Medicine alternative in liguria

Cronaca di un mancato confronto

Tra l'aprile e il giugno del 1998, presso l'I.S.T. (Istituto Scientifico per lo studio e la cura dei Tumori) di Genova venne organizzato un "Corso introduttivo alle terapie non convenzionali". Molti dei docenti erano ben noti omeopati, agopuntori, cultori di Reiki ecc. ed era del tutto assente qualsiasi voce critica. Il Cicap inviò una lettera (firmata dal presidente Steno Ferluga e dal responsabile del gruppo ligure Silvano Fuso) all'allora direttore scientifico dell'I.S.T. prof. Leonardo Santi, noto oncologo, per stigmatizzare la totale assenza di "un'altra campana" all'interno del corso. Il Prof. Santi incaricò uno dei docenti e organizzatori del corso, il Dott. Flavio Fenoglio, agopuntore e cultore di medicina tradizionale cinese, di rispondere alla lettera del CICAP. Il Dott. Fenoglio prese contatto con Silvano Fuso e lo invitò ad assistere a una lezione del corso: quella sull'omeopatia unicista tenuta dal Dott. Flavio Tonello, noto omeopata. Il 23 maggio 1998 Fuso assistette alla lezione e, al termine, gli fu consentito di fare un breve intervento. Evidenziando l'esistenza di studi critici che smentivano buona parte di ciò che era stato detto durante la lezione, Fuso fu oggetto di fortissime contestazioni da parte dell'uditorio dei corsisti. Tonello e Fenoglio si dimostrarono però, almeno a parole, disponibili a un confronto. Tuttavia l'invito da parte di Fuso a intraprendere una sperimentazione congiunta con il CICAP rimase lettera morta.

L'incontro dell'I.S.T. ebbe un seguito. Sulla rivista Anthropos & Iatria: rivista italiana di studi e ricerche sulle medicine antropologiche e di storia delle medicine (n° 2,3, anno II, aprile-giugno 1998), uno dei due direttori scientifici della stessa, il Prof. Paolo Aldo Rossi (docente di storia del pensiero scientifico all'Università di Genova) scrisse un editoriale che aveva come oggetto Fuso e il suo intervento al corso dell'I.S.T. Nel suo scritto il Prof. Rossi (non presente all'incontro) commentò l'evento in modo molto critico verso Fuso e il CICAP, ipotizzando addirittura che il CICAP stia obbedendo "agli ordini [provenienti] da alcune parti della "setta medica" e dal trust delle Grandi Industrie Farmaceutiche".

Fuso scrisse una lettera al Rossi in cui dimostrava la totale gratuità di certe accuse. Il Rossi ammise di non essere stato presente all'incontro e presentò le proprie scuse, affermando di essersi fidato di quanto gli era stato riferito, ma ignorando tuttavia completamente l'invito fatto da Fuso, che gli proponeva di farsi lui stesso promotore presso i "suoi amici" omeopati di un sereno confronto con il CICAP ai fini di valutare la presunta efficacia dell'omeopatia.

Nel numero 1, anno V (gennaio-marzo 2001) della rivista Anthropos & Iatria, vennero in seguito pubblicati due articoli scritti dal secondo direttore scientifico della rivista, il Dott. Fernando Piterà presentato come "Medico chirurgo, dottore in Scienze Biologiche h.c. (Genova) e docente in Omeopatia, Fitoterapia e Bioterapie presso l'Università degli studi di Milano". Il primo articolo, intitolato "Divina omeopatia" si scagliava contro il servizio di SuperQuark sull'omeopatia con toni violentemente accusatori e contro gli organi di stampa che avrebbero travisato certe posizioni del Vaticano nei confronti dell'omeopatia. Il secondo articolo, dal titolo "Teoria delle alte diluizioni e aspetti sperimentali" consisteva essenzialmente in una recensione, estremamente favorevole, del libro di R. Conte, H. Berliocchi, Y. Lasne e G. Vernot, Théorie des hautes diluitions et aspects experimentaux (Ed. Polytechnica, Paris 1996). Nel libro si ritrovano teorie chimico-fisiche a dir poco bizzarre. Il Prof. Claude Hennion, dell'Ecole Superieure de Physique, ha scritto: "Si tratta di un libro destinato a confondere il lettore, visto che per uno scienziato è totalmente incomprensibile. O si tratta di uno scherzo, o i quattro ricercatori sono completamente pazzi, ma se si prendono sul serio la cosa è drammatica".

Il Dott. Piterà, invece, sembra sposare in pieno le strampalate teorie degli autori francesi, compreso il fatto che le soluzioni omeopatiche emetterebbero "radiazioni beta e onde neutroniche" e conterrebbero "iperprotoni e buchi bianchi". Fuso scrisse una lettera al Piterà, sottolineando l'infondatezza di simile teorie e proponendo per l'ennesima volta agli omeopati la solita sfida: distinguere un rimedio omeopatico da loro stessi preparato dal semplice solvente con qualsiasi mezzo a loro scelta.

Il Piterà rispose pubblicamente a Fuso sul numero 2, anno V (aprile-giugno 2001) della rivista Anthropos & Iatria, che pubblicò la lettera di Fuso e la risposta del Piterà, lunga ben 11 pagine!

La risposta appariva molto fumosa, logorroica e decisamente offensiva nei confronti del Cicap e dello stesso Fuso. Buona parte di essa è costituita da un lungo elenco di personaggi avversati dalla cosiddetta "scienza ufficiale" le cui idee sono in seguito risultate valide, ciò che è completamente irrilevante ai fini della dimostrazione di efficacia dell'omeopatia. A difesa dell'omeopatia il Piterà cita poi diverse pubblicazioni, ben note e continuamente sbandierate dagli omeopati, che presentano però risultati che non sono mai stati confermati e replicati.

Soltanto in una cosa la risposta di Piterà è stata chiara: nel netto rifiuto ad accettare l'invito (o meglio la sfida) del CICAP. Le motivazioni del suo rifiuto mostrano soltanto la totale mancanza di volontà di confrontarsi seriamente sul piano scientifico. Mancanza di volontà pienamente confermata anche dalla frase con cui il Piterà conclude la risposta a Fuso: "a mai più risentirci in merito". E poi dicono che è il CICAP a essere chiuso di mente! (Ovviamente una successiva replica di Fuso non ha ottenuto risposta)

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