Apollo 20 - Alla ricerca dell’astronave aliena

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  • 29-11-2009
  • di Paolo Attivissimo
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foto NASA AS15-P-9625
Circolano da tempo, soprattutto su Internet, tesi secondo le quali vi sarebbe stata una missione Apollo segreta, denominata “Apollo 20”, svolta congiuntamente da astronauti statunitensi e cosmonauti sovietici per recuperare un’astronave extraterrestre scoperta sulla Luna. La storia è stata recentemente ripescata dalla trasmissione Mistero (Italia 1) e segnalata da Flavio Vanetti sul Corriere della Sera.[1]

Secondo la narrazione di tale William Rutledge,[2] che asserisce di essere stato uno degli astronauti di questa missione insieme all’americana Leona Snyder e al russo Alexei Leonov, un vettore Saturn V sarebbe partito di nascosto nel 1976 dalla base militare di Vandenberg, in California, diretto verso la faccia non visibile della Luna. Là, infatti, le ricognizioni dell’Apollo 15 avevano scoperto un gigantesco vascello alieno.

La presenza del veicolo sarebbe confermata da immagini pubblicate negli atlanti fotografici lunari, per esempio nel dettaglio della foto NASA AS15-P-9625.[3] L’“astronave” sarebbe la forma chiara allungata al centro dell’immagine.

Già questo aspetto dovrebbe far riflettere sulla plausibilità della storia: se l’esistenza di un veicolo extraterrestre sulla Luna è così top secret da motivare addirittura una missione congiunta russo-americana segreta, bisogna chiedersi come mai l’astronave è stata invece lasciata in bella mostra nelle fotografie pubblicate. E dato che le immagini della faccia nascosta della Luna erano disponibili all’epoca soltanto se la NASA o l’Unione Sovietica le rilasciavano, come mai non sono state ritoccate prima di diffonderle, in modo da non rivelare il ritrovamento?

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Immagine dal video che mostra un cadavere alieno.
Tuttavia la storia di Rutledge è corredata di molti dettagli narrativi ricchi di riferimenti tecnici e da video impressionanti, che mostrano addirittura un cadavere alieno umanoide e delle immagini ravvicinate del veicolo extraterrestre e possono facilmente distogliere dall’esame sereno dei fatti.

Infatti se si mette da parte l’impatto emotivo della crudezza delle immagini e si svolge una ricerca attenta, emerge chiaramente che la storia è in realtà un falso piuttosto ben costruito, realizzato dall’artista francese Thierry Speth[4] e sbugiardato anche dagli ufologi, che hanno realizzato una pregevole indagine sotto l’egida del CUN (Centro Ufologico Nazionale).[5]

Una delle principali obiezioni è l’assurdità di pensare che si possa far partire un missile alto più di cento metri dalla California senza che nessuno lo veda decollare e senza che gli astronomi e gli astrofili di tutto il mondo lo avvistino durante il tragitto verso la Luna, come avvenne per le altre missioni Apollo.[6]

Il CUN segnala inoltre che l’esame dei video presentati da Rutledge riserva sorprese rivelatrici, come la scoperta di una ben poco futuristica molla in una delle riprese della presunta astronave (vedi foto sotto).
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A quest’indagine si aggiungono le considerazioni di Forgetomori,[7] che indica le tracce che hanno portato all’identificazione di Speth come autore dei video e nota che in uno dei video di Rutledge, che mostra l’interno del modulo lunare, uno degli astronauti è stato sovrapposto allo sfondo con un mascherino sbagliato, per cui a un certo punto risulta essere un torso fluttuante, come si vede nell’angolo in basso a destra del fotogramma mostrato qui sotto. Questo rivela il trucco: si tratta di immagini prodotte con effetti speciali.
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Su un piano più tecnico, Forgetomori nota inoltre che lanciare un vettore da Vandenberg, sulla costa occidentale degli Stati Uniti, anziché da Cape Canaveral, sulla costa orientale, avrebbe comportato una drastica modifica del piano di volo standard dei missili Saturn V. Lanciato in direzione est, infatti, il gigantesco primo stadio sarebbe ricaduto sul suolo statunitense, con il rischio evidente e intollerabile di danni a cose e persone, invece di cadere nell’Atlantico come consueto.

Lanciare in direzione ovest, ossia sopra il Pacifico, avrebbe comportato un’enorme penalizzazione. I missili orbitali vengono lanciati sempre verso est perché in questo modo sfruttano la velocità di rotazione della Terra, che a Cape Canaveral è di circa 1470 km/h.[8] Questo significa che un missile che deve raggiungere la velocità orbitale di 28.000 km/h e viene lanciato verso est non deve accelerare da 0 a 28.000 km/h, ma da 1470 a 28.000 km/h: deve insomma accelerare di 26.530 km/h.

Lanciarlo in direzione opposta, verso il Pacifico, significherebbe lottare contro la medesima velocità di rotazione terrestre: il missile partirebbe in retromarcia, per così dire, con una penalità di 1470 km/h, per cui dovrebbe accelerare di 29.470 km/h, con consumi di carburante molto superiori.

Occorre aggiungere un’altra considerazione alle immagini della presunta astronave. Anche siti abbastanza possibilisti in campo ufologico, come Lunexit.it, hanno accertato che si tratta di conformazioni naturali del terreno[9] e che quindi le precedenti interpretazioni extraterrestri erano una “svista in cui siamo incorsi anche noi”. Infatti hanno reperito una versione a maggiore risoluzione dell’immagine in questione, che non lascia più dubbi in proposito (vedi foto sotto).
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Si può inoltre combinare l’immagine NASA precedente, la AS15-P-9625, con la AS15-P-9630[10], che mostra la stessa zona da un’angolazione leggermente differente e permette di ottenere un’immagine stereoscopica come la seguente, consultabile senza occhiali colorati da chi sa usare le tecniche di visione degli stereogrammi (vedi foto sotto).
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Un lettore, Trystero, ha inoltre reperito due versioni ad alta risoluzione dell’area in questione che non richiedono alcun commento (vedi foto sotto).
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A questo punto, con questa serie di prove, qualsiasi ipotesi di autenticità dei video è da scartare, a meno che si voglia credere che gli alieni usino astronavi a molla e che sulla Luna siano stati mandati uomini segati in due.

Paolo Attivissimo
con il contributo di Hammer e Trystero

Note


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