Che cosa accomuna l’astrologo Branko, il cardinale Schönborn, il biochimico Behe e il professor Di Bella?
Inizia così l’articolo che Beatrice Mautino ha curato per questo numero dedicato all’Intelligent Design. Come per ogni “mistero” che si rispetti, la soluzione viene svelata nel finale, per cui non anticipo nulla. Una cosa però posso dirla e cioè che il gruppo che ha collaborato a questa copertina è riuscito, ma il giudizio finale spetta a voi, in un’impresa non facile: coniugare rigore dell’analisi e capacità divulgativa, affrontando argomenti complessi in maniera molto chiara e brillante. Il compito non era semplice perché l’Intelligent Design è divenuto una bandiera per una parte della gerarchia cattolica che, pur accettando – con un secolo di ritardo – l’evoluzione come un dato di fatto, respinge tuttora la teoria darwiniana della selezione naturale. Uno dei meriti di questa copertina è di aver bene interpretato lo spirito con il quale il CICAP si è sempre mosso nell’affrontare tematiche che potessero ricadere in un ambito religioso. Al CICAP aderiscono persone che hanno un rapporto con la fede religiosa molto diverso: da credenti ad atee, in un continuum che passa per tutte le sfumature possibili. Ciò che le unisce è il ritenere che fede e scienza debbano muoversi, nel reciproco rispetto, in ambiti differenti e quindi che lo studio dell’evoluzione debba essere condotto secondo canoni scientifici.