A proposito di rapine sotto ipnosi

  • In Articoli
  • 16-11-2006
  • di Claudio Pastore e Maurilio Orbecchi
Ultimamente è apparsa sui giornali, sui TG locali e anche su Internet la notizia di una rapina in cui i malviventi si sarebbero avvalsi dell'ipnosi per svaligiare un negozio a Torino.

La cautela è d'obbligo come sempre in questi casi, anche perché non è provato che con l'ipnosi si riesca a portare a termine una rapina.

Il CICAP ha già trattato l'argomento in un vecchio numero di Scienza & Paranormale. Anche il mensile Focus se ne è occupato nel 2002 con un'inchiesta di Massimo Polidoro.

Abbiamo ricevuto un'email in cui si chiedeva un commento relativo al recente caso di rapina con ipnosi avvenuto a Torino: «Gentili signori del CICAP, sui giornali e al TG3 ho appreso di una rapina avvenuta a Torino, in cui la vittima affermerebbe di essere stata ipnotizzata; per quanto so, l'ipnosi intesa come "A me gli occhi, ubbidisci" esiste solo nella fantasia di qualcuno... come si spiegano allora fatti di cronaca di questo genere?».

A questa richiesta pervenutaci da un lettore risponde Maurilio Orbecchi, medico-psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica: «Occorre anzitutto una premessa: in generale, l'inesistenza di un fenomeno non esclude l'esistenza di risultati determinati dal fenomeno inesistente.

A prima vista può apparire illogico, ma non lo è affatto: la sola credenza che il fenomeno esista è più che sufficiente per produrre un effetto. Questo vale per molte pratiche mediche. Ad esempio, per quanto riguarda l'omeopatia non è assolutamente necessario che ci siano delle molecole nel prodotto per osservare dei benefici reali nei pazienti. L'effetto placebo è talmente potente che le sperimentazioni serie devono essere effettuate in doppio cieco, ossia in una condizione tale per cui né il paziente né il medico-ricercatore sappiano chi assume il farmaco autentico e chi invece un preparato senza il principio attivo. La causa di ciò va ricercata nel forte potere suggestivo e autosuggestivo di cui, in misura diversa, tutti gli uomini sono dotati.

Si pensi all'utilizzo della suggestione nella pubblicità oppure nelle campagne elettorali. Le tecniche più utilizzate derivano dall'utilizzo dei riflessi condizionati: per esempio affiancare l'immagine di una bella ragazza, nei confronti della quale gli uomini provano un'attrazione istintuale, a un determinato prodotto; ma ci sono infinite tecniche possibili per sfruttare "l'effetto suggestione".

L'ipnosi è suggestione al cento per cento: i più importanti studiosi e professionisti del ramo, come Milton Erikson, lo hanno sempre dichiarato. Nondimeno in alcune situazioni l'ipnosi funziona, così come certe medicine alternative. Tuttavia il motivo per il quale, in determinate circostanze ed entro certi limiti, essa funziona, non sta nella presenza di un fluido particolare, di un magnetismo o di qualche specifica molecola ma deriva dal fatto che, essendo impossibile per un essere umano reggere tutto il giorno la presenza riflessiva, tutti noi tendiamo a muoverci soprattutto automaticamente. La cosa in sé è quanto mai necessaria: se un soggetto pensasse a ciò che deve fare, per esempio, quando guida un'automobile, la condurrebbe come un principiante; i sistemi neuronali che passano dalla neocorteccia sono, infatti, più lunghi, complessi e quindi più lenti di quelli emotivi-istintivi. Egli non penserà quindi a come guidarla, ma si affiderà ad un meccanismo automatico che è diventato per lui immediato. L'uomo, nel suo muoversi nel mondo, è costretto ad utilizzare circuiti che coinvolgano il meno possibile la neocorteccia altrimenti sarebbe troppo lento, arriverebbe troppo tardi rispetto alla necessità della risposta agli eventi (fondamentali a questo riguardo sono gli studi di Damasio, LeDoux et al.).

Nello scorrere della nostra vita, dunque, agiamo per lo più automaticamente. Una situazione nuova determina un'interruzione del nostro comportamento automatico, cosa che causa in noi smarrimento per un tempo più o meno lungo e fa sì che ci troviamo spiazzati, e quindi disponibili a seguire indicazioni esterne, perché ci guidano in un momento di difficoltà. L'ipnotista, quindi, cerca di creare uno stato di discontinuità rispetto alla normale routine dell'uomo al fine di spiazzare la persona, e allo stesso tempo si propone come possibile soluzione per farlo uscire dallo smarrimento in cui l'ha indotto: è sufficiente seguire quanto lui gli suggerisce!

Questo è uno dei motivi per cui l'ipnosi da baraccone, quando non è una volgare truffa, può essere spettacolare. Sul palcoscenico l'uomo comune si trova in una situazione nuova, per lui estremamente sgradevole, una situazione che egli non conosce e non padroneggia. È già di per sé in difficoltà. Se gli si aggiunge un ulteriore tentativo di confusione egli può prendere come un'ancora di salvezza le indicazioni di qualcuno che gli dice che cosa fare: in questo modo si toglie dall'impaccio che lo fa sentire un bambino.

Insomma l'uomo è suggestionabile perché è, strutturalmente e necessariamente, un essere più emotivo che non riflessivo. Milton Erikson scrive che ciascuno di noi va in ipnosi decine di volte il giorno inconsapevolmente. E io credo che abbia ragione.

Certe persone sono più suggestionabili di altre, così come esistono persone dotate di maggiore capacità di suggestionare. Si pensi a cosa sono in grado di fare certi uomini politici o di spettacolo...

La suggestione è importantissima sul piano evolutivo, basti pensare all'innamoramento. Cosa fa un uomo, quando vuole amoreggiare con una ragazza? Produce ragionamenti razionali o suggestioni? Per quanto riguarda i casi di rapine con "ipnosi", è cosa quanto mai naturale paralizzarsi (andare dunque in una sorta di ipnosi) di fronte a rapinatori, o di fronte a persone che incutono paura, o anche semplicemente di fronte a persone particolarmente seduttive. E anche confondersi con i soldi, astenersi dal reagire o eseguire in una sorta di trance i loro ordini. Questo perché in una rapina si sommano due fatti: la novità, che spezza il comportamento automatico, per cui l'uomo non sa più che cosa fare di fronte all'imprevisto, e la paura.

Il caso di questi giorni (che è tipico) è quello di una rapina in cui la persona si è molto spaventata e si è ben guardata, giustamente, dal fare alcunché di rischioso per la sua incolumità per difendere quattromila euro. Poi si è domandata perché non avesse reagito (e perché mai avrebbe dovuto?) e si è risposta: "Ero come sotto ipnosi". Sotto un certo punto di vista è vero.

Non è però necessario immaginare l'intervento di un Mandrake, per spiegare la paralisi di una donna spaventata di fronte a un rapinatore, o anche una sua obbedienza al malvivente: un atteggiamento quanto mai opportuno sul piano evolutivo, che bada alla salvaguardia dell'individuo e della specie, più che dei soldi.

Dunque la possibilità che le persone vadano in una sorta di ipnosi di fronte a tipi suggestivi o a una situazione imprevista, sia di possibile violenza sia di semplice confusione, esiste. Ma non fino al punto di andare troppo contro se stessi e la propria etica.

Per quanto riguarda la serialità di questi fatti, da un lato i truffatori e i rapinatori sono criminali seriali diffusi da sempre nella società, dall'altra i giornali cavalcano volentieri le notizie di questo tipo, per ultimo c'è il solito fenomeno imitativo e autosuggestivo.

Chiudo con una domanda: chi non si è mai trovato in mano un prodotto, oppure un contratto, chiedendosi successivamente perché mai lo abbia comprato, oppure firmato?»

accessToken: '2206040148.1677ed0.0fda6df7e8ad4d22abe321c59edeb25f',