Ora Legale: l'illusione del risparmio

  • In Articoli
  • 24-05-2009
  • di Roberto Vacca
Due volte l'anno spostiamo di un'ora l'orologio per adottare l'ora legale. Per circa sei mesi ci illuminiamo con il sole invece che con le lampadine e ci illudiamo che risparmieremo tanta energia (e tanti soldi) e che, così, proteggeremo l'ambiente. Non è vero. Il 27 ottobre 2008 l'ENEL pubblicò i dati consuntivi sul risparmio di elettricità ottenuto con l'ora legale tra marzo e ottobre: sarebbe stato di 646 GWh (Giga Wattora) – cioè di un quinto dell'1 per cento dei consumi elettrici totali del 2008 che sono stati di 335.000 GWh. Si tratta, dunque, di un vantaggio minimo – quasi evanescente: al prezzo corrente di 15 centesimi di euro/kWh, ogni italiano risparmierebbe 1,60 euro all'anno. Ma – attenti! – può anche darsi che il risparmio sia inesistente o, perfino, che gli italiani abbiano consumato più energia elettrica di quanta ne avrebbero usata, se l'ora legale non fosse stata adottata. La ragione è che gli strumenti usati per misurare l'energia – i contatori – non hanno certo precisione infinita. Le letture sono affette da errori il cui ordine di grandezza è proprio una frazione dell'uno per cento. Le misure si effettuano, poi, con tanti contatori indipendenti e si potrà incorrere in errori anche totalizzando i conteggi.
Aboliamo l'ora legale in tutta Europa. Non ci prendiamo in giro da soli ed evitiamo la noia di spostare le lancette e risincronizzare computer e telefoni cellulari. Oltre all'onere di stampare nuovi orari dei mezzi di trasporto, crea solo malintesi. Quando si torna indietro di un'ora, salta la cronologia di diversi eventi. Le tre del mattino diventano le due, e quanto avviene in due successive ore si mescola in una sola: la risposta ad una e-mail delle 2,30 arriverà alle 3,15, che intanto sono divenute le 2,15, ossia PRIMA del suo invio.
I conti sull'energia risparmiata con l'ora legale sono stati sempre piuttosto confusi. La propose per primo Benjamin Franklin nel 1784, quando era a Parigi. Scrisse che adottandola si risparmiavano sette ore al giorno di consumo di candele per tutti i parigini che ogni anno avrebbero evitato di sprecare 64 milioni di libbre di candele. Non era così: spostando gli orologi in avanti di un'ora, il risparmio era di una e non di sette ore.
Durante la prima guerra mondiale fu adottata l'ora legale prima dalla Germania e poi dagli Alleati. La misura fu ripresa durante la seconda guerra mondiale, abbandonata nel 1945 e di nuovo adottata dopo gli shock petroliferi. Nel 2007 gli USA stabilivano per legge che gli orologi stiano un'ora avanti dalla seconda domenica di marzo fino alla prima di novembre. In Europa il periodo va dall'ultima domenica di marzo all'ultima di ottobre, mentre il Giappone segue tutto l'anno l'ora solare. Queste discrepanze causano ogni anno smagliature e incomprensioni nei rapporti internazionali. Infine, una perdita secca è quella del tempo in cui taluno analizza i possibili effetti dell'ora legale sulla salute, la sicurezza stradale e l'andamento dei mercati azionari.

Pubblicato su Il Sole 24Ore del 15 dicembre 2008.
Si ringrazia l'autore per aver concesso il permesso di pubblicazione.''

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