Reincarnazione!


In occasione di un sondaggio, qualche tempo fa, alla domanda "credete nella reincarnazione?" molti giovani hanno risposto affermativamente. La questione è, di sicuro, molto interessante; tuttavia - a esser sincero - avrei potuto trovare forse maggiore soddisfazione se fosse stata posta, sullo stesso argomento, una domanda un po' diversa: "che cos'è la reincarnazione?". In quel caso, infatti, le risposte di tante persone - chi lo sa? - sarebbero potute essermi d'aiuto, dato che mi piacerebbe davvero capire - finalmente - in che cosa consista effettivamente la tanto famosa "reincarnazione"... Perché - in tutta onestà - non ho ancora ben compreso che cosa possano significare, in pratica, affermazioni quali "il ragionier Filipponi, in una vita precedente, era un'odalisca" o "la dottoressa Graziosini, in una vita precedente, era il miglior boia di Parigi". Be' - qualcuno di voi l'ammetterà - non è proprio come dire: "Sandro, venticinque anni fa, era un giovane timidissimo"... Al momento - sempre per essere sincero - la mia principale curiosità in materia riguarda che cosa tante persone pensano che sia, appunto, la reincarnazione. Anzi, forse ancor di più - e qui mi sto veramente "aprendo" con voi - m'incurioscisce parecchio questo enigma: quante persone ritengono che sia necessario - o almeno opportuno - conoscere il significato di un'espressione linguistica prima di affermare di credere o no ch'esista quel che tale espressione starebbe a indicare.

Sì, mi rendo conto che potrei esser considerato alquanto eccentrico, come in effetti avvenne quando un ottimo flautista con il quale ho avuto varie volte occasione di suonare - già divenuto, prima dell'episodio di cui mi accingo a darvi conto, seguace prima della Dianetica e poi della Scientologia - narrò, a beneficio dei presenti, le meraviglie dell'esteriorizzazione... Purtroppo, però, non sono in grado di riferirvi nel merito con dovizia di particolari, perché la mia curiosità trovò ostacolo in quello che a me parve uno strano atteggiamento da parte di quel mio amico.

Quel che mi sembrò di capire è che una persona "esteriorizzata" si trova, in qualche modo, fuori dal proprio corpo - non necessariamente lontano; anche due o tre metri sopra il suo fisico, diciamo... -. Ricordo perfettamente che, giunti a quel punto della narrazione, desideravo conoscere meglio i vari aspetti di un fenomeno così peculiare - e ciò (almeno voi mi comprenderete...) prima che si approfondisse la discussione circa la sua effettiva esistenza -. (A proposito, dice Immanuel che, secondo lui, l'esistenza non è un predicato...) Vorrei esser chiaro: in quell'occasione potevo sentirmi molto o poco propenso (sì, lo confesso, "la seconda che ho detto", come avevano indovinato tutti i presenti) a credere nella possibilità che simili fenomeni si fossero realmente verificati. Tuttavia - e questo è il punto dove si è rivelata cruciale la differenza tra la forma mentis del mio buon collega e la mia - mi sembrava ci trovassimo nella fase in cui egli descriveva per noi il fenomeno dell'esteriorizzazione... Soltanto in seguito, dopo aver compreso in una certa misura di che cosa si trattasse, si sarebbe potuto davvero discutere, eventualmente, della plausibilità dei fenomeni. A mio modo di vedere, le svariate domande che ponevo - come, per esempio, "si ha solo una percezione visiva dal punto nel quale ci si trova esteriorizzati, oppure si percepisce, per esempio, anche il vento che soffia là, piuttosto che quello che arriva al corpo in carne e ossa?" - costituivano, chiaramente, manifestazioni di genuino interesse. Piuttosto, avrebbe denotato grande incredulità - io ritengo - il non interessarsi ai dettagli di quanto il mio amico raccontava... Invece, pareva che i miei interrogativi fossero per lui del tutto fuori luogo - quasi delle "azioni di disturbo" -.

Era davvero tanto strano il mio atteggiamento?

Poniamo che una lettrice di questa rubrica abbia recentemente trascorso una notte con Leonardo Di Caprio... Ora, è o non è perfettamente naturale - se non inevitabile - che le amiche con le quali ella si sia poi eventualmente confidata - soprattutto se per nulla incredule al riguardo - si interessino a tanti dettagli e le pongano svariate domande? La mia impressione - che, certamente, non deriva soltanto dal fatterello su riportato - è che molte persone, spesso, non sanno di che cosa stanno parlando, come suol dirsi... In certe materie, però, proprio non vogliono sapere di che cosa stanno parlando...


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