Quella strana arca di Noe'

Storia di uno scoop pseudobiblico...scoppiato

  • In Articoli
  • 17-11-2004
  • di Sergio de Santis
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Allora Jeovah disse a Noè: "Fatti un'arca di legno resinoso; falla a celle e spalmala di bitume dentro e fuori. Ecco con quali dimensioni devi costruirla..."

[Gn 6,13ss.]

La leggenda dell'Arca di Noè (niente a che vedere con l'altra Arca - quella dell'Alleanza resa nazional - popolare dall'impresa di Indiana Jones) ha scatenato una caccia che dura ormai da molti secoli e che nel corso del Novecento ha provocato tante scoperte, tante ipotetiche localizzazioni, tante dubbie fotografie e tanti reperti che - se non fossero stati tutti così incerti - la favolosa Arca dovrebbe ormai trovarsi al posto d'onore nel British Museum, al Louvre o nello Smithsonian Institute.

Ma questa è una storia meritevole di essere raccontata in dettaglio in altra sede. In questa rubrica vale invece la pena di rievocare un'altra micro-storia, abbastanza significativa, anche se ignorata dalla maggior parte dei volumi dedicati alla rievocazione di quelle memorabili (anche se sempre immancabilmente sfortunate) imprese: quella relativa a un esemplare scoop TV messo in onda dalla CBS sul finire del secolo scorso.

Il programma dal titolo L'incredibile scoperta dell'Arca di Noè (The Incredible Discovery of Noah's Ark) è stato messo in onda febbraio del 1993 in prime-time - cioè nella collocazione di palinsesto a maggiore ascolto. Il reportage dall'inconsueta durata di due ore era stato prodotto dalla casa di produzione Sun International Pictures e si basava su una lunga intervista a tale George Jammal presentato come testimone oculare della storica scoperta. Jammal riferiva di un'esplorazione sul ghiacciaio in vetta al Monte Ararat compiuta nel 1984 insieme a un compagno russo di cui veniva fornito soltanto il nome di Vladimir. Dopo aver localizzato (non è ben chiaro come) il punto in cui era sepolta l'Arca, George & Vladimir avevano scavato un buco nel ghiaccio e si sarebbero addirittura calati all'interno della nave biblica, dove avrebbero scattato una serie di fotografie delle stalle da cui avrebbero addirittura recuperato un pezzo di legno a colpi di piccozza.

Disgraziatamente (come ahimè quasi sempre avviene nelle scoperte di questo tipo) il diavolo ci aveva messo la coda, seppellendo sotto una malaugurata valanga non solo lo sfortunato Vladimir, ma anche l'intero set delle storiche fotografie. Per fortuna però, malgrado la scomparsa del secondo protagonista e delle prove fotografiche, Jamal era stato in grado di esibire il dono di Dio del provvidenziale pezzo di legno e di fornire l'avallo alla credibilità del suo resoconto da parte di un esperto biblico, Gerald Larue.

Sin qui nulla di diverso dai precedenti, ambigui e contestati, episodi di scoperte dell'Arca perduta. Ciò che ha reso l'episodio degno di un posto d'onore fra gli hoax biblici sono stati i retroscena di lì a poco venuti alla luce.

I primi dubbi riguardano i tempi. Come mai se la scoperta risale al 1984 erano trascorsi ben otto anni prima che lo scoop arrivasse sul piccolo schermo? Così si scopre che sin dal 1985 Jammal si era messo in contatto con l'Istituto per le Ricerche sulla Creazione (Institute for Creation Research, ICR) della California, cioè con una delle numerose organizzazioni fondamentaliste americane. Non già per fornire una nuova prova della veridicità biblica, ma tutt'al contrario per tendere una trappola, come era dimostrato dalle referenze scientifiche da lui citate a supporto delle sue ricerche. Che erano Vladimir Sobitchsky e Allis Buls Hitian: vale a dire due personaggi dai cognomi altamente sospetti a causa di un suono tale da mettere in guardia qualsiasi americano. Prima Sobitschky, con chiaro riferimento alla popolare definizione Son-of-a-bitch (= Figlio di puttana); e poi Allis Buls Hitian addirittura troppo foneticamente simile alla frase "All is bullshit" (= Sono tutte stronzate). Niente esplorazione, quindi, niente Vladimir, niente buco nel ghiacciaio; nessuna fotografia delle stalle e soltanto un volgare pezzo di legno proveniente da un banale pino californiano.

Sembra che l'ICR non avesse fiutato la trappola, ma aveva ugualmente deciso di non cavalcare lo scoop: anche se la sua diffidenza nei confronti di Jamal non si era spinta sino a mettere in guardia la CBS quando nel 1992 il network si era rivolto all'organizzazione per informazioni circa i precedenti dell'episodio.

Ma come mai l' hoax aveva ripreso la sua marcia trionfale agli inizi degli anni Novanta? Per rispondere all'interrogativo occorre tirare in campo un altro personaggio: il biblista Gerald Larue, intimo amico di Jammal e animato da desiderio di vendetta nei confronti della casa di produzione Sun International, colpevole di essersi comportata male nei suoi confronti in occasione del progetto per un altro programma, poi abortito. Così l' hoax antifondamentalista del 1985 era stato frettolosamente riesumato e servito su un piatto d'argento alla Sun International per poi finire sul piccolo schermo della CBS. Il debunking dell' Incredibile scoperta dell'Arca di Noè (persino più incredibile di quanto fosse stato denunciato dallo stesso titolo del programma) ha poi oltrepassato la soglia del ridicolo quando si è scoperto che il legno di Dio era stato invecchiato in un forno a microonde dopo esser stato impregnato di una popolare salsa della cucina orientale nota come teriyaki (che - come ha osservato sarcasticamente Kenneth Feder nel suo Frauds, myths & Mysteries in Archeology - sarebbe stata facilissima da individuare se solo gli archeologi della CBS si fossero presi il disturbo di annusare il preteso reperto).

Fine della storia? Neanche tanto, perché la CBS - chiamata in causa dal clamore - se ne è uscita elegantemente dal malpasso proclamando che tutti i suoi programmi, anche quelli etichettati ufficialmente come documentari, non hanno mai altro obiettivo all'infuori dell'intrattenimento e come tali devono essere valutati dagli spettatori.

Come dire: meditate, fans dei programmi di fantarcheologia, meditate...

Sergio De Santis
Giornalista e direttore della collana "StoricaMente" per la casa editrice Avverbi.

Per saperne di più

  • Berlitz, Charles, La nave perduta di Noè, Sperling & Kupfer. Milano, 1988.
  • Feder, Kenneth, Frauds, Myths & Mystery. Science and Pseudoscience in Archeology. Mayfield PublishingCo. London, 1999 (in corso di pubblicazione da parte della casa editrice Avverbi).
  • Sellier, Charles e Balsiger, David, L'incredibile scopertà dell'Arca di Noè, Piemme, Casale Monferrato, 2000.
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