La copertina di questo numero è dedicata alla numerologia, così come il Convegno organizzato a novembre dal CICAP a Torino e significativamente intitolato “I conti non tornano. Il fascino dei numeri tra scienza e mistero”. Per quanto la passione per i significati e i presunti simbolismi nascosti nei numeri abbia radici antiche, ci sembra che sia anche oggetto di recenti riscoperte su cui valeva la pena provare a confrontarsi e indagare.
Si può infatti dire che la numerologia costituisca un esempio di pensiero magico per eccellenza, inteso come determinazione di relazioni di causa ed effetto tra oggetti che in realtà non sono tra loro collegati. La diffusione di questa forma di pensiero magico costituisce da un lato un problema, poiché essa è indice di un deficit culturale, e dall’altro un fenomeno su cui continuare a interrogarsi. Penso, solo per fare un esempio che conosco bene, alla grande circolazione di storie che sfruttano presunte coincidenze legate al numero 11 per individuare connessioni implausibili tra questo stesso numero e alcune recenti, e per altro decisamente diverse tra loro, tragedie che hanno occupato le prime pagine dei giornali come gli attentati alle Twin Towers e il terremoto giapponese. Racconti come questi ci indicano infatti lo straordinario bisogno che abbiamo di individuare un ordine e un senso, qualsiasi essi siano, in eventi che ci appaiono difficili da decifrare secondo le categorie che normalmente utilizziamo.
La nostra copertina, in particolare, è stata curata da Mariano Tomatis che da anni si occupa con intelligenza e passione di questi argomenti e che in Italia è la persona più competente su questi temi, tanto che Raul Cremona lo ha definito con ragione «Il Martin Gardner italiano».
Lo dimostrano, tra l’altro, i due suoi libri più recenti, La magia dei numeri (2010) e Numeri assassini (2011), entrambi pubblicati da Kowalski, e che consiglio a tutti coloro che vogliono approfondire questi temi. Perché Mariano, che da tanti anni è amico del CICAP, unisce due doti fondamentali per chi vuole contribuire alla diffusione del pensiero razionale e del senso critico: la capacità di indagare in profondità fenomeni misteriosi (o apparentemente tali) e quella di comunicare al pubblico alimentando quello che lui stesso chiama «il senso della meraviglia».
Si può infatti dire che la numerologia costituisca un esempio di pensiero magico per eccellenza, inteso come determinazione di relazioni di causa ed effetto tra oggetti che in realtà non sono tra loro collegati. La diffusione di questa forma di pensiero magico costituisce da un lato un problema, poiché essa è indice di un deficit culturale, e dall’altro un fenomeno su cui continuare a interrogarsi. Penso, solo per fare un esempio che conosco bene, alla grande circolazione di storie che sfruttano presunte coincidenze legate al numero 11 per individuare connessioni implausibili tra questo stesso numero e alcune recenti, e per altro decisamente diverse tra loro, tragedie che hanno occupato le prime pagine dei giornali come gli attentati alle Twin Towers e il terremoto giapponese. Racconti come questi ci indicano infatti lo straordinario bisogno che abbiamo di individuare un ordine e un senso, qualsiasi essi siano, in eventi che ci appaiono difficili da decifrare secondo le categorie che normalmente utilizziamo.
La nostra copertina, in particolare, è stata curata da Mariano Tomatis che da anni si occupa con intelligenza e passione di questi argomenti e che in Italia è la persona più competente su questi temi, tanto che Raul Cremona lo ha definito con ragione «Il Martin Gardner italiano».
Lo dimostrano, tra l’altro, i due suoi libri più recenti, La magia dei numeri (2010) e Numeri assassini (2011), entrambi pubblicati da Kowalski, e che consiglio a tutti coloro che vogliono approfondire questi temi. Perché Mariano, che da tanti anni è amico del CICAP, unisce due doti fondamentali per chi vuole contribuire alla diffusione del pensiero razionale e del senso critico: la capacità di indagare in profondità fenomeni misteriosi (o apparentemente tali) e quella di comunicare al pubblico alimentando quello che lui stesso chiama «il senso della meraviglia».