Se l'uomo avesse le aliSegreti e misteri della fisica

di Andrea Frova
BUR, 2007
pp. 341, E 10,20

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Andrea Frova è professore ordinario di Fisica Generale all’Università "La Sapienza" di Roma. Oltre ad aver percorso una brillante carriera scientifica nel campo della fisica dello stato solido, nell’ultimo decennio Frova si è distinto anche per un costante impegno nel campo della divulgazione scientifica.
L’ultima sua fatica editoriale si intitola Se l’uomo avesse le ali. Segreti e misteri della fisica. Il volume raccoglie, opportunamente ampliati e rivisti, numerosi contributi di Frova pubblicati negli ultimi cinque anni da un diffuso mensile di divulgazione scientifica. Come dice lo stesso Frova nella prefazione:
«È opinione diffusa che la fisica sia una disciplina altamente specializzata e che come tale presenti, per il profano, particolari difficoltà. Questa leggenda giustifica il fatto che la comprensione dei fenomeni fisici possa venire tranquillamente esclusa dal bagaglio culturale della persona media. Il guaio è che questa esclusione si estende alle metodologie proprie della scienza, ossia adeguata documentazione, attinenza ai fatti, rilevanza statistica, analisi critica, formulazione di ipotesi, verifica sperimentale».

Purtroppo molti fattori favoriscono questa carenza culturale, particolarmente accentuata nel nostro paese, che viene addirittura alimentata e giustificata dalle ideologie antiscientifiche di numerosi sedicenti intellettuali alla moda. «È anche per questo - prosegue Frova - che assistiamo oggi al dilagare di tante falsità e assurde credenze: pseudomedicina, astrologia, mitologie e superstizioni varie, che senza troppa difficoltà riescono a procurarsi posizioni di pari rilievo con la scienza».
Il libro di Frova vuole essere un tentativo di mostrare come la realtà materiale che ci circonda, se osservata nel modo adeguato, possa essere estremamente più affascinante ed entusiasmante delle tante fantasticherie pseudoscientifiche che pullulano nella nostra società e che annebbiano la mente di tante persone.
Il volume è diviso in nove capitoli, ciascuno dedicato a un particolare settore della fisica; ogni capitolo affronta una moltitudine di argomenti e problemi. Si va dalla spiegazione di esperienze ordinarie che ognuno di noi può aver provato (ad esempio: perché in montagna la pendenza di un ghiaione visto da lontano sembra sempre maggiore di quella reale) a questioni più astratte come la relatività generale di Einstein o il principio di indeterminazione di Heisenberg.
Per ogni argomento, anche i più complessi, la trattazione è chiara e comprensibile a tutti senza bisogno di alcuna preconoscenza. Riga dopo riga quindi Frova fornisce una chiara dimostrazione "sperimentale" che la "leggenda" citata nella Prefazione è effettivamente tale.
La lettura è affascinante e avvincente e dopo ogni capitolo si sente il desiderio di proseguire per scoprire le nuove meraviglie che ci riserva la realtà che ci circonda. Una realtà mai monotona, che non finisce mai di sorprenderci a condizione di guardarla con gli occhi adeguati, ponendosi le giuste domande e ricercando i giusti metodi per fornire una risposta. In questa continua avventura, Frova non solo ci mostra la straordinarietà della realtà in cui viviamo ma, senza sforzo e senza astratte disquisizioni epistemologiche, ci insegna in sostanza come funziona la scienza, quale sia la sua natura, il suo metodo, i suoi pregi e gli inevitabili suoi limiti.
Contrariamente a quello che viene spesso sostenuto dai suoi oppositori, infatti, la scienza non ha per nulla la presunzione di voler spiegare tutto: è conscia dei suoi limiti e di fronte a ciò che non sa ancora spiegare sospende umilmente il giudizio in attesa di nuove ricerche. E all’umiltà intellettuale, tipica dei grandi scienziati, non viene meno Frova. Ad esempio di fronte a un fenomeno apparentemente banale, ma in realtà complesso, quale la formazione di lunghi "aghi" di ghiaccio che talvolta si possono osservare sui cubetti di ghiaccio nel congelatore di casa nostra, Frova umilmente scrive: «L’effetto è il risultato di meccanismi fisici piuttosto complessi, sui quali per una volta mi permetto di non pronunciarmi, limitandomi a illustrarli con una fotografia». Un bell’esempio dell’hypotheses non fingo di newtoniana memoria.
Se l’uomo avesse le ali è davvero un bel libro. La sua lettura non insegnerà ovviamente tutta la fisica a chi non la conosce, ma sicuramente farà comprendere quanto la fisica, e in generale la scienza, possa essere bella, affascinante, avventurosa, ardita e al tempo stesso umile. Si tratta quindi di una lettura particolarmente adatta ai giovani e soprattutto agli studenti delle scuole superiori che devono decidere cosa fare "da grandi". Per concludere, voglio svelare ai lettori l’origine del titolo del volume. Se l’uomo avesse le ali è il titolo di un paragrafo del sesto capitolo in cui l’autore analizza i consumi energetici dei vari mezzi di locomozione degli esseri viventi: volo, nuoto e corsa. La chimera del volo umano viene analizzata dal punto di vista storico e scientifico. Se i suoi gracili muscoli non hanno mai consentito all’uomo di volare autonomamente, anche se equipaggiato con ali artificiali, le ali del suo ingegno gli hanno consentito però trasvolate intellettuali non meno entusiasmanti: e tra queste la scienza è sicuramente la più affascinante.

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