Nel 1949 il ventunenne John Forbes Nash Jr. raggiunge l'Università di Princeton grazie a una borsa di studio e comincia a scrivere la tesi di dottorato: ventisette paginette che daranno un contributo fondamentale allo sviluppo della cosiddetta 'teoria dei giochi', la quale con il passare degli anni troverà applicazione nei campi più svariati, dalla strategia militare all'economia. Al prestigioso MIT di Boston, Nash consacra la sua mente straordinaria alla soluzione di problemi che spaziano dalla teoria dei numeri alla cosmologia: è uno degli esempi d'intelligenza matematica più singolari ed eccentrici, i cui successi teorici saranno premiati nel 1994 con il Nobel per l'economia. Nel "Genio dei numeri", Sylvia Nasar scrive con competenza e partecipazione una biografia avvincente come un romanzo, che non trascura la turbinosa vita affettiva del geniale pensatore, la deriva nella schizofrenia, che lo porterà a vagare come un fantasma tra cliniche e manicomi, fino a quando, grazie all'affetto e alla vicinanza di familiari e amici, la sua mente tornerà a esplorare i meravigliosi abissi della scienza perfetta.
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