2012: fine del mondo o fine di un mondo? (recensione)

di Paola Giovetti
Edizioni Mediterranee, 2008
pp. 150, € 14,50

  • In Articoli
  • 12-12-2009
  • di Giorgio Castiglioni e Fljll Flòi
image
L'autrice passa in rassegna una serie di "profezie", compresa la presunta profezia maya legata all'anno 2012 che in questi tempi è di moda (e che furbescamente dà il titolo al libro anche se occupa in realtà solo alcune pagine). La stessa Giovetti riconosce che molte previsioni si sono rivelate del tutto errate. Ammette anche che molte profezie ritenute avverate sono state così interpretate, però, solo dopo l'evento in questione. "I significati delle Centurie di Nostradamus sono sempre stati scoperti ‘a posteriori'" (p. 18) e dei presunti successi del monaco Basilio "ce ne si è accorti solo a fatti avvenuti" (p. 35). Come lei stessa afferma parlando del "codice Genesi" di Michael Drosnin, "una cosa è annunciare con chiarezza l'evento futuro prima che esso si verifichi, altra cosa è scoprire l'esistenza della previsione solo dopo che il fatto è avvenuto. Si tratta, a mio giudizio, di una differenza fondamentale" (p. 58). Nonostante ciò, Giovetti sostiene che "la precognizione è una realtà", come afferma nel capitolo su Erik Jan Hanussen (p. 67). Un caso cui l'autrice attribuisce molta importanza è quello del "profetico francese" che nel 1914 avrebbe previsto l'ascesa del nazismo, la seconda guerra mondiale, l'alleanza dell'Italia con la Germania nel secondo anno della guerra, la sconfitta e lo smembramento della Germania. Secondo Giovetti, queste previsioni "costituiscono una prova importante della realtà della precognizione" (p. 61) e "uno dei casi più impressionanti di precognizione a lunga scadenza" (p. 64). "Si resta davvero sbalorditi" (p. 63), commenta. Forse perché rimasta troppo stupita, l'autrice però si dimentica di spiegarci perché dovremmo credere che queste lettere, pubblicate solo nel 1953, e quindi dopo gli eventi "previsti", siano davvero state scritte nel 1914. Il "profetico francese" avrebbe previsto anche una terza guerra mondiale, che dovrebbe cominciare nell'anno in cui la Pasqua cadrà il giorno di San Marco (25 aprile). Giovetti scrive che questa profezia "fortunatamente non si è realizzata". Prende infatti per buona l'affermazione del parapsicologo Hans Bender secondo il quale, dopo il 1943, il primo anno con Pasqua il 25 aprile sarebbe stato il 1998: in tale anno, invece, la Pasqua è stata il 12 aprile. Il primo anno con Pasqua a San Marco dopo la fine della seconda guerra mondiale, invece, sarà il 2038. È curioso che in un libro che sostiene l'esistenza della precognizione sia sbagliata persino una previsione, quella della data della Pasqua, che poteva davvero essere fatta.
accessToken: '2206040148.1677ed0.0fda6df7e8ad4d22abe321c59edeb25f',