Commento dopo il secondo esperimento con il Sig. Lodi Vincenzo
Durante il test preliminare, davanti a Roberto Giacobbo, il signor Lodi ha effettivamente reso piu' liquido l'albume dell'uovo.
Quando in seguito e' stato realizzato il primo esperimento con il CICAP, l'esito ha confermato le aspettative. I due giudici hanno scelto il piatto marcato con il numero cinque, ed effettivamente l'uovo trattato dal sig. Lodi era proprio quello contenuto nel piatto cinque.
***
Nel test era previsto che i giudici esaminassero le dieci uova in maniera indipendente l'uno dall'altro. In questo modo, la probabilita' che l'uovo trattato venisse scelto puramente per caso sarebbe stata piuttosto piccola, pari cioe' a una su cento. Per un errore di metodo dovuto anche ai tempi serrati durante le riprese, i due giudici hanno invece svolto il loro compito contemporaneamente e, potendo quindi anche influenzarsi inconsapevolmente a vicenda, indovinare casualmente il risultato corretto e' diventato molto più facile: una probabilità su dieci anziché una su cento. Un'ulteriore conferma del ruolo svolto dal caso viene anche dall'esame visivo effettuato al termine della prova a telecamere spente: sia il CICAP che alcune persone della redazione di Voyager non hanno riscontrato alcuna evidente liquefazione nell'albume dell'uovo trattato dal sig.
Lodi.
In base agli accordi e' stato quindi organizzato un secondo esperimento, con un protocollo più accurato, cosi' da ridurre ad una su mille le probabilita' di ottenere un risultato positivo solamente per caso. Al termine del test l'esito e' stato chiaro: i giudici non sono stati in grado di identificare l'uovo trattato, mostrando che non esisteva nessun particolare uovo con l'albume piu' fluido degli altri. Per maggiore sicurezza il CICAP ha anche provveduto ad eseguire una verifica oggettiva fotografando l'uovo sia prima che dopo il trattamento del sig.
Lodi. Le immagini mostrano chiaramente che l'albume non ha subito alcuna modificazione.
Come spiegare allora la liquefazione avvenuta in presenza di Roberto Giacobbo? Anche se non tutti ne sono a conoscenza, l'uovo contiene tre strati di albume che si alternano in quest'ordine: a partire dal guscio vi e' un primo albume liquido, poi un albume denso, un altro albume liquido ed infine il tuorlo. L'albume denso e' in sostanza una sorta di palloncino che contiene altro albume liquido, oltre al tuorlo. Durante il trattamento, per verificare che l'albume si stesse liquefacendo, il sig. Lodi continuava a pizzicare l'albume denso, provocandone la lacerazione e la fuoriuscita dell'albume liquido contenuto al suo interno.
Per concludere, quella che nella prova con Roberto Giacobbo appariva come una liquefazione dell'albume, e'
stata invece causata dall'azione meccanica delle dita del sig. Lodi che pizzicavano l'albume denso.
Luigi Garlaschelli Marco Morocutti Francesco Grassi
P.S. Un resoconto dettagliato degli esperimenti comparira' in un prossimo numero di Scienza & Paranormale.
Durante il test preliminare, davanti a Roberto Giacobbo, il signor Lodi ha effettivamente reso piu' liquido l'albume dell'uovo.
Quando in seguito e' stato realizzato il primo esperimento con il CICAP, l'esito ha confermato le aspettative. I due giudici hanno scelto il piatto marcato con il numero cinque, ed effettivamente l'uovo trattato dal sig. Lodi era proprio quello contenuto nel piatto cinque.
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Nel test era previsto che i giudici esaminassero le dieci uova in maniera indipendente l'uno dall'altro. In questo modo, la probabilita' che l'uovo trattato venisse scelto puramente per caso sarebbe stata piuttosto piccola, pari cioe' a una su cento. Per un errore di metodo dovuto anche ai tempi serrati durante le riprese, i due giudici hanno invece svolto il loro compito contemporaneamente e, potendo quindi anche influenzarsi inconsapevolmente a vicenda, indovinare casualmente il risultato corretto e' diventato molto più facile: una probabilità su dieci anziché una su cento. Un'ulteriore conferma del ruolo svolto dal caso viene anche dall'esame visivo effettuato al termine della prova a telecamere spente: sia il CICAP che alcune persone della redazione di Voyager non hanno riscontrato alcuna evidente liquefazione nell'albume dell'uovo trattato dal sig.
Lodi.
In base agli accordi e' stato quindi organizzato un secondo esperimento, con un protocollo più accurato, cosi' da ridurre ad una su mille le probabilita' di ottenere un risultato positivo solamente per caso. Al termine del test l'esito e' stato chiaro: i giudici non sono stati in grado di identificare l'uovo trattato, mostrando che non esisteva nessun particolare uovo con l'albume piu' fluido degli altri. Per maggiore sicurezza il CICAP ha anche provveduto ad eseguire una verifica oggettiva fotografando l'uovo sia prima che dopo il trattamento del sig.
Lodi. Le immagini mostrano chiaramente che l'albume non ha subito alcuna modificazione.
Come spiegare allora la liquefazione avvenuta in presenza di Roberto Giacobbo? Anche se non tutti ne sono a conoscenza, l'uovo contiene tre strati di albume che si alternano in quest'ordine: a partire dal guscio vi e' un primo albume liquido, poi un albume denso, un altro albume liquido ed infine il tuorlo. L'albume denso e' in sostanza una sorta di palloncino che contiene altro albume liquido, oltre al tuorlo. Durante il trattamento, per verificare che l'albume si stesse liquefacendo, il sig. Lodi continuava a pizzicare l'albume denso, provocandone la lacerazione e la fuoriuscita dell'albume liquido contenuto al suo interno.
Per concludere, quella che nella prova con Roberto Giacobbo appariva come una liquefazione dell'albume, e'
stata invece causata dall'azione meccanica delle dita del sig. Lodi che pizzicavano l'albume denso.
Luigi Garlaschelli Marco Morocutti Francesco Grassi
P.S. Un resoconto dettagliato degli esperimenti comparira' in un prossimo numero di Scienza & Paranormale.