ancorché più fluidamente che un tempo, è connessa alla Chiesa. C’è stato l’emendamento del 2012 ma il re è ancora obbligato ad essere protestante. E la famiglia reale ha ancora un baluardo nei norvegesi, anche più di prima; secondo l’ultimo sondaggio l’82% della popolazione supporta la monarchia e non vuole altre forme di governo[25]. Questi valori alti (di solito è il 60-70%) si spiegano forse con il bicentenario, nel 2014, della costituzione.

Il dibattito ha a che vedere con molti fattori. Il ruolo della monarchia nella democrazia moderna è uno dei temi. Quanto ai vescovi della Chiesa Norvegese, alcuni sono stati favorevoli e altri critici rispetto alle iniziative della principessa. Quanto alla comunicazione con i morti è stata soprattutto criticata. Tuttavia nel 2013 il Sinodo Ecclesiale, che della Chiesa Norvegese è l’organo supremo, ha votato a favore (con un solo voto contrario) di un nuovo rito, incorporato nel repertorio teologico, chiamato "Benedizione domestica". È usato per le case infestate e per i luoghi in cui la gente sente di avere bisogno di aiuto, e presumibilmente tale rituale tranquillizza ed esorcizza gli spiriti dei morti. La chiesa però non fornisce alcuna spiegazione esplicita della confusione e della infestazione che la gente stessa avverte.

Parte delle reazioni può essere stata influenzata dal fatto che Marta Luisa è una donna?

Dyrendal: In certa misura, sì. La percezione è che nella spiritualità alternativa ci siano moltissime donne. E che tra gli opinionisti ci siano moltissimi uomini. Le considerazioni critiche che hanno riempito i media sono venute soprattutto da uomini, mentre quelle positive, da parte di ambienti religiosi, sono venute soprattutto da donne. Però non direi che il sessismo sia un elemento centrale del dibattito per come si è sviluppato, come qualcuno ha sostenuto con una certa facilità e superficialità. Anche il principe Carlo Inghilterra si è imbarcato in imprese analogamente "alternative" (e per me molto più problematiche). E se si paragonano le reazioni pubbliche si nota che è stato criticato ancor più aspramente.

Kalvig: Sì, come in tutte le questioni sociali, c’è un elemento sessista, anche se è difficile determinarne il rilievo rispetto ad altri come l’opinione sulla monarchia e la religione. Per esempio i media si occupano molto più, e molto più criticamente, della principessa, che del più celebre guaritore nazionale, un anziano di una comunità rurale (l’uomo di Snåsa). Lui preferisce e professa chiaramente una forma conservatrice di cristianesimo che però passa sempre in secondo piano quando se ne parla. Varie volte, per riferirisi alla principessa e alla sua socia è stato usato un linguaggio peggiorativo: sono state bollate come "ragazzine", come "trafficanti di bambini" (poiché il loro primo libro era dedicato ai loro figli), "streghe", "pazze" e via dicendo. Questi termini e altri simili li ha usati un professore di storia delle idee, Trond Berg Eriksen, in una recensione di due pagine del primo libro pubblicata su Dagbladet nel 2010. Il linguaggio misogino e sessista rivela le tendenze di chi lo usa. Le critiche pesanti all’impresa della principessa, incoerenti in un Paese orgoglioso della sua libertà religiosa e di parola, hanno anche a che vedere col fatto che molti critici, senza rendersene conto, si basano su idee irriflesse di stampo luterano e puritano: per esempio, che religione e denaro sono opposti e che quest’ultimo inquina la "vera" religione. Dal punto di vista accademico sono equivalenze senza fondamento. Sembra anche che alcuni critici considerino che il libero mercato, la scelta ai consumatori, e così via, siano intrinsecamente negativi. Quegli stessi critici poi raramente criticano il fatto che anche i sacerdoti delle religioni organizzate siano impiegati pagati e vivano dell’offerta di servizi e prodotti religiosi.

Alcuni critici hanno trovato sfogo alla loro irritazione per l’anacronistica monarchia nel fatto che la monarchia stessa comprende una donna che ha un’identità religiosa neospirituale. Siccome è una donna privilegiata, sembra che dicano, dovrebbe spendere i soldi del Paese in feste con le altre teste coronate del continente, invece di guadagnare indipendentemente attraverso una scuola spirituale, pubblicazioni, lezioni, e una collezione "magica" di gioielli. La scuola degli angeli nel 2013 ha lanciato una collezione chiamata "Dea". Si trattava di gemme e simboli dotati presumibilmente di qualità spirituali. E nonostante parte degli incassi fosse destinata a beneficenza per donne bisognose, ecco rispuntare la solita critica, per cui vendere oggetti con qualità ed effetti presentati come spirituali è una truffa, è male, e così via. Ma non sentiamo le stesse critiche sulla vendita di Bibbie, o di croci d’oro da portare al collo. Nemmeno quando vengono acquistate per bambini e neonati, e non per adulti come invece succede con i monili "Dea".

Parte delle reazioni può avere motivazioni politiche?

Dyrendal: Certamente. Prendiamo per esempio la causa repubblicana norvegese (che è persa in partenza). Pur rimanendo minoritari, i critici della monarchia hanno alzato i toni, e populisticamente hanno spesso fatto riferimento al caso della principessa. Si discute molto sui privilegi dei reali e sulla loro abolizione. Tuttavia occorre indagare più a fondo sulle questioni politiche: la principessa è stata criticata, e del pari è stata difesa, da esponenti di tutti i partiti politici.

Kalvig: Sì, alcuni motivi politici sono più scoperti, altri meno. Nel 2012 il giornale nazionale Dagbladet, che è dichiaratamente laico e di sinistra, tenne nascosti i risultati di un sondaggio promosso dal giornale stesso, secondo il quale il 70% dei norvegesi non vedeva alcun problema nella mescolanza di status reale e di impresa spirituale rappresentata dalla principessa. Laddove la pubblicità negativa contro la principessa era stata fatta a caratteri cubitali, questa notizia è stata relegata a un trafiletto insignificante. Questo non è giornalismo spassionato e indipendente, né soddisfa il diritto di tutti i cittadini di essere trattati con equità dalla stampa. Per esempio si è preferito dare ampio spazio, e in prima pagina, agli avvertimenti dell’uomo di Snåsa sul fatto che la spiritualità della principessa potesse condurla al suicidio, o dare visibilità a un ateo pagato da un’associazione di atei, che ridicolizzava la neospiritualità come truffaldina e offensiva se usata dai credenti per guadagnare.

Anche certi noti scettici sono scivolati in argomentazioni irrazionali. Il blogger e scrittore Gunnar Tjomlid sostiene per esempio che la comunione della chiesa è eticamente legittima, pur comportando transazioni economiche (stipendi e collette, tra le altre cose) siccome si basa su un’organizzazione i cui membri sono registrati. Poiché tale registrazione manca nella neospiritualità, i cui membri formano piuttosto una "rete" informale, sarebbe a suo dire "non-etica"[26].

Come si spiega il passaggio da Astarte a Soulspring?

Dyrendal: Non lo spiego perché non me ne sono ancora occupato in dettaglio. Per quanto ne posso giudicare, direi che sviluppi di questo tipo sono normali nel tempo. Nessuna rottura radicale. Più che altro si sarà trattato di abbandonare un nome che la Chiesa trovava problematico. Ma ci sono stati altri sviluppi che mi interessano di più. Alcuni studenti di Astarte, e tra i più visibili, si sono resi molto importanti nell’ambito del cospirazionismo norvegese (di cui mi occupo come studioso). In poco tempo è risultato chiaro che le loro posizioni non erano condivise dalla scuola. Così il cambiamento di nome può essere un chiaro messaggio: rimarca la presa di distanza da quelle posizioni.

Kalvig: La principessa ed Elisabeth Nordeng, come molte altre figure analoghe, hanno cambiato e sviluppato le loro posizioni; rimanere ferme alle stesse idee potrebbe essere visto come riluttanza rispetto ai cambiamenti energetici e cosmici o simili. Ed è così che loro stesse lo spiegano, parlando di connessione con il cambiamento costante e con il flusso energetico. Pragmaticamente, in una spiritualità inserita anche in logiche di mercato, un "aggiornamento" del tuo prodotto lo rende più attraente. Inoltre, come loro due spiegano sul sito, i toni pastello e "soft" propri del design di Astarte sono adesso obsoleti, siccome loro stesse, e specie la principessa, si sono evolute quanto a consapevolezza e indipendenza. Adesso trovano più consoni colori brillanti e voci "più squillanti", come si vede sul sito di Soulspring. Credo che questo "innalzamento di toni" sia evidente da vari file video e audio.

La scuola ha avuto successo? Che tipo di persone ha attratto? Come hanno usato la "formazione" ricevuta?

Dyrendal: Per quel poco che è noto a noi non-iniziati, la scuola ha attratto soprattutto persone che già credevano. Veterani della scena alternativa. Per il resto possiamo fare supposizioni, e poi ci sono le dichiarazioni diffamatorie di persone che sostengono di essere ex studenti. Pochissimi hanno concesso interviste e ancora meno hanno preso iniziative che abbiano avuto impatto sulla società. Quanto al successo della scuola, dipende da che cosa si intende con il termine. Si potrebbe sostenere che la scuola è un fallimento economico ed educativo. Non è redditizia. Gli studenti, a parte lo "sviluppo interiore", hanno ben poco da esibire in seguito alla loro partecipazione. C’è chi l’ha abbandonata lamentandone la scarsa qualità, e se non ricordo male un intero corso è stato interrotto.

Però questi sono criteri limitati. Ampliando la prospettiva possiamo considerare che la scuola è una cornice in cui si può produrre materiale didattico e un ponte che dà accesso alla scena alternativa. Mi risulta che i libri della principessa e dei suoi collaboratori siano stati un successo editoriale, comportando guadagni nell’ordine dei milioni. Lei e la scuola sono presenti a diverse kermesse, durante le quali ricevono le persone, o tengono conferenze, e sono attività redditizie. La scuola fornisce poi un "ambiente protetto" in cui professare credenze sincere, è ammantata di autorità, si proietta all’esterno come importante, è un’opportunità per mostarare un certo interesse e solidarietà, insomma tutta una serie di cose che per persone già economicamente sicurissime possono rivestire una certa importanza. Da un punto di vista interno e idealista la scuola può essere considerata come una vetrina per una certa forma di spiritualità alternativa, e suscitare la speranza di un rinnovamento culturale. Non che gli studenti imparino qualcosa che non potrebbero apprendere altrove: ma non costa troppo, e per di più c’è il valore aggiunto della celebrità.

Kalvig: È difficile misurare il successo in questo caso. Che termini di paragone prendiamo? Forse, se la principessa è una persona timida, incline ai rossori, che ha avuto qualche problema a trovare il suo "posto" (un’immagine che ha spesso trasmesso al pubblico negli anni dell’adolescenza) la "liberazione" rappresentata dalla scuola potrebbe significare un grande successo. Per Elizabeth Nordeng, vedere che alla fin fine non era destinata a un lavoro da macchinista nautico (per cui ha studiato), la percezione del successo potrebbe del pari essere enorme. Anche se loro probabilmente parlerebbero di "ritrovamento della loro verità", del loro "io interiore", della loro "connessione con il cosmo pulsante", con Dio, e via dicendo. Un’altra parola potrebbe essere "successo". Come impresa misurata in termini economici ha avuto un successo modesto, con pochi studenti (adesso offrono corsi online, non sul posto). Il successo come fenomeno, anche economico, specie con i libri e le conferenze, è un dato di fatto. I libri sono conosciuti nazionalmente e internazionalmente e hanno venduto di conseguenza. Quanto agli studenti, soprattutto donne, si tratta di persone che già impiegavano altre pratiche alternative, e sembra che ora siano "terapeuti certificati".

Quanto hanno guadagnato la principessa e la sua socia? La principessa è semplicemente avida oppure il fatto che non avesse problemi economici fa pensare che sia sincera?

Dyrendal: Delle sue entrate si è parlato molto nei media. A quanto ne so i rapporti hanno dato la scuola come costantemente in perdita. Il guadagno sembra derivare fondamentalmente dal ruolo di membro fondatore, nel senso che le entrate sono sufficienti a pagarne lo stipendio ma non di più. Siccome è un lavoro part time, se lo si guarda con gli occhi di un salariato normale, non guadagna malaccio: un po’ meno di 400 000 corone norvegesi all’anno. Sicuramente potrebbe fare di meglio, ma non è la sua fonte di guadagno principale. Alcuni degli articoli più schierati hanno criticato le somme di iscrizione come troppo alte e l’intera impresa come dettata dall’avidità. In realtà se si considerano i prezzi esatti non è necessariamente così. Comunque la maggior parte delle critiche che conosco si appunta sul fatto che, siccome è impossibile insegnare alla gente a vedere l’aura, a comunicare con gli angeli, etc. qualunque prezzo superiore a zero è già troppo. Per me la questione dell’avidità, dei soldi, dei prezzi, etc. è la meno rilevante di tutte. Chi si diverte con gli sci per esempio spende molti più denari e più rapidamente.

Kalvig: Le cifre sono di pubblico dominio in Norvegia, non ci sono segreti. Lo stigma di "avidità" si spiega con l’irrazionale indignazione rispetto al fatto che ci siano persone che guadagnano grazie a forme di spiritualità non istituzionalizzata.

La principessa propone pratiche e dottrine preesistenti o si pone come leader religiosa e spirituale?

Dyrendal: Non sono abbastanza addentro da poter dire che c’è qualcosa di originale. Probabilmente gli insegnanti selezionano materiale pre-esistente e poi "inventano" a seconda delle circostanze. In questo tipo di ambiente, di solito, si presenta un misto di pratiche, racconti e idee che sono già ben diffusi. Sarei molto sorpreso di vedere qualcosa di "originale". Ma anche di vedere che si insegnano delle vere e proprie dottrine; quelle alternative, in genere, sono molto "soft"; sono credenze vaghe negli spiriti, nelle "energie", etc.

Kalvig: Originalità, "riuso", mediazione diretta e indiretta, produzione e consumo in questo campo (come pure in larga parte delle religioni in tutto il mondo) sono difficili da distinguere. Le "dottrine" non sono, come tali, nuove, si tratta di noto materiale neospirituale. Ovviamente il pacchetto è unico rispetto all’identità della principessa e della socia, il loro modo di sviluppare e inquadrare il loro prodotto, etc. Tuttavia i tre livelli che ho menzionato prima (terapia, "lettura", "tocco") potrebbero essere un elemento originale della scuola. Purtroppo non ho svolto ricerche al proposito.

Considerando la durata e i prezzi dei corsi sembra che siano diretti fondamentalmente ai norvegesi. Ma la Norvegia è un Paese solitamente considerato all’avanguardia, socialmente, materialmente, e anche quanto alla laicità. Che lezione ne traiamo sulla relazione tra paranormale, istruzione, e benessere?

Dyrendal: Domanda piuttosto complessa. Risposte ce ne sono, ma abbastanza da riempirci un corso di un semestre e lasciando comunque scoperte diverse questioni. Ma possiamo provare a dare risposte brevi seppur insoddisfacenti. Possiamo partire con la questione della diffusione. In qualunque società ci sarà sempre una frazione di persone che sono inclini ad avere esperienze a cui si applica l’etichetta prefabbricata di "paranormale." Se la vediamo così queste persone sono "normali" e al tempo stesso speciali in un senso positivo. Quindi tutto lascia supporre che credenze di quel tipo esisteranno sempre, indipendentemente dal livello di istruzione e di benessere. Potranno esserci variazioni nel loro numero, come pure nell’accesso alle varie pratiche religiose a seconda dell’impegno economico richiesto da chi propone tali "vie spirituali". Siamo in una società aperta, in cui ciascuno di tali "proponenti" in un mercato religioso ricorre alle risorse culturali che ha a disposizione alla ricerca di successo sociale ed economico. Tipicamente i sostenitori della laicità cercheranno di monopolizzare la scienza, almeno a livello di discorso. Altri li contesteranno, per esempio sostenendo la centralità dell’"esperienza personale" o della "tradizione" rispetto a dati oggettivi e scientifici.

Come spiegare poi la varietà delle credenze e quindi il successo della New Age, che da tale varietà è appunto caratterizzata? È connessa alla varietà e apertura del mercato, in cui il consumatore decide che cosa consumare. Insomma il successo della New Age si spiega con la democrazia, l’individualismo, il capitalismo, e l’istruzione di massa.

Kalvig: In realtà ora I corsi sono soprattutto virtuali, ma capisco che cosa vuoi dire. Si nota anche che quasi tutti i "terapeuti" certificati hanno nomi norvegesi. Tuttavia i libri e le conferenze sono disponibili per un pubblico globale. La neospiritualità locale (regionale, nazionale) infatti è solo parte di una neospiritualità globalizzata.

Voi siete esperti di religioni. Più in generale siete intellettuali, e quindi probabilmente interessati a questioni come l’alfabetizzazione scientifica della società. Infine siete cittadini e contribuenti norvegesi. Come giudicate i fatti di Astarte/Soulspring secondo queste prospettive? Avvertite qualche conflitto interiore? Per non essere critici rispetto ad Astarte/Soulspring occorre avere personalità multiple? Non vi preoccupa l’uso indiscriminato di termini come "scuola", "educazione"?

Dyrendal: Sono stato intervistato varie volte. Di solito o mi pongono questioni storiche e accademiche, o questioni inerenti il mio giudizio in qualità di cittadino e di scettico. Poi di norma si stampano solo le risposte a queste ultime... Come storico della religione, ogniqualvolta sorge qualche nuovo fenomeno, lo osservo, lo analizzo, lo classifico. Come cittadino mi pronuncio contro la pseudoscienza o comunque critico quello che mi sembra degno d’esser criticato. In generale però non sostengo di essere un osservatore oggettivo di alcunché, né la mia disciplina è oggettiva. Il suo stesso status è controverso tra chi la pratica.

Non ho condotto specifiche ricerche sulla principessa e sulla sua scuola. Mi sono espresso, quando l’ho fatto, come rappresentante della Società Norvegese degli Scettici. Come tale ho criticato molto le sue affermazioni. Ho commentato causticamente per iscritto alcune delle sue dichiarazioni più scientificamente deboli. Gli scettici comunque devono sforzarsi di costruire una critica bilanciata e accurata, anche se parlano fuori dai denti. Quanto al fatto che sono un contribuente norvegese, direi più che altro che sono un repubblicano e quindi faccio molta fatica a trovare ragioni sufficienti in favore del mantenimento di una famiglia reale.

Come studioso metto tra parentesi alcune questioni (per esempio se le affermazioni che una religione compie su determinati fatti sono vere o meno) che invece come scettico e come cittadino trovo rilevanti, e ne accentuo altre, a seconda di che cosa interessa a chi mi interpella. Di solito i media sono più interessati alle valutazioni dello scettico e del cittadino contribuente. Come studioso credo che sia giusto lasciare da parte le questioni empiriche e cercare una "comprensione empatica" quando ci si occupa di una religione. Ma questo non vuol dire che quelle questioni in generale debbano essere ignorate. Non ci sono ragioni per non essere tolleranti rispetto a certi fenomeni, se non si è proprio urtati da un certo tipo di "kitsch intellettuale" e se non si preferisce un certo livello di pensiero analitico. Ma anche uno scettico non dovrebbe essere intollerante. Il punto, però, è che "tollerante" non è sinonimo di "acritico", e "liberale" non significa che tutto fa brodo. Non c’è ragione di tifare per idee che personalmente troviamo sciocche o dannose. Possiamo benissimo essere spietati nelle nostre analisi e al tempo stesso esaminare un tema in modo bilanciato, considerando comparativamente i suoi vizi e le sue virtù.

Ci sono dei punti critici. Stiamo parlando di un’impresa che si presenta con le credenziali dell’"istruzione" e c’è tutta una serie di elementi propri della spiritualità alternativa che si scontrano frontalmente con la scienza. Questa o quella "terapia alternativa" funziona? La "telepatia" esiste? Ci sono persone che possono comunicare con I morti? I vari aggeggi basati su scienza "alternativa" mantengono le promesse? Gli scienziati riconoscono e usano il concetto di totale ininfluenza di qualcosa su qualcos’altro. Poi ci sono sempre quelle persone che vogliono sostenere che la scienza non spiega tutto, o che dobbiamo adottare "un concetto più fluido di prova". Però l’istruzione non si riduce a pure questioni scientifiche, e occorre prendere una posizione. Del pari, le leggi che tutelano i consumatori, e l’etica degli affari concernenti beni comuni e servizi parlano chiaro: devi fare quel che prometti. Quando i "sensitivi", gli omeopati, e così via non rispettano alla lettera le proprie promesse, evidentemente certe regole di protezione del consumatore sono chiamate in causa. E visto che le leggi esistono, le autorità devono prendere posizione rispetto alla loro applicazione.

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Lisa Williams
©lisawilliams.com
Kalvig: Per me (e per la legge) le persone hanno il diritto di aderire alla spiritualità che scelgono, e non mi preoccupa molto il fatto che possano smettere di "credere" nella scienza. Anche se ovviamente possono esserci tensioni tra religione, spiritualità e scienza. Per esempio se si rifiutano i vaccini per i propri bambini non avendo capito di che cosa si tratta e come funzionano. Ma chi promuove questa tendenza terribile e pericolosa non sono solo gli aderenti alla New Age, è piuttosto un misto di posizioni "controculturali" e di ignoranza e paura dei vaccini (visti come nocivi alla salute) che caratterizza diversi ambienti cospirazionisti (inclusi quelli spirituali). Le idee e le pratiche antiscientifiche sono un campo vasto e rilevante, ma che non assocerei strettamente a Soulspring, che non le ha mai sostenute, né, a quanto ne so, ha mai incoraggiato l’abbandono della medicina convenzionale a favore di quella alternativa. Anzi, occorre indagare se certe tendenze radicalmente "anticonvenzionali" (su cui è bene mettere in guardia le persone) davvero sono promosse dalla neospiritualità e se poi facciano sì che i loro aderenti non si impegnino socialmente e politicamente, e le mie ricerche mi hanno mostrato che spesso anzi accade il contrario.

Sulla questione terminologica sono in disaccordo con te. Parole come "educazione" e "scuola" non sono il privilegio di una élite culturale, e ben poche persone credono che un "istituto" riveli la "verità" perché il suo nome ha un’"aura" pedagogica. Forse tale aura potrebbe attrarre alcune persone, ma sono lungi dal temere che la nostra società stia scivolando in un inferno di ignoranza. Abbiamo pur sempre la scuola dell’obbligo, un sistema universitario, un sistema politico, la libera stampa, tutte le istituzioni laiche, e così via. Fa tutto parte di una società in cui l’ignoranza, la stupidità, le posizioni reazionarie, l’intolleranza, la repressione e così via possono essere affrontate con il dialogo, o, nei casi gravi, con misure legali. Se poi questi cattivi impulsi sono presentati in veste religiosa, spirituale, ideologica, politica, pubblicitaria, o di altro tipo, devono essere affrontati per le azioni a cui inducono, per i loro risultati, e caso per caso.

A questo punto dovremmo avere acquisito un quadro quasi completo dei fatti, delle forze, e dei punti di vista in gioco. Lo scopo principale di questo articolo era trasmettere un’idea della loro complessità. Desidero però concludere con qualche osservazione personale. Le posizioni dei miei interlocutori sono caratterizzate da un equilibrio e da una correttezza politica non inconsueti tra gli studiosi, specie scandinavi. Il rappresentante degli scettici è tutto sommato molto tollerante, e la sua collega difende soprattutto la libertà intesa anche come libero mercato fino ad includere il commercio del paranormale. Sono d’accordo con quasi tutte le loro riflessioni. Sicuramente la principessa è in buona compagnia, sicuramente è stata oggetto di un trattamento mediatico poco equilibrato, e sicuramente l’apertura di Astarte/Soulspring non è un evento drammatico nella storia della Norvegia. Se è vero però che la scuola, i suoi metodi e gli oggetti che vende sono un prodotto nel libero mercato e come tali vanno rispettati, allora è altrettanto vero che i consumatori hanno tutto il diritto di vagliarli e giudicarli secondo determinati criteri. Con ogni probabilità la principessa è sincera, di certo la "sincerità" non è una categoria utile per gli studiosi, e niente esclude che tale caretteristica conviva con il fiuto per gli affari. Tuttavia una giravolta come il ridimensionamento del rapporto con Lisa Williams è, se non altro, una caduta di stile e dimostra una certa incoerenza, che anche in una logica di puro mercato è poco apprezzabile. Inoltre posso essere d’accordo con Anne Kalvig secondo cui l’uso del termine "scuola" non deve indurci a chissà quali catastrofismi. Sennonché ancora una volta, nel caso di Marta Luisa come in altri, si prende atto che chi parla di saperi o spiritualità "alternative" (anche se non si intende con essi sostituire quelli "ufficiali" o "convenzionali") si dimostra poi zelante nell’adottare una terminologia che evoca istituzionalizzazione e quindi serietà: è il caso di "scuola", appunto, ma anche parole come "terapia" ed "energia", che hanno un significato ben definito e che però in contesti alternativi sono usati con disarmante vaghezza (che cosa sarebbe, ad esempio, il "cambiamento di energia sulla terra" registrato nel 2012?).

In altre parole possiamo, anzi dobbiamo rispettare profondamente la parte interiore e personale dell’esperienza di Marta Luisa di Norvegia, la sua superiore sensibilità. Per quello che può valere, l’impressione che mi ha fatto l’intervista con Licia Colò è quella di una persona sensibile, affascinante e per nulla trasognata o maliziosa. Ma quella esperienza intima diventa qualcos’altro, o meglio si mescola a qualcos’altro, nel momento in cui è proposta come "pacchetto" sul mercato, come prodotto infarcito di termini specifici. Il richiamo all’"angelo custode" non è solo una metafora per indicare un "sesto senso" o la propria "vera identità", specie se poi si parla di guarigioni da malattie renali e materializzazioni di piume; analogamente, la "comunicazione con i morti" di Lisa Williams non è un’espressione poetica per un ricordo particolarmente intenso di un caro estinto ma è venduta appunto come comunicazione. Quel "qualcos’altro", ovvero quello che viene venduto e l’etichetta con cui viene venduto, dev’essere ispezionato e valutato. Questo non ha veramente a che vedere con l’idea (sicuramente irrazionale) per cui la religione o la spiritualità, se frammista al commercio, "degenera" o che non debba assolutamente mischiarvisi.

Non è del tutto chiaro dove, in Soulspring, finisca il metodo spirituale e cominci la religione o fede, in cui come è noto Query non mette becco. Di religione parlano soprattutto gli studiosi, la principessa non lo fa, o forse non ne ha bisogno, siccome la sua stessa appartenenza famigliare la evoca. Forse l’ambiguità è intenzionale, forse no, di certo la contiguità con la religione è proficua e protettiva. Sia come sia, non metterei sullo stesso piano il sostentamento di una classe docente/sacerdotale (anche New Age) o la vendita di oggetti simbolici[27] e la commercializzazione di una esperienza spirituale, specie se presentata come radicalmente "rinnovante".

È una questione di riallineamento di valori. Propongo un ragionamento basato su un’ipotesi autobiografica. Io sarei fuori di me dalla gioia se mi si manifestasse un essere superiore e benevolo (incluso uno spirito trapassato) con un messaggio di liberazione e al tempo stesso avessi la certezza che l’esperienza è reale. Potrei allora, da amante della condivisione, cercare di trasmettere la mia esperienza ad altri, cercare di portarli sullo stesso "piano". Forse non mi darei all’ascetismo più stretto, ma la consapevolezza di una "dimensione altra e superiore" mi farebbe rivalutare il "mondo" tanto da essere riluttante a inquadrare la condivisione in una transazione finanziaria (specie se avessi già fonti di reddito e con Internet che consente di raggiungere a costo minimo il maggior numero possibile di persone). "Mistici" e "rinati" insomma dovrebbero non dico gettare il portafogli ma almeno non guardarlo più con gli stessi occhi, e i messaggi angelici, se autentici, si dovrebbero regalare. Ma ovviamente non si può pretendere che tutti reagiscano allo stesso modo.

Infine la frivolezza delle iniziative di Marta Luisa può essere usata per relativizzarne e minimizzarne l’importanza ma anche per giudicarle politicamente (in senso lato). La principessa appunto, come è stato notato, non è un anziano signore nato e cresciuto in una comunità rurale. A costo quindi di suonare populista e moralista non posso non osservare che una persona nata con determinati privilegi e che davvero desiderasse "cambiare il mondo" (si veda la dichiarazione sul sito di Soulspring) forse potrebbe impegnarsi in imprese di maggiore concretezza e impatto o almeno avere la sensibilità di non presentare le imprese attuali, aperte a pochi clienti privilegiati, come volte a cambiare il mondo. E forse, un osservatore dotato di un minimo di coscienza politica e sociale dovrebbe sì saper rispettare la pluralità delle credenze e delle iniziative, nonché la parità dei sessi e le norme di discussione civile, ma senza perdere la capacità di indignarsi per la superficialità, lo spreco, l’incoerenza, la vacuità dietro a certo marketing.

Abbiamo cominciato con Amleto e potremmo terminare con Molto rumore per nulla. Se poi "nulla" sia da intendersi come irrilevanza del caso della principessa o come futilità di ciò che propone sul mercato e sulla scena spirituale, è un giudizio che lascio a chi legge.

Note


1) "Angels and ministers of grace defend us!" Atto I scena IV.
2) Il nome norvegese è Märtha Louise ma per semplicità adotto quello italiano vista anche la diffusa consuetudine di tradurre i nomi di reali e nobili stranieri.
3) Le interviste originali, condotte corrispondendo in inglese nell’agosto 2015, sono a disposizione di chiunque sia interessato. La traduzione è mia. Oltre ovviamente ad Asbjørn Dyrendal e Anne Kalvig ringrazio per la loro consulenza e assistenza (in ordine alfabetico): Carole Cusack, Bernard Doherty, Liselotte Frisk, Dan Larhammar, James R. Lewis, Ulrika Mårtensson, Anne Ross Solberg, Mikael Rothstein, Ingvild Sælid Gilhus, Fernando Simoni. Sono grato a Olof Heilo per avermi per primo parlato della principessa norvegese e della sua scuola. Ci tengo a specificare che ho tentato di prendere contatto con Soulspring attraverso l’e-mail della segretaria reperibile sul sito ufficiale, così da offrire la possibilità di partecipare e replicare, e offrendo una disponibilità pari a quella per i miei intervistati; purtroppo non ho ricevuto risposta. Anche il mio messaggio di presentazione e proposta è disponibile per chi desideri leggerlo. Tutti le pagine web sono state aperte ed esaminate l’11 agosto 2015.
4) Per dati statistici ufficiali e costantemente aggiornati si consulti la pagina dell’ufficio statistico centrale norvegese, Statistisk sentralbyrå (SSB).
6) Per le informazioni biografiche etc. si veda la pagina ufficiale http://tinyurl.com/poh8fxg (e le pagine correlate).
7) Si veda la notizia su due importanti quotidiani italiani. Repubblica, 24 luglio 2007: “La principessa che parla con gli angeli "Apro una scuola per condividere il mio dono"” (http://tinyurl.com/ponen5n ); La Stampa, 17 agosto 2007, “Principessa di Norvegia apre una scuola di contatto con gli angeli” (http://tinyurl.com/pyk93sj ). Quest’ultimo articolo menziona un interessamento del comune di Valmontone (Roma) ad aprire una filiale della scuola ma pare, dall’assenza di altre notizie, che l’idea sia caduta nel vuoto. L’idea è attribuita al consigliere comunale ed ex sindaco Angelo Miele.
8) Si veda BBC news, 25 luglio 2007: “Norway princess ‘talks to angels’” (http://tinyurl.com/2q3jkk ).
9) Si vedano: NRK.no, 24 luglio 2007: “-Bør melde seg ut av statskirken” (http://tinyurl.com/qamx8zl ). Vg.no, 25 luglio 2007: “Lønning: Prinsessen på kollisjonskurs med kristen tro” (http://tinyurl.com/ncv3yr8 ). Bt.no, 13 agosto 2007: “Dropp prinsessetittelen, Märtha” (http://tinyurl.com/ohe2ahl ). Aftenposten.no, 20 ottobre 2011: “Mot kristen tro” (http://tinyurl.com/okl5n39 ).
10) I prezzi sono menzionati nell’articolo di BBC news già citato.
11) Blog entry su Soulspring, 15 agosto 2014: http://tinyurl.com/o2yzyj8 . Nello stesso pezzo si può leggere che il nome “Astarte” fu suggerito a Elisabeth come una ispirazione improvvisa mentre si trovava a Medjugorje e che all’inizio non ne conosceva il significato preciso.
12) Per esempio, una seduta collettiva guidata dalla principessa e dalla socia, con traduzione simultanea e risalente al 2011, può essere visualizzata su YouTube: http://tinyurl.com/ooxj4v3 ; annoto che, parlando in inglese, la principessa si riferisce all’angelo con il pronome neutro “it”.
13) Per esempio: Principessa Märtha Louise di Norvegia, Elisabeth Samnøy. 2011. Incontra il tuo angelo custode. Una guida per incontrare la tua forza unica e speciale. Edizioni il punto d’incontro.
14) Rai.tv, 13 febbraio 2011. “Ospite di Licia Colò la Principessa di Norvegia Martha Louise (Alle falde del Kilimangiaro) (http://tinyurl.com/q82zuab ).
15) http://soulspring.no/ Ho personalmente letto le pagine del sito da cima a fondo; le posso comprendere agevolmente poiché parlo svedese, lingua molto simile al(le diverse forme di) norvegese. Lo stesso vale per gli articoli in norvegese citati. In caso di dubbi mi sono rivolto a esperti. Eventuali imprecisioni interpretative sono comunque da addebitare a me.
16) Per esempio nell’intervista con Licia Colò.
17) Si veda Ryland, Julie. 17 febbraio 2012. “New book by Princess Märtha Louise” The Norway Post (http://tinyurl.com/oqeg46f )
18) Si veda Berglund, Nina. 14 luglio 2014. “Princess stirs up critic again” Newsinenglish.no (http://tinyurl.com/p9khohp ).
20) Si veda Hagerup, Sarah. 16 settembre 2014. “Princess Märtha Louise’s new psychic business venture deemed harmful” Royalista.com (http://tinyurl.com/q3qwjeh ).
21) Si veda TheLocal.no, 16 settembre 2014: “Norway’s Princess of the Paranormal under fire” (http://tinyurl.com/p4r8s2b )
22) Gilhus, Ingvild Sælid. 2014. “Angels in Norway: Religious Border-Crossers and Border-Markers” in Marion Bowman e Ülo Valk (a cura di), Vernacular Religion in Everyday Life: Expressions of Belief, Equinox Publishing; 230-245.
23) Kraft, Siv Ellen. 2015. “Royal Angels in the News: The Case of Märtha Louise, Astarte Education and the Norwegian News Press” in James R. Lewis e Inga Bårdsen Tøllefsen (a cura di), Handbook of Nordic New Religions, Brill; 190-202. Si veda anche: Kraft, Siv Ellen. 2014. “New Age Spiritualities” in James R. Lewis e Jespers Aa. Petersen (a cura di), Controversial New Religions, Oxford University Press; 302-314.
25) Nrk.no, 15 maggio 2014: “Åtte av ti støtter kongefamilien: – Kan ikke huske å ha sett slik oppslutning” (http://tinyurl.com/kr5kszc )
26) Anne Kalvig si riferisce in particolare all’intervento di Tjomlid datato 3 ottobre 2014, intitolato “Diritto di farsi ingannare” (http://tinyurl.com/nmdwft3 ).
27) Come le croci, che hanno un valore simbolico ma anche un costo di produzione.
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