Il nome di Rike Geerd Hamer compare per la prima volta sulle pagine dei giornali nel 1978 per un episodio di cronaca nera: suo figlio Dirk muore dopo essere stato colpito da un colpo di fucile sparato da Vittorio Emanuele di Savoia, discendente degli ultimi re d’Italia. Di questo medico tedesco nato nel 1935 non si sentì poi parlare per alcuni anni, fino a quando negli anni ’80 apparve in diverse trasmissioni televisive tedesche circondato da un’aura di leggenda: si diceva fosse il laureato più giovane in Germania e che fosse primario in due specialità, affermazioni mai confermate da documenti. In quelle trasmissioni Hamer annunciava di essere stato ispirato dal figlio in sogno e di aver creato una nuova disciplina medica, che chiamò Nuova Medicina Germanica. Secondo Hamer le malattie non sono “nemiche” dell’uomo, ma rappresentano la risposta del nostro corpo ai conflitti psicologici ed ai traumi che abbiamo vissuto. Il medico non si riferisce agli stress quotidiani (all’idea cioè che una vita stressante possa diventare rischiosa per la salute, possibilità dimostrata per le malattie cardiovascolari ma non per altre, per esempio i tumori), ma ad una vera e propria corrispondenza tra un conflitto ed una patologia. Battere la testa da bambini, ad esempio, causerebbe un tumore al cervello. Avere paura delle rane causerebbe il diabete, non riuscire ad inghiottire del cibo comporterebbe una malattia alla gola, un conflitto in famiglia causerebbe un tumore mammario, la paura di morire soffocati sarebbe causa di tumore polmonare; e ci sarebbe una spiegazione persino per un’afta alla lingua, che sarebbe causata dal “non aver detto qualche cosa” o per la leucemia, causata da un “maestro cattivo”. Insomma, un elenco singolare di affermazioni indimostrate e senza alcuna attendibilità. Persino le malattie infantili avrebbero alla base “traumi” vissuti durante la vita fetale. Dalle parole di Hamer: «Altri quadri che possono evidenziarsi alla nascita sono spasticismo, ritardi mentali, ritardi nella crescita. Tutto questo si ricollega a degli spaventi che il bimbo ha vissuto nella pancia della mamma e che principalmente sono connessi a ripetuti rumori acuti e assordanti, ultrasuoni. Il liquido amniotico amplifica tali rumori che arcaicamente risuonano come un imminente pericolo». Sembrerebbe il delirio di un padre colpito profondamente dalla morte del figlio (e probabilmente lo è), se non fosse che negli anni questa pratica ha preso piede, prima nel paese natale del medico, poi in molti altri paesi europei, tra cui l’Italia. Ma come si farebbe, secondo Hamer, a guarire dalle malattie? Non si usa alcuna cura: basta capire quale conflitto abbia causato il male, “risolverlo”, “metabolizzarlo” e così guarire. Hamer parla di dimostrazioni di efficacia (mai fornite), e sostiene che la cura è usata ordinariamente dai medici ebrei che non la diffondono per la loro cattiveria (e qui emerge il lato razzista di Hamer che anche per questo è stato condannato). Egli ha fondato degli istituti di cura (chiusi per le terribili condizioni sanitarie e le vere e proprie torture che si praticavano), ed è stato condannato diverse volte finendo anche in prigione. Oggi è latitante in Norvegia, inseguito da un mandato di cattura internazionale e dipinto come uno psicopatico chiuso nei suoi deliri incontrollati. I periti del tribunale di Coblenza, chiamati a giudicarne la personalità, lo descrissero come «...un carattere fanatico (...) Si tratta di un medico con idee volgari, pronto a credere nella assolutezza delle sue idee, incapace di una valutazione equilibrata». Per questi motivi (e per le varie condanne ricevute) Hamer è stato radiato dall’ordine dei medici tedesco nel 1986. Nonostante questo, esistono persone che credono ciecamente nelle sue assurde teorie e, cosa molto grave, medici che le applicano e le diffondono. La “disciplina” di Hamer ha fatto molti proseliti, in genere persone molto deboli psicologicamente o in gravi difficoltà, perché la Nuova Medicina Germanica ha caratteristiche che la rendono molto simile ai culti delle sette. Se fino a qualche anno fa Hamer presentava apertamente le sue teorie, oggi esse vengono diffuse in maniera subdola. attraverso corsi di musica o presunti incontri culturali, per esempio promossi da un’università privata. Sono tutte esche per persone in difficoltà, le quali cadono in una ragnatela che permette raramente vie di scampo, anche perché ai pazienti si richiede di non parlare con nessuno di quello che fanno. Ancora più stupefacente è il fatto che, probabilmente ignorando il vero scopo di questi incontri, alcuni dei terapeuti che seguono Hamer siano ospitati anche in sedi istituzionali, come sale comunali o ministeriali, ordini dei medici, scuole religiose.
Il paziente è spesso colpevolizzato quando si scopre che la cura non funziona (cioè sempre): la colpa è del malato che non ci ha creduto abbastanza ed i “terapeuti” ne escono quasi sempre senza alcuna conseguenza. Al malato si prescrive infatti di non fare alcuna cura (neanche contro i dolori!) per cui morirà solo per le complicanze della malattia e non per “colpa medica”. Leggere le testimonianze di infermieri o altre persone che hanno lavorato nelle cliniche gestite da Hamer fa in effetti venire i brividi, basti pensare al caso di una paziente tedesca che batteva la testa contro il muro a causa dei dolori che provava e che Hamer non voleva mitigare per non usare morfina, da lui considerata pericolosa.
Proprio l’organizzazione da setta di questi guaritori ha indotto alcuni governi europei a svolgere indagini su Hamer e sui suoi collaboratori. Si sono così scoperte storie come quella di Olivia Pilhar, una bambina con un tumore renale che fu seguita da Hamer personalmente (i suoi genitori erano suoi seguaci) e che si aggravò talmente tanto da ridursi in fin di vita. Fu solo un’irruzione della polizia a liberare la piccola dalle grinfie di Hamer, affidandola all’ospedale e salvandole così la vita.
Nonostante questa presunta medicina sembri impossibile da apprezzare e poco credibile, sono in aumento i casi di persone che si rivolgono (non sempre per casi disperati) a questi terapeuti. Anche in Italia sono noti diversi casi di pazienti affidatisi ai medici hameriani: le loro storie sono impressionanti, persone giovanissime che rifiutano qualsiasi cura alla ricerca del “conflitto” che ha causato la loro malattia, sofferenze e dolori che non devono essere mitigati (pena il fallimento della pseudocura) e che li devastano nel corpo e nella psiche, peggioramenti definiti “segno di efficacia e disintossicazione”, fino a quando i pazienti, ormai troppo tardi, si rendono conto di non avere più alcuna speranza ma continuano ad essere minacciati dal guaritore di non rivelare la natura delle loro cure. Esiste un sito (www.dossierhamer.it ) che raccoglie una grande quantità di documenti e dati su questa incredibile medicina, i cui seguaci sono peraltro piuttosto attivi sia su internet che sui social network.
Voglio concludere ricordando una notizia che suona come una terribile beffa: Hamer si ammalò di tumore, ricoveratosi in ospedale e sottoposto ad intervento chirurgico e chemioterapia è guarito. Sua moglie, ammalatasi dopo di lui, fu “curata” con le teorie del “conflitto” hameriano. Quando morì, l’uomo spiegò quella morte sostenendo che era dovuta al fatto che la moglie non gli aveva creduto fino in fondo.
Il paziente è spesso colpevolizzato quando si scopre che la cura non funziona (cioè sempre): la colpa è del malato che non ci ha creduto abbastanza ed i “terapeuti” ne escono quasi sempre senza alcuna conseguenza. Al malato si prescrive infatti di non fare alcuna cura (neanche contro i dolori!) per cui morirà solo per le complicanze della malattia e non per “colpa medica”. Leggere le testimonianze di infermieri o altre persone che hanno lavorato nelle cliniche gestite da Hamer fa in effetti venire i brividi, basti pensare al caso di una paziente tedesca che batteva la testa contro il muro a causa dei dolori che provava e che Hamer non voleva mitigare per non usare morfina, da lui considerata pericolosa.
Proprio l’organizzazione da setta di questi guaritori ha indotto alcuni governi europei a svolgere indagini su Hamer e sui suoi collaboratori. Si sono così scoperte storie come quella di Olivia Pilhar, una bambina con un tumore renale che fu seguita da Hamer personalmente (i suoi genitori erano suoi seguaci) e che si aggravò talmente tanto da ridursi in fin di vita. Fu solo un’irruzione della polizia a liberare la piccola dalle grinfie di Hamer, affidandola all’ospedale e salvandole così la vita.
Nonostante questa presunta medicina sembri impossibile da apprezzare e poco credibile, sono in aumento i casi di persone che si rivolgono (non sempre per casi disperati) a questi terapeuti. Anche in Italia sono noti diversi casi di pazienti affidatisi ai medici hameriani: le loro storie sono impressionanti, persone giovanissime che rifiutano qualsiasi cura alla ricerca del “conflitto” che ha causato la loro malattia, sofferenze e dolori che non devono essere mitigati (pena il fallimento della pseudocura) e che li devastano nel corpo e nella psiche, peggioramenti definiti “segno di efficacia e disintossicazione”, fino a quando i pazienti, ormai troppo tardi, si rendono conto di non avere più alcuna speranza ma continuano ad essere minacciati dal guaritore di non rivelare la natura delle loro cure. Esiste un sito (www.dossierhamer.it ) che raccoglie una grande quantità di documenti e dati su questa incredibile medicina, i cui seguaci sono peraltro piuttosto attivi sia su internet che sui social network.
Voglio concludere ricordando una notizia che suona come una terribile beffa: Hamer si ammalò di tumore, ricoveratosi in ospedale e sottoposto ad intervento chirurgico e chemioterapia è guarito. Sua moglie, ammalatasi dopo di lui, fu “curata” con le teorie del “conflitto” hameriano. Quando morì, l’uomo spiegò quella morte sostenendo che era dovuta al fatto che la moglie non gli aveva creduto fino in fondo.