Alla luce dell’interpretazione allora in voga per la patologia descritta come "personalità multipla", lo psicologo Théodore Flournoy descrisse il caso della ginevrina Hélène Smith (1861-1929) e ritenne di aver dimostrato, per la prima volta in modo chiaro, la stretta connessione esistente tra personalità dissociate e trance medianiche. La signora Smith era stata commessa in un negozio di stoffe finché, nel 1891, si era unita a un circolo spiritico e si era scoperta medium. Riceveva messaggi da un tale "Leopold", pseudonimo del conte Alessandro Cagliostro. Altre volte l’entità si presentava come la regina Maria Antonietta o come "Simandini", regina indiana del XV secolo. La Smith riceveva anche informazioni che le provenivano da qualcuno che non avrebbe potuto esistere: lo spirito di un marziano morto. Quando questo spirito la controllava, Hélène Smith parlava e scriveva in "marziano" e disegnava paesaggi di Marte.
Dalle Indie al Pianeta Marte è il curioso titolo dello studio che Flournoy dedicò alla Smith. Per quanto possa sembrare strano ai giorni nostri, illustri docenti universitari e psicanalisti come il grande linguista Ferdinand De Saussure o Carl Gustav Jung dedicarono seri e approfonditi studi a questi fenomeni. Roberto Giacomelli, professore di linguistica generale all’Università degli Studi di Milano, ha ricostruito "lo strano caso" e ha sottoposto l’intera vicenda a un esame glottologico che svela i segreti dei linguaggi pseudosanscriti e finto-astrali della Smith.
Come scrive Gillo Dorfles nella prefazione, il libro è un vero "giallo glottologico" perché, pur ricostruendo bene questa vicenda, lascia ancora qualche domanda in attesa di risposta.
Dalle Indie al Pianeta Marte è il curioso titolo dello studio che Flournoy dedicò alla Smith. Per quanto possa sembrare strano ai giorni nostri, illustri docenti universitari e psicanalisti come il grande linguista Ferdinand De Saussure o Carl Gustav Jung dedicarono seri e approfonditi studi a questi fenomeni. Roberto Giacomelli, professore di linguistica generale all’Università degli Studi di Milano, ha ricostruito "lo strano caso" e ha sottoposto l’intera vicenda a un esame glottologico che svela i segreti dei linguaggi pseudosanscriti e finto-astrali della Smith.
Come scrive Gillo Dorfles nella prefazione, il libro è un vero "giallo glottologico" perché, pur ricostruendo bene questa vicenda, lascia ancora qualche domanda in attesa di risposta.