La negazione della scienza come rifiuto dell’inedito, come paura del sovvertimento di un ordine, come crisi di valori: un pregiudizio che viene da lontano e che si è radicato in maniera più o meno forte in diverse epoche e in diverse società. L’Italia, secondo Enrico Bellone, più di altri paesi continua su questa strada di “rivolta della ragione”, di strenua e ottusa resistenza. Con La scienza negata il celebre fisico riprende il racconto di questo rifiuto scavando nelle sue cause e nelle sue conseguenze, analizzando il ruolo non secondario che schiere di intellettuali, moralisti, religiosi e politici hanno avuto nel presentare un quadro della conoscenza deformato e pericoloso. E Il caso italiano presentato da Bellone, critico e complesso, certo non si risolve in una sterile condanna né nella presa d’atto di una sconfitta: al contrario, il fascino di questo testo risiede nella volontà del suo autore di incidere sul presente, di spingere a un cambiamento di rotta, di raccontare al lettore verità che gli sono state troppo a lungo tenute nascoste e di invitare al contempo gli scienziati a intervenire tanto sulle istituzioni politiche quanto nelle pieghe, anche più sottili, della cultura di massa. Perché oggi siamo ancora in tempo a evitare il declino. Ma già domani potrebbe essere troppo tardi.