D'estate torna il mostro di Loch Ness

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Come ogni estate, quando le notizie cominciano a scarseggiare, i giornali tornano a occuparsi del mostro di Loch Ness. Questa volta l'occasione è fornita dal ritrovamento di un fossile di plesiosauro risalente a 150 milioni di anni fa (vedi foto), ritrovato per caso sulla riva del lago da un pensionato britannico.

Il fossile trovato da Gerald McSorley - 67 anni, ex commerciante - (vedi foto in alto) appartenne a un plesiosauro, un mostro marino vissuto nell'era mesozoica, di cui sono stati scoperti nel mondo vari scheletri fossilizzati quasi completamente intatti.

Non manca chi crede che, grazie alla loro capacità di vivere negli abissi, questi animali del periodo giurassico siano sopravvissuti alla catastrofe naturale che spazzò via la fauna preistorica. E ancora oggi, secondo questa tesi, i plesiosauri si aggirerebbero indisturbati negli oceani e nei laghi più profondi del mondo, come il lago di Champlain negli Stati Uniti (dove uno sarebbe stato avvistato nel 1977) e lo stesso lago di Loch Ness.

Ma è possibile che i plesiosauri siano ancora vivi? "Il plesiosauro è l'immagine classica che la gente ha di Nessie" ha affermato la paleontologa Lyall Anderson, curatore del Museo Nazionale di Edimburgo, riferendosi al mostro di Lochness .
"Questo fossile è stato trovato nel lago, quindi è facile che qualcuno salti alla conclusione che si tratta del mostro originale".

Molto più entusiasti gli organizzatori di Loch Ness 2000, il gruppo di appassionati che da anni va a caccia di Nessie nelle acque del lago. "Siamo tutti eccitati" ha commentato un portavoce al tabloid The Sun. "Questa è una delle scoperte più importanti mai fatte prima d'ora". Il fossile trovato da McSorley, ha spiegato Anderson, è formato da quattro vertebre della colonna dorsale di un plesiosauro probabilmente lungo circa dieci metri.

"Stavo camminando lungo la riva del lago quando ho visto questo fossile nell'acqua, sapevo che si trattava di qualcosa di molto importante" ha raccontato il pensionato. "Io ho sempre creduto nel mostro di Loch Ness, ma questa è la prova definitiva".

Peccato, sottolinea però Anderson, che 150 milioni di anni fa il lago di Loch Ness non esisteva affatto poiché si formò durante l'ultima era glaciale, cioè durante gli ultimi due milioni di anni. Quelle vertebre, ha ipotizzato la studiosa, potrebbero essere state trasportate nel lago dai movimenti dei ghiacciai.

Insomma, nel lago potrebbe esserci ancora oggi uno plesiosauro?

Accantoniamo temporaneamente tutte le considerazioni relative al fatto che un essere di grandi dimensioni non potrebbe probabilmente vivere nelle acque gelide del lago, e supponiamo che una creatura di questo tipo sia rimasta in qualche modo intrappolata a Loch Ness. Non potrebbe essere uno scenario realistico?
D'altra parte, non molti anni fa furono rinvenuti al largo delle coste del Madagascar dei celacanti, pesci che si supponeva fossero estinti da 70 milioni di anni.

È evidente che un plesiosauro, per poter essere arrivato fino a noi vivo e vegeto, non potrebbe avere compiuto il suo lungo viaggio da solo: devono come minimo essercene stati due, all'inizio; poi, i figli di questi devono essersi riprodotti fino ad arrivare all'attuale mostro (o mostri) di Loch Ness. Qui, però, sorge un altro problema: se questa teoria fosse vera, il fondo del lago dovrebbe essere ricoperto di scheletri di dinosauri, mentre tutti gli esami condotti hanno mostrato che il fondo del lago è piatto e che non ci sono caverne in cui i plesiosauri avrebbero potuto nascondersi o creare un cimitero.
Il problema, però, è che nessuno scienziato si permetterebbe di negare la sopravvivenza di una determinata specie esclusivamente sulla base di pregiudizi, soprattutto perché animali contemporanei dei dinosauri, come i coccodrilli, le tartarughe o gli squali, esistono ancora oggi. Ciò che ha immediatamente convinto gli scienziati che il celacanto era sopravvissuto per 70 milioni di anni è stato il fatto che dopo il primo esemplare decomposto, rinvenuto nel 1938, un secondo esemplare vivo fu catturato pochi anni dopo, nel 1952, e il mistero fu risolto. Il breve tempo trascorso tra l'osservazione di un celacanto e la successiva cattura di più esemplari è in forte contrasto con la lunga saga del mostro di Loch Ness, in cui un'ipotetica specie di animale gigante ha eluso anche una cattura di tipo fotografico in un'area relativamente piccola d'acqua come quella del lago di Loch Ness.

 

 

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