«Contorsionismi sessuali in auto. Coppia liberata dal chirurgo» titola lo scorso 18 gennaio la testata “Affari italiani”. In effetti, il giorno prima un quotidiano locale, “Il Corriere dell’Umbria”, aveva già pubblicato un pezzo su un fattaccio, che sarebbe accaduto «in un paese a metà strada tra Perugia e il lago Trasimeno», là dove «la provincia torna a essere ribalta di storie piccanti».
In breve: una coppia si era «appartata nascosta dal buio del piazzale nel retro della chiesa parrocchiale» quando «il fuoco dell’amore è divampato come e più di un incendio e il fremito si è trasformato in imbarazzo. Così, una volta a vuoto i primi tentativi di risolvere la situazione, è scattata giocoforza quella telefonata che nessuno avrebbe mai immaginato di fare. A soccorrerli sono stati gli infermieri del 118 che si sono prodigati e, dopo averli avvolti in un unico “sudario”, li hanno portati in ospedale a Castiglione del Lago, dove sono stati liberati dalle imbarazzanti conseguenze dei loro ardori troppo focosi soltanto dopo essere stati sottoposti a un intervento chirurgico».
Alla vergogna si aggiunge vergogna e così, ci informano gli articolisti, ecco che dal racconto di medici e infermieri emerge un particolare scabroso: non di semplici amanti si trattava, ma di parenti, zia e nipote per la precisione. Anche se, come si premura di precisare “Affari Italiani”, «Non si trattava di una parentela diretta, e dunque era meno scandalosa, ma la passione è ugualmente scattata» (corsivo in originale).
Ma come è potuto succedere? La passione da sola non basta a comprendere la vicenda e allora ecco la spiegazione che razionalizza l’imprevisto: si trattava di «due corpi giovani, e perciò appartenenti a persone con poca esperienza nel gestire le “grandi manovre dell’esuberanza sessuale”. Anche se, a proposito di età, le due testate non mancano di far notare che «la donna era di qualche anno più grande del nipote acquisito».
La storia degli amanti incastrati è un classico delle leggende urbane che circolano nel nostro Paese e del resto anche “Affari Italiani” rileva che quello raccontato è «Un “infortunio” non nuovissimo per chi lavora in un Pronto Soccorso di un Ospedale».
Se ci spostiamo nel Sud Italia per esempio, una vicenda analoga sarebbe capitata nel 2009 in un centro commerciale di Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno. Protagonista, in questo caso, una coppia che «si trovava all’interno dell’ipermercato per una giornata all’insegna dello shopping, del divertimento e del tradimento. Nella stessa zona, infatti, era presente anche l’amante della donna», racconta una testata locale, “Eolo Press”. La perfida ma incauta moglie «mentre tutti si apprestavano ad andare a pranzo, ha iniziato a manifestare, solo internamente, un certo “languorino” ». Ecco che allora «di comune accordo con l’amante che aveva prontamente allertato prima, ha inventato uno stratagemma per far allontanare il compagno. “Caro avviati in auto, io faccio qualche ultimo acquisto e tra dieci minuti ti raggiungo”». Raggiunta la toilette si era poi dedicata alla passione amorosa ma «una posizione particolare, forse sperimentata per la prima volta dai due amanti, o forse un gonfiore inatteso da parte dell’uomo, ha determinato un vero e proprio incastro tra i due corpi che per interminabili minuti hanno temuto il peggio». Dopo aver atteso a lungo la moglie, il povero marito rientra nel supermercato e la folla dei curiosi che si era radunata davanti ai bagni, nonché le strane grida e rumori che provenivano dall’interno lo portano ad avvicinarsi a quella toilette. Il suo successivo e comprendibile malore viene curato con un bicchiere di acqua e zucchero, mentre per i due amanti anche in questo caso si è reso necessario ricorrere «alle cure dei sanitari per un piccolo intervento di “sbloccaggio”».
Risalendo la penisola, quello stesso anno troviamo un’altra coppia di amanti incastrati in un altro centro commerciale, questa volta del Bergamasco, dove entrambi lavoravano, lui come guardia giurata e lei come cassiera. Anche in questa variante della storia il luogo fatale è la toilette dove i due si erano dati appuntamento per consumare, racconta il cronista di La “Gazzetta dell’Adda”, l’ennesimo passionale atto d’amore, ma si sono resi subito conto che riuscire a liberarsi da quella situazione non sarebbe stato affatto facile. Entrambi sposati, e con tanto di figli, hanno dovuto chiedere aiuto al 118. Il quotidiano spiega che «gli infermieri li hanno trasportati in ospedale ancora avvinghiati, tra le persone che, incuriosite, si erano fermate davanti al centro commerciale per capire cosa stesse succedendo». Tra i curiosi, manco a dirlo, «il marito della cassiera insieme al figlio: vedendo la moglie in quelle condizioni è svenuto».
Oltre che in Italia, diverse versioni di questa storia circolano in tutta Europa, ma anche negli Stati Uniti dove di solito l’incastro avviene quando il rapporto è consumato nello spazio angusto di una macchina, e in Africa, come conseguenza di un incantesimo praticato da un marito sospettoso.
Nella versione più comica della storia, o drammatica a seconda dei punti di vista, il medico che presta soccorso alla coppia è proprio il coniuge tradito, che così si rende finalmente conto di quello che tutti in paese già sapevano. E sì, perché per quanto i nomi dei protagonisti e i luoghi in cui è ambientata la storia cambino, a rimanere incastrati sono sempre due amanti clandestini. Risulta così chiaro il significato profondo della storia, che ne spiega il successo secolare: la natura interviene per colpire chi ha osato trasgredire una norma sociale, quella della fedeltà coniugale, che è tanto rigorosa quanto, nella realtà, spesso violata.
Peraltro, la maggiore responsabilità dell’adulterio viene spesso attribuita alla donna, come in due delle versioni della storia citate sopra: in un caso una donna che corrompe il più giovane nipote; nell’altra una donna che organizza i giochi assicurandosi che l’amante la raggiunga per soddisfare i suoi irrefrenabili appetiti sessuali. In questo modo la leggenda recupera una figura classica della cultura tradizionale di matrice maschilista, quella della donna traviatrice, che conduce l’uomo alla perdizione. Una perdizione certificata pubblicamente e inequivocabilmente nel momento in cui i due amanti vengono smascherati davanti a tutti, rendendo evidente ciò su cui da tempo il paese già mormora.
Queste storie sono in effetti spesso infarcite di stereotipi, per esempio l’idea che la provincia italiana sia un luogo di peccati e peccatori o, nella variante salernitana del racconto, il riferimento del giornalista al fatto che molti di coloro che avevano assistito alla scena dei sue amanti incastrati si sono precipitati a giocare i numeri corrispondenti al lotto. Ovviamente vincendo grosse cifre, a dimostrazione del fatto che tutte le cose che accadono sono legate da invisibili fili.
Resta da capire se l’incastro fatale sia anatomicamente possibile. Il “British Medical Journal”, una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali si è occupato della questione attraverso un’analisi di tutta la casistica medica pubblicata sull’argomento. La sua conclusione è che negli ultimi 100 anni non esistono articoli scientifici che documentino la possibilità per due persone di rimanere incastrate durante il rapporto amoroso. Questo non significa che le donne non possano avere contrazioni involontarie, il fenomeno è noto come vaginismo e ha un’origine nervosa, che però avvengono prima del rapporto sessuale e lo rendono impossibile.
Ben diverso è il caso degli incastri tra cani, che vengono spesso citati per rendere più credibile la leggenda. Come spiega Fernando Fuso, un esperto veterinario, essi «dipendono dalla conformazione dei genitali di entrambe i sessi: la cagna ha la vagina molto stretta e praticamente inestensibile, mentre l’erezione completa del cane avviene solo dopo la penetrazione, quando il pene si dilata all’interno della vagina e non esce più. Per cessare l’erezione è necessaria l’eiaculazione che avviene dopo 15-20 minuti».
Per quanto quindi la storia non abbia senso da un punto di vista scientifico, periodicamente la vedremo ricomparire sui nostri media sia perché offre la possibilità di parlare di argomenti scabrosi, e quindi per definizione interessanti, con la scusa di raccontare semplicemente un fatto di cronaca, sia perché costituisce una rassicurante riaffermazione di una morale tradizionale e della certezza della pena per chi osa trasgredirla.
In breve: una coppia si era «appartata nascosta dal buio del piazzale nel retro della chiesa parrocchiale» quando «il fuoco dell’amore è divampato come e più di un incendio e il fremito si è trasformato in imbarazzo. Così, una volta a vuoto i primi tentativi di risolvere la situazione, è scattata giocoforza quella telefonata che nessuno avrebbe mai immaginato di fare. A soccorrerli sono stati gli infermieri del 118 che si sono prodigati e, dopo averli avvolti in un unico “sudario”, li hanno portati in ospedale a Castiglione del Lago, dove sono stati liberati dalle imbarazzanti conseguenze dei loro ardori troppo focosi soltanto dopo essere stati sottoposti a un intervento chirurgico».
Alla vergogna si aggiunge vergogna e così, ci informano gli articolisti, ecco che dal racconto di medici e infermieri emerge un particolare scabroso: non di semplici amanti si trattava, ma di parenti, zia e nipote per la precisione. Anche se, come si premura di precisare “Affari Italiani”, «Non si trattava di una parentela diretta, e dunque era meno scandalosa, ma la passione è ugualmente scattata» (corsivo in originale).
Ma come è potuto succedere? La passione da sola non basta a comprendere la vicenda e allora ecco la spiegazione che razionalizza l’imprevisto: si trattava di «due corpi giovani, e perciò appartenenti a persone con poca esperienza nel gestire le “grandi manovre dell’esuberanza sessuale”. Anche se, a proposito di età, le due testate non mancano di far notare che «la donna era di qualche anno più grande del nipote acquisito».
La storia degli amanti incastrati è un classico delle leggende urbane che circolano nel nostro Paese e del resto anche “Affari Italiani” rileva che quello raccontato è «Un “infortunio” non nuovissimo per chi lavora in un Pronto Soccorso di un Ospedale».
Se ci spostiamo nel Sud Italia per esempio, una vicenda analoga sarebbe capitata nel 2009 in un centro commerciale di Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno. Protagonista, in questo caso, una coppia che «si trovava all’interno dell’ipermercato per una giornata all’insegna dello shopping, del divertimento e del tradimento. Nella stessa zona, infatti, era presente anche l’amante della donna», racconta una testata locale, “Eolo Press”. La perfida ma incauta moglie «mentre tutti si apprestavano ad andare a pranzo, ha iniziato a manifestare, solo internamente, un certo “languorino” ». Ecco che allora «di comune accordo con l’amante che aveva prontamente allertato prima, ha inventato uno stratagemma per far allontanare il compagno. “Caro avviati in auto, io faccio qualche ultimo acquisto e tra dieci minuti ti raggiungo”». Raggiunta la toilette si era poi dedicata alla passione amorosa ma «una posizione particolare, forse sperimentata per la prima volta dai due amanti, o forse un gonfiore inatteso da parte dell’uomo, ha determinato un vero e proprio incastro tra i due corpi che per interminabili minuti hanno temuto il peggio». Dopo aver atteso a lungo la moglie, il povero marito rientra nel supermercato e la folla dei curiosi che si era radunata davanti ai bagni, nonché le strane grida e rumori che provenivano dall’interno lo portano ad avvicinarsi a quella toilette. Il suo successivo e comprendibile malore viene curato con un bicchiere di acqua e zucchero, mentre per i due amanti anche in questo caso si è reso necessario ricorrere «alle cure dei sanitari per un piccolo intervento di “sbloccaggio”».
Risalendo la penisola, quello stesso anno troviamo un’altra coppia di amanti incastrati in un altro centro commerciale, questa volta del Bergamasco, dove entrambi lavoravano, lui come guardia giurata e lei come cassiera. Anche in questa variante della storia il luogo fatale è la toilette dove i due si erano dati appuntamento per consumare, racconta il cronista di La “Gazzetta dell’Adda”, l’ennesimo passionale atto d’amore, ma si sono resi subito conto che riuscire a liberarsi da quella situazione non sarebbe stato affatto facile. Entrambi sposati, e con tanto di figli, hanno dovuto chiedere aiuto al 118. Il quotidiano spiega che «gli infermieri li hanno trasportati in ospedale ancora avvinghiati, tra le persone che, incuriosite, si erano fermate davanti al centro commerciale per capire cosa stesse succedendo». Tra i curiosi, manco a dirlo, «il marito della cassiera insieme al figlio: vedendo la moglie in quelle condizioni è svenuto».
Oltre che in Italia, diverse versioni di questa storia circolano in tutta Europa, ma anche negli Stati Uniti dove di solito l’incastro avviene quando il rapporto è consumato nello spazio angusto di una macchina, e in Africa, come conseguenza di un incantesimo praticato da un marito sospettoso.
Nella versione più comica della storia, o drammatica a seconda dei punti di vista, il medico che presta soccorso alla coppia è proprio il coniuge tradito, che così si rende finalmente conto di quello che tutti in paese già sapevano. E sì, perché per quanto i nomi dei protagonisti e i luoghi in cui è ambientata la storia cambino, a rimanere incastrati sono sempre due amanti clandestini. Risulta così chiaro il significato profondo della storia, che ne spiega il successo secolare: la natura interviene per colpire chi ha osato trasgredire una norma sociale, quella della fedeltà coniugale, che è tanto rigorosa quanto, nella realtà, spesso violata.
Peraltro, la maggiore responsabilità dell’adulterio viene spesso attribuita alla donna, come in due delle versioni della storia citate sopra: in un caso una donna che corrompe il più giovane nipote; nell’altra una donna che organizza i giochi assicurandosi che l’amante la raggiunga per soddisfare i suoi irrefrenabili appetiti sessuali. In questo modo la leggenda recupera una figura classica della cultura tradizionale di matrice maschilista, quella della donna traviatrice, che conduce l’uomo alla perdizione. Una perdizione certificata pubblicamente e inequivocabilmente nel momento in cui i due amanti vengono smascherati davanti a tutti, rendendo evidente ciò su cui da tempo il paese già mormora.
Queste storie sono in effetti spesso infarcite di stereotipi, per esempio l’idea che la provincia italiana sia un luogo di peccati e peccatori o, nella variante salernitana del racconto, il riferimento del giornalista al fatto che molti di coloro che avevano assistito alla scena dei sue amanti incastrati si sono precipitati a giocare i numeri corrispondenti al lotto. Ovviamente vincendo grosse cifre, a dimostrazione del fatto che tutte le cose che accadono sono legate da invisibili fili.
Resta da capire se l’incastro fatale sia anatomicamente possibile. Il “British Medical Journal”, una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali si è occupato della questione attraverso un’analisi di tutta la casistica medica pubblicata sull’argomento. La sua conclusione è che negli ultimi 100 anni non esistono articoli scientifici che documentino la possibilità per due persone di rimanere incastrate durante il rapporto amoroso. Questo non significa che le donne non possano avere contrazioni involontarie, il fenomeno è noto come vaginismo e ha un’origine nervosa, che però avvengono prima del rapporto sessuale e lo rendono impossibile.
Ben diverso è il caso degli incastri tra cani, che vengono spesso citati per rendere più credibile la leggenda. Come spiega Fernando Fuso, un esperto veterinario, essi «dipendono dalla conformazione dei genitali di entrambe i sessi: la cagna ha la vagina molto stretta e praticamente inestensibile, mentre l’erezione completa del cane avviene solo dopo la penetrazione, quando il pene si dilata all’interno della vagina e non esce più. Per cessare l’erezione è necessaria l’eiaculazione che avviene dopo 15-20 minuti».
Per quanto quindi la storia non abbia senso da un punto di vista scientifico, periodicamente la vedremo ricomparire sui nostri media sia perché offre la possibilità di parlare di argomenti scabrosi, e quindi per definizione interessanti, con la scusa di raccontare semplicemente un fatto di cronaca, sia perché costituisce una rassicurante riaffermazione di una morale tradizionale e della certezza della pena per chi osa trasgredirla.