Una pantera a Torino

Pericoloso felino o leggenda metropolitana?

Torino. Il 24 dicembre 2005 una pantera nera è stata avvistata alla periferia di Torino. Tre giorni dopo un abitante di Collegno è riuscito a filmarla dal balcone di casa con la propria telecamera, mentre un ispettore di polizia l'ha inquadrata nel binocolo. Nella notte tra il 27 e il 28 dicembre sono scattate le ricerche, con la variegata partecipazione di guardie faunistiche, carabinieri, vigili del fuoco e guardie forestali armati di videocamere a raggi infrarossi, ma anche di proiettili soporiferi e fucili da cinghiale. Nessuna traccia della presunta pantera è stata trovata.

Inizialmente è circolata la voce che la pantera fosse scappata dal Circo di Mosca che in questo periodo tiene i suoi spettacoli dal parco torinese della Pellerina, ma la direzione del circo ha smentito, spiegando di avere soltanto cani, cammelli e cavalli. Nessun'altra denuncia di animali smarriti è giunta alle forze dell'ordine.

Si tratta veramente di una pantera?
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Un fotogramma della "pantera" di Collegno ripresa dalla telecamera.
Un fotogramma della videoripresa è stato diffuso su internet: dall'immagine è impossibile capire le reali dimensioni dell'animale per mancanza di punti di riferimento, ma niente esclude che possa trattarsi solo di un grosso gatto. Anche l'accuratezza dei resoconti giornalistici merita qualche riserva, se a seconda delle fonti la professione del principale testimone si trasforma da operaio in cassa integrazione a vigile urbano in servizio[1], [2] e le videocamere a raggi infrarossi diventano temibili macchine fotografiche ai raggi X.

Un allarme analogo si era diffuso a Pino Torinese tra il 1999 e il 2000: anche allora si mobilitarono forze dell'ordine e cacciatori della domenica, il sindaco proibì con un'ordinanza di fare picnic nei boschi, mentre i veri esperti come l'etologo Giorgio Celli rimanevano scettici. Vi furono numerosi avvistamenti, l'ultimo dei quali al confine tra le province di Torino e Cuneo, ma il felino non venne mai trovato. Due anni dopo la pantera di Pino divenne uno spettacolo teatrale.

Anche se le pantere nere sembrano particolarmente affezionate a Torino, non disdegnano le altre città. Una delle più famose pantere italiane fu quella avvistata nei pressi del raccordo anulare di Roma nel 1989: alla battuta di caccia parteciparono anche i domatori del circo Orfei, senza esito. La pantera di Roma fu così famosa che l'anno successivo il movimento studentesco universitario che da Roma si diffuse in tutta Italia decise di chiamarsi proprio "la Pantera".

Altre pantere (o forse la stessa) furono segnalate negli anni successivi in Toscana, Liguria e Lombardia. In nessun caso il felino fu ritrovato. La dinamica di diffusione di tali voci è stata anche oggetto di un'analisi presentata al convegno sulle leggende metropolitane organizzato dal CICAP a Torino nel 2004 e raccolta nel libro Le nuove leggende metropolitane (Toselli - Bagnasco, Avverbi 2005).

Il fenomeno non è solo italiano, comunque. In Gran Bretagna esiste perfino un gruppo di ricerca sui grossi felini (il Big Cat Research Group) [3] che sul modello dei centri ufologici raccoglie e studia le testimonianze degli avvistamenti di grossi felini. Il gruppo riceve numerose segnalazioni al giorno (per qualche ragione, soprattutto dallo Yorkshire): nelle loro parole, "con la quantità di testimonianze che abbiamo, sembrerebbe che ci siano più leopardi qui che in tutta l'Africa" ma pochi risultati concreti. Tra i loro obiettivi c'è quello di raccogliere prove fotografiche o video inconfutabili dell'esistenza di tali animali: fino ad ora non è stato raggiunto.

Nell'ottobre 2005 sembrò che tali prove fossero state trovate in Australia: un abitante di Melbourne dichiarò di avere ucciso un puma nero (animale inesistente, per la cronaca, anche se possono esistere puma di colore scuro). Sfortunatamente, però, subito dopo l'uomo ne avrebbe gettato la carcassa in un fiume, rendendo così impossibile l'identificazione...

Il fatto che vengano avvistate quasi sempre pantere nere, anziché altri animali, o almeno felini di altri colori, meriterebbe un'analisi psicanalitica e ha un precedente letterario illustre: lo stupendo romanzo di Cornell Woolrich L'alibi nero dal quale il regista Jacques Tourner trasse il film L'uomo leopardo: in quel caso la pantera esisteva veramente, anche se... meglio non rovinare la sorpresa a chi volesse leggere il libro.

Per quanto possa accadere che grandi felini fuggano da circhi o zoo e quindi vaghino effettivamente per le città, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di falsi allarmi: il rapporto tra avvistamenti e casi noti di grandi felini abbandonati è dell'ordine di mille a uno, secondo il Big Cat Research Group [4]. Il grande numero di false segnalazioni non deve stupire: come sanno bene gli esperti di ufologia, è molto difficile valutare le dimensioni di un animale (o di un oggetto qualsiasi) in movimento a distanza, particolarmente se non ci sono punti di riferimento. A questo vanno aggiunte le segnalazioni sbagliate di proposito (per scherzo o per pubblicità - c'è anche chi è riuscito a guadagnarsi una certa fama come cacciatore di pantere) e il fatto che la maggior parte degli allarmi-pantera avviene durante le vacanze estive o invernali, quando i giornali sono a corto di notizie.

Infine, le voci di animali feroci che si aggirano di notte presso le case mettendo in pericolo animali e persone servono a dare un volto a paure antiche, tant'è che parlare di leggenda metropolitana è impreciso: voci simili, infatti, si ritrovano nel folklore contadino da sempre [5] e c'è da scommettere che quella di Collegno non sarà l'ultima.
Andrea Ferrero

Per saperne di più

1) La Stampa online, 28 dicembre 2005, "Safari in città, a caccia della pantera nera".
2) Corriere della Sera online, 28 dicembre 2005, "Torino, avvistata una pantera nera: è giallo".
3) Big Cat News Update : elenco di felini avvistati in tutto il mondo .
4) Big Cats in Britain Research Group:www.scottishbigcats.co.uk/index2.htm .
5) Véronique Campion-Vincent, Des fauves dans nos campagnes, Parigi: Imago, 1992.
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